| Diritti 
              Umani in Turchia: Orecchie da Mercante L’11 di Aprile si è tenuto nella città turca 
              di Antalya un Seminario sui diritti delle minoranze, al quale ha 
              partecipato l’Alto Commissario dell’Organizzazione per 
              la sicurezza e la cooperazione in Europa. Osce, Max Van der Stoel, 
              già ministro degli esteri del governo olandese e portavoce 
              ufficiale dell'Onu per l'Irak.
 Cogliendo l'occasione di questo seminarlo svoltosi proprio in territorio 
              turco, Van der Stoel ha richiesto un incontro ufficiale con il Ministro 
              degli esteri turco Ismail Cem e con il Ministro incaricato per 1 
              diritti dell'uomo. Ali Intercemlik. , Van der Stoelvoleva avere 
              chiarimenti in merito alla politica del Primo ministro turco Ecevit 
              e del suo governo “ sulla salvaguardia dei diritti culturali 
              delle minoranze in Turchia», ma il Ministro degli esteri turco 
              Ismail Cem ha rifiutato l’incontro e ha definito le sue conseguenze 
              "nefaste" sul quotidiano a grande diffusione Hürriyet.
 Secondo il commentatore politico dello stesso giornale, Mehmed Ali 
              Birand: «Finora il solo Stato che ha rifiutato un incontro 
              con l'Alto Commissario è stata la Yugoslavia durante la guerra. 
              La Turchia è stata ammessa a far parte dell'Osce e, secondo 
              il regolamento Interno, un Paese membro che si rifiuti di incontrare 
              i commissari, deve render conto del proprio operato al Consiglio 
              dell'Osce: il Ministro per i diritti civili si trovi dunque nell'imbarazzante 
              situazione di dover render conto degli atti del suo governo.
 Ambienti vicini al Ministero degli esteri di Ankara hanno comunque 
              dichiarato: «Sappiamo benissimo che in Turchia si trovano 
              anche minoranze etniche e hanno ottenuto "tutti" i diritti. 
              Accordare un incontro all'Alto Commissario potrebbe passare per 
              un riconoscimento alla minoranza kurda, che potrebbe chiedere di 
              godere dei medesimi diritti civili e culturali».
 Ali Birand ne ha concluso che «la Turchia vuole applicare 
              le conven
 ni al quali ha siglato la propria adesione secondo 1 propri intendimenti 
              e le proprie volontà». Che per armeni e kurdi i diritti 
              delle minoranze vadano applicati in modo molto particolare, come 
              In passato?
 A. 
              B.  Il 
              genocidio negatoUn convegno sugli armeni con Pagliarini
 Se il massacro del popolo armeno fosse stato punito a livello internazionale 
              non ci sarebbe stato il genocidio contro gli ebrei». Giuliano 
              Vassalli. Presidente emerito della Corte Costituzionale ed ex ministro 
              della Giustizia, parlando dei terribili massacri d’inizio 
              secolo che costarono la vita a più di 1 milione di persone 
              auspica che i governi dell’ Ue possano arrivare a riconoscere 
              le colpe che gravano sulla Turchia per Ciò che avvenne 80 
              anni fa. «I massacri sono a venuti in forme così barbare 
              che nulla hanno i "invidiare" a quelli dei genocidi avvenuti 
              in questo secolo. Capisco la difficoltà dei governi europee 
              riconoscere questi fatti condannarli, soprattutto per i rapporti 
              economici politici con la Turchia, ma occorre fare questo passo 
              per non dimenticare e che avvenne. E far sì chi la memoria 
              aiuti ad evitare il ripetersi di cose simili». Vassalli ha 
              affrontato dal punto di visi giuridico questo tema nel corso di 
              un convegno organizzato nella sala consigliare della Provincia di 
              Roma, assieme a Tulli Zevi, all'ambasciatore armeno Gaghik Baghdassarian, 
              a capogruppo leghista alla Camera Giancarlo Pagliarini (primo firmatario 
              di una mozione presentata in Parlamento si riconoscimento del genocidio) 
              e a Marco Tosati autore di un libro sul popolo armeno. «All'inizi 
              del secolo vivevano i Turchia - dice Pagliarini 1 milione e 800 
              mila ameni. Circa 700 mila se no stati massacrati nelle loro città, 
              600mila sono morti durante le deportazioni, 200 mila sono scappati 
              verso il Caucaso, 150 mila verso l'Europa mentre in Turchi sono 
              sopravvissuti solo 150 mila armeni».
 La presenza di Pagliarini al convegno in qualità di relatore 
              è stata sollecitata dagli stessi organizzatori proprio per 
              l'impegno concreto e disinteressato dimostrato da l'onorevole leghista 
              in nome della verità.
 «Sono arrivato a conoscenza di questa tragedia innanzitutto 
              dai racconti di mia moglie, Bekde Mirian, di origine armena ci dice 
              Pagliarini. E anche di sua nonna e degli anziani della sua famiglia. 
              E allora quando genocidio è stato riconosciuto, nel 1998, 
              dall'Assemblea nazionale francese, ho voluto subito preparare una 
              mozione parlamentare simile alla legge d'Oltralpe. Il mio obiettivo 
              era doppio - prosegue Pagliarini-: innanzitutto fare in modo ché 
              l'Italia riconoscesse un verità storica negata e poi non 
              lasciare sola la Francia in quel momento. Sapevo che, come in un 
              effetto domino, anche gli altri Paesi Ue aderissero al riconoscimento 
              di questa verità storica. Questa infatti deve essere un battaglia 
              di civiltà capace di unire l'Europa. È invece mi sono 
              trovato davanti ad un grande egoismo. Ora dobbiamo attendere - conclude 
              Pagliarini - che siano completa tutti i documenti necessari perché 
              la mozione possa essere votata».
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