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Robert Guédiguian al NAPOLI FILM FESTIVAL

Intervista al noto regista Francese, protagonista quest'anno della rassegna cinematografica del Napoli Film Festival.

di ALBERTO CASTELLANO per "Il Mattino" del 21/06/2004

Napoli - "Amo molto il cinema e la cultura napoletana, i film di Francesco Rosi, il teatro di Eduardo De Filippo, la musica di Roberto De Simone. È una città che ha sempre esercitato su di me un certo fascino, anche perché è molto simile alla mia Marsiglia. Eppure paradossalmente non ci ero mai stato, questa è la prima volta che la visito". Il regista francese Robert Guédiguian è al Napoli Film Festival nella doppia veste di presidente della giuria e di protagonista di una delle sezioni della rassegna, con la retrospettiva completa dei suoi film, sei dei quali inediti in Italia, curata da Silvia Angrisani. La presenza di uno dei più importanti autori francesi contemporanei - il pubblico italiano lo conosce grazie al buon successo di «Marius et Jeanette», «Al posto del cuore», «Marie-Jo e i suoi due amori» - rafforza l'asse Napoli-Marsiglia, due città idealmente gemellate.
"Non volevo venire a Napoli da turista, ho preferito che ci fosse un pretesto, un contatto con persone che mi facessero anche da guida. Ma non so se girerei un film a Napoli, il mio cinema è molto legato all'ambientazione marsigliese e se proprio dovessi cambiare location, preferirei qualcosa di diverso. Ora, per esempio, sto scrivendo una storia ambientata in Armenia, anche perché sono di origine armena da parte di mio padre".
Lei è nato e cresciuto nell'Estaque, il quartiere popolare dei portuali marsigliesi, una condizione che l'ha spinta naturalmente verso il cinema politico.
"Si, ma poi ho studiato, ho rielaborato certe pulsioni ribelli. Ho sempre vissuto come un intellettuale organico di tipo gramsciano, i miei genitori erano immigrati e l'aspetto curioso è che loro mi hanno pagato gli studi consentendomi poi di parlare della loro condizione attraverso il cinema".
Qualcuno l'ha definita il Ken Loach francese.
"È una definizione che mi lusinga, amo molto i film di Loach, anche se lui fa un cinema più militante, ideologico, io invece mi esprimo soprattutto attraverso la favola".
Pasolini e Fassbinder sono i due autori dai quali è stato maggiormente influenzato. Quali sono gli altri registi che ama di più?
"In alcuni miei film si avverte l'influenza dell'apologo pasoliniano e dello stile teatrale fassbinderiano. Mi piacciono però anche Fellini, Tarkovskij, Godard. Ma tutta la Nouvelle Vague è stata importante".
Il suo nuovo film probabilmente sarà presentato a Venezia.
"S'intitola "Mio padre è ingegnere", è la storia di due figli di operai nella Francia di oggi che si alterna con un'altra più allegorica, che riprende la tradizione del presepe".