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06 04 05 - Daniel Temrezian, da poliziotto a scultore
friulani per scelta. Da poliziotto a scultore

Si sente il profumo della storia parlando con Daniel Temresian. Non solo perché egli giunse nella nostra regione al seguito dei genitori nel 1965, quando aveva appena dieci anni, ma perchè arrivava dall’antica terra d’Armenia.
Daniel, che oggi è un affermato scultore cinquantenne, viene da una famiglia la cui storia è segnata da ripetuti spostamenti in diversi Paesi d’Europa.
“Mio padre Dikran era nato -ricorda - a Smirne in Turchia, dove mio nonno Daniel (di cui porto il nome) era stato una delle oltre 1,5 milioni di vittime
del genocidio degli armeni compiuto dai turchi nel 1915. Dopo il genocidio, mio padre si trasferì a Salonicco in Grecia dove rimase per vent’anni. Durante la seconda guerra mondiale, in cerca di lavoro, finì a Vienna dove conobbe e sposò
mia madre, la friulanissima Gisella De Martin. Dall’Austria i miei genitori tornarono a Salonicco, che lasciarono subito dopo la guerra per trasferirsi a
Erevan (la capitale armena, ndr) dove io nacqui nel 1955. In Armenia, allora parte dell’Urss - continua Daniel Temresian -, grazie ai due lavori di sarto e
capo di un grande magazzino di mio padre, stavamo abbastanza bene, ma nel 1963 mia madre riuscì, dopo grosse difficoltà, a tornare in Italia come turista, per visitare i familiari e al suo rientro convinse mio padre ai trasferirsi in Friuli”.
Fu così che nel 1965 il piccolo Daniel e la famiglia si trasferirono dapprima a Travesio, dove avevano qualche parente, e successivamente a Udine.
“L’inserimento in Friuli - ricorda - non fu facile ne per me che a scuola bdovetti retrocedere di un paio di classi e venni a lungo preso in giro per il
mio italiano claudicante, ne tantomeno per mio padre che allora cinquantenne dovette reinserirsi in una società che al tempo guardava agli stranieri se non
con diffidenza, quantomeno con curiosità prudente e nella quale il suo lavoro di sarto artigiano, in cui era bravissimo, non era più molto richiesto”.
Primo popolo a riconoscere il Cristianesimo come religione di Stato, gli armeni sono molto legati alle tradizioni della loro chiesa e anche Daniel Temresian,
pur non considerandosi un praticante assiduo, non fa eccezzione. Si definisce, infatti, un credente, ispira parte delle suo opere scultoree ai simboli
crisitani ed esibisce con soddisfazione le foto in cui compare con Giovanni Paolo II e con il Catolicos della chiesa armena.
“Frequento la messa - dice - di monsignor Nicola Borgo dell’Università che stimo molto per la sua capacità di farsi capire sia come sacerdote, sia come
uomo. Seguo il rito cattolico, anche perchè la chiesa armena più vicina è quella sull’Isola veneziana di San Lazzaro (o Isola degli Armeni) che è
splendida e sulla quale i padri mechitaristi tengono vive le usanze cristiane armene, ma che è un po’ troppo lontana per poterla frequentare assiduamente”.
A lungo attivo nella polizia di Stato e dal 1994 scultore di professione, Daniel Temresian dopo oltre 40 anni è, ovviamente, integrato nella società friulana, ma conserva ancora un occhio di riguardo per “coloro che vengono a cercare una sistemazione migliore e che hanno voglia di inserirsi onestamente in Italia”, anche se ritiene che chi arriva debba entrare solo se ha la possibilità di lavorare. “Anche se la situazione è molto migliorata rispetto al 1965, mi piacerebbe che della cultura Armena - afferma - i friulani prendessero la maggiore apertura e il senso di sacralità dell’ospite”. Proprio per far conoscere la bellezza dei luoghi e le ricchezze culturali dell’Armenia, Temresian insieme agli altri membri della associazione Zizernak (rondine) organizzerà prossimamente alcuni viaggi per italiani che vogliano visitare il Paese che egli lasciò tanti anni fa, ma che sente ancora profondamente suo.


V.V

 
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