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06 02 13 - STALLE, MAGAZZINI, PALESTRE: QUESTA LA SORTE DELLE ANTICHE CHIESE ARMENE
News inserita lunedì 13 febbraio 2006 alle ore 12.13 da Redazione Papaboys

ROMA - (13 Febbraio, h. 11.30) - Le chiese armene, un tempo luogo di culto si trovano attualmente nel più completo abbandono e spesso sembrano portare
evidenti i segni di un atavico disprezzo. Come si mapprende da www.comunitaarmena.it , sono spesso adibite a stalle, magazzini, urinatoi, sono
gravemente danneggiate e in molti casi i Khach kar che ornavano le mura sono stati divelti e gettati via. Molte, dopo anni di disprezzo e di decadenza,
finiscono col diventare moschee. Per fare alcuni esempi S. Bartolomeo da stalla è diventata moschea, Akhtamar è una chiesa bizantina, altre sono diventate
musei. Esclusa quella di Costantinopoli non esistono chiese armene che abbiano mantenuto la loro funzione iniziale. Lo stesso trattamento è stato riservato ad
ogni resto della storia armena.

La città di Ani, fondata dagli armeni e capitale famosa dell’Armenia storica, conserva ancora le sue mura ma sono citati, sui cartelli informativi posti
accanto alle rovine, tutti i popoli che vi hanno risieduto (persiani, georgiani, selgiuchidi) tranne i suoi fondatori. Di armeni in Armenia è
assolutamente impossibile incontrarne per il semplice fatto che non ce ne sono più. Forse una o due famiglie di sangue armeno si potrebbero rintracciare, ma si tratta di gente che si è convertita all’islam e che quindi per paura preferisce evitare di parlare con cristiani (soprattutto se armeni).

Una chiesa armena ora adibita a palestra

La Chiesa Apostolica Armena – si legge su www.cesnur.org - è la più antica Chiesa cristiana nazionale del mondo: il già millenario regno d’Armenia si è convertito al cristianesimo attorno all’anno 300, sotto l’influsso di san
Gregorio l’Illuminatore (240-332), proveniente da una famiglia nobile parta. La memoria di san Gregorio ha dato alla Chiesa il soprannome di “gregoriana”. Un
altro santo, Meshrob Mashdotz (354-440), ha fornito al popolo armeno un alfabeto proprio, favorendone l’emancipazione culturale dal mondo greco e persiano e ponendo le origini di una cultura dai tratti singolari e dalla radicata fedeltà cristiana.

Con il rifiuto da parte della Chiesa armena del Concilio di Calcedonia, ha avuto inizio un isolamento del popolo armeno, in costante bilico fra potenze
avverse (Costantinopoli e la Persia nei primi secoli, fino alla Russia e alla Turchia dei tempi più recenti). Attraverso i secoli il popolo armeno ha saputo difendere la propria identità a prezzo di grandi sofferenze, culminate all’inizio del XX secolo nel genocidio degli armeni dell’Impero ottomano. La
Repubblica d’Armenia mantiene alcuni dei luoghi storici della culla della civiltà armena, ed è sede del Catolicossato (Patriarcato) di Etchmiadzin, da
cui dipende la diaspora armena in gran parte del mondo (fra cui l’Italia). Il Catolicossato di Cilicia, con sede ad Antelias (Beirut) comprende i luoghi storici della “Piccola Armenia” in Siria, Libano e Cipro. Due patriarcati armeni, presieduti da arcivescovi, sorgono pure a Gerusalemme e Costantinopoli.
Il numero totale degli armeni nel mondo è valutato attorno ai sei milioni.

La Chiesa armena di Via Jommelli a Milano, costruita nel 1958, è l’unica
parrocchia della Chiesa Apostolica Armena in Italia; si contano circa ottocento
fedeli nell’area milanese, e le attività pastorali seguono da Milano i nuclei
di fedeli armeni nelle principali città italiane. L’organismo, con la
denominazione di Comunità Armena di Rito Armeno Gregoriano, è dotato di
personalità giuridica, giusta D.P.R. 24 febbraio 1956. L’Italia è anche carica
di importanza per la cultura armena, grazie alla presenza del monastero
cattolico di rito armeno sull’isola di San Lazzaro a Venezia. Donato nel 1717
dalla Repubblica di Venezia all’abate Pietro Mechitar (1676-1749) e ai suoi
monaci cattolici armeni, profughi dalla Morea, il monastero è stato finora un
centro culturale di primo piano, sede di iniziative editoriali e guida
didattica e culturale per gli armeni di tutto il mondo. Vi sono un’intesa e
buoni rapporti fra il monastero di San Lazzaro e il Catolicossato di
Etchmiadzin.


Una chiesa adibita a stalla

La Chiesa armena mantiene, unica nel mondo, alcune antiche usanze cristiane, quali la celebrazione congiunta del Natale e dell’Epifania in una singola
festività. Inoltre, sono tipiche dell’arte sacra armena l’originale architettura delle chiese e dei monasteri – dalla struttura massiccia e dalle singolari cupole a cono o a piramide –, i fregi decorativi in pietra, tra cui notevoli incisioni con croci. Mentre sono rari i reperti storici di iconografia ad affresco e a mosaico, il mondo ecclesiastico armeno ha trasmesso splendidi esempi di miniature su manoscritti.

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