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UNIONE EUROPEA Entrata della Turchia
UNIONE EUROPEA Entrata della Turchia Caro Romano, ...

Caro Romano, vorrei intervenire sull’entrata della Turchia in Europa.
1) La storia dei rapporti tra due Paesi o anche tra due fratelli è fatta di alti e bassi, di litigi e di pace. Gli ottomani commerciavano con i genovesi e veneziani mentre erano in guerra. A Istanbul ancora esiste un quartiere genovese rimasto dai tempi dei bizantini.
2) Non verranno «scaraventati» 70 milioni di turchi in Europa. Ci sono già tanti europei che vanno a vivere in Turchia, Paese ospitale e caldo. L'Europa oramai è satura, ha bisogno di un mercato giovane e vivace come la Turchia con una popolazione a maggioranza sotto i 25 anni.
3) L'equazione curdi e acqua è giusto, ma è visto al contrario. La Siria per bloccare il progetto della diga sull'Eufrate ha utilizzato i curdi e il mio compagno di facoltà Ocalan. A fine dei lavori e quando è stato raggiunto l'accordo per lo scorrimento delle acque dalla diga l'hanno cacciato via come carta straccia.
4) lI modo di pensare degli italiani è molto più vicino ai turchi che agli estoni o ai tedeschi.
5) Questione armena. I brutti, dispregevoli fatti avvenuti durante la prima guerra mondiale hanno provocato immensi dolori a tutte le parti in guerra. Ma questi deplorevoli avvenimenti non possono essere chiamati con il termine «genocidio». In questi giorni all'Università di Vienna un gruppo di studiosi armeni e turchi con supervisione del prof. Wolfditer Bihl stanno studiando i documenti delle due parti. Attendiamo i risultati di questo gruppo di studio. E spero che studino anche il lavoro svolto dai missionari americani e dai consolati inglese e russo nella seconda metà dell'800 in quest'area sperduta dell'Impero Ottomano.
Erkin Bute
erkinbute@yahoo.com
PARIGI 1946
Bilancia dei negoziati
Caro Romano, a proposito delle possibilità negoziali di De Gasperi nell'agosto ’46 a Parigi, la frase introduttiva del suo discorso «Sento che tutto, tranne la vostra personale cortesia, è contro di me» fotografa la posizione dei vincitori del conflitto verso l'Italia: l’Italia doveva pagare; nessuna attenuante, nessun spazio negoziale. Eppure un’attenuante non da poco c'era: la Resistenza. Dopo il ’43 buona parte del Paese si era sollevata in armi contro i tedeschi; in pratica dopo il ’43 l'Italia poteva essere considerata paese cobelligerante. Non mi spiego il perché i Paesi vincitori della guerra non abbiano messo sulla bilancia dei negoziati questa realtà di non poco conto a nostro favore.
Claudio Franza
claudio.franza@libero.it
PER TRIESTE
Un grave errore
Caro Romano, al di là delle colpe e dei meriti, vi era un’ottima possibilità che non venne sfruttata. Le due zone A e B e Trieste dovevano essere gestite da un governatore alleato come Zona libera. Questo non fu fatto, lasciandone metà nelle mani di Tito, tanto che l'esodo si manifestò nel momento in cui non venne applicato quello che il trattato di Parigi prevedeva. Questo è stato il grave errore italiano, sperare nello stellone e nelle parole.
Patrizio Tanzi , Milano
ENERGIA
Uno strano contributo
Si dice che l'energia prodotta dal nucleare costi meno, ma vorrei sapere come mai, a distanza di 18 anni dalla dismissione delle centrali italiane, dobbiamo continuare a pagare ogni due mesi 25 centesimi di euro come contributo per non meglio precisate «Attività nucleari residue». Considerando che i clienti dell'Enel sono almeno due milioni, ne esce una cifra considerevole. Chissà se nella tanto sbandierata economicità del nucleare sono considerati anche questi costi...
Federico Polvara
frick@inwind.it
NUCLEARE
Stoccag gio delle scorie
Riguardo al nucleare penso che si debba fare ma in primo luogo bisogna trovare dove stoccare le scorie, altrimenti avremo milioni di Scanzano Jonica cioè paesini del tutto innocenti condannati a morte senza diritto di appello, soltanto perché con poca voce in capitolo.
Marisa De Lillo
delillo.marisa@
minambiente.it
STU DENTI
Allagare le aule
In Italia gli studenti allagano le scuole convinti che di riuscire in tal modo a evitare i compiti in classe e, forse, sicuri di farla franca. Ma purtroppo non c’è mai fine al peggio. Infatti, alcuni studenti francesi sono stati espulsi o sospesi dalle lezioni, dopo essersi comportati in modo molto sconveniente durante una gita scolastica ad Auschwitz.
Nicola Parodi
npri@katamail.com
CLASSE POLITICA / 1
Fiducia dei cittadini
Che fiducia possiamo avere verso la nostra classe politica, di qualsiasi partito, quando questi signori riempiono i giornali e il loro tempo con le diatribe interne di potere anziché spendere proficuamente il loro tempo, e i soldi di chi li ha eletti, migliorando lo stato del nostro Paese? Non a caso il tasso di fiducia verso di loro è tra i più bassi in assoluto.
Claudio Ridere
claudio.ridere1@tin.it
CLASSE POLITICA / 2
Dibattiti in tv
È mai possibile che non si può più seguire un dibattito politico in tv a causa dell'accavallamento di voci dovute soprattutto a impedire che l'avversario politico esprima completamente le proprie idee? E’ difficile chiudere il microfono di chi in quel momento non ha diritto alla parola?
Antonio Guida

Mainardian

 
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