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051130- Turchia : codice penale limita libertà di stampa ed espressione
di Gabriella Mira Marq
Proprio mentre il presidente Ciampi in visita ufficiale ricordava le buone relazioni fra Italia e Turchia, le associazioni internazionali a protezione della liberta' di stampa denunciavano la repressione crescente della liberta' di espressione nel Paese.
Il nuovo codice penale turco - affermano le organizzazioni indipendenti - non solo non salvaguardano la liberta' di espressione, ma operano anche pressioni sui giornalisti. Le promesse di Ankara sulle riforme legislative finalizzate all'adesione all'Unione europea rischiano quindi di non essere confermate dai fatti.
Il comitato internazionale per i giornalisti in prigione evidenzia che il codice penale emendato dalla Turchia, promulgato nel mese di giugno del 2005, non ha portato a ridurre i casi che vedono finire in tribunale giornalisti ed editori, ma piuttosto il contrario, per cui un numero crescente di persone sono state citate a norma dell'articolo 301, che penalizza coloro che attaccano verbalmente l'esercito o lo Stato. La pena va da sei mesi a tre anni di detenzione.
Fra le vittime della legge, il produttore internazionale Orhan Pamuk, che ha detto ad un giornalista svizzero in febbraio a che "trentamila Curdi e un milione di Armeni sono stati uccisi" in Turchia, ma "nessuno ha il coraggio di parlarne." Pamuk dovra' comparire in tribunale il 16 dicembre 2005.
Fatih Tas, proprietario della casa editrice Aram, e' stato incriminato per la pubblicazione dell'edizione turca del libro "Guasti della guerra: il costo umano del commercio di armi dell'America". Il libro accusa anche il governo turco di commettere violazioni dei diritti dell'uomo e suggerisce il concetto di genocidio riguardo al trattamento del governo nei confronti dei Curdi nel sud-est all'inizio degli anni '90.
Il giornalista Hrant Dink e' stato invece condannato ad una pena di sei mesi per aver "insultato e indebolito l'identita' turca attraverso i media". Come redattore capo di un settimanale Turco-Armeno, Dink ha scritto nel 2004 una serie di articoli che si occupavano della memoria collettiva dei massacri armeni del 1915-1917 sotto l'impero ottomano ed aveva invitato gli Armeni a portare nuova linfa all'Armenia indipendente.
La Turchia non riconosce come genocidio le uccisioni ai danni degli Armeni da parte degli Ottomani turchi all'inizio del ventesimo secolo, ma il Parlamento Europeo ha condizionato l'entrata della Turchia nell'Unione al riconoscimento ufficiale del genocidio, mentre la Commissione UE e il Consiglio hanno imposto modifiche al codice penale in direzione del rispetto dei diritti dell'uomo e delle minoranze.
Secondo alcune organizzazioni internazionali per la liberta' di stampa, ci sarebbero una sessantina di persone - fra operatori dei media ed attivisti epr i diritti dell'uomo - in attesa di essere processate in Turchia per qualcosa che hanno scritto o pubblicato.
Nel suo ultimo rapporto, l'UE ha indicato che il codice penale dovra' essere emendato se i procuratori continuano ad aprire nuovi processi contro coloro che esprimono pacificamente il loro pensiero.

V.V

 
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