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050927 - Arslan: vi racconto il genocidio armeno
- IL LIBRO DELLA SETTIMANA- La Padania 27/9/05
VITTORIA COLONNA
Occhi puntati di nuovo sul genocidio armeno. Sì perché Antonia Arslan, apprezzata autrice del libro “La masseria delle allodole” (edito da Rizzoli) ha vinto la quindicesima edizione del premio P.E.N. Club italiano con questa sua fatica che si ispira proprio alla tragedia dimenticata di un popolo, quello armeno, trucidato dai turchi a partire dal 1915 in un olocausto assurdo che il governo di Ankara ancora non vuole ammettere.
RICORDI PERDUTI
Il libro si ispira ai ricordi familiari dell'autrice, il racconto della tragedia di un popolo "mite e fantasticante", gli armeni, e la struggente nostalgia per una terra e una felicità perdute. La “masseria delle allodole” è la casa, sulle colline dell'Anatolia, dove nel maggio 1915, all'inizio dello sterminio degli armeni da parte dei turchi, vengono trucidati i maschi della famiglia, adulti e bambini, e da dove comincia l'odissea delle donne, trascinate fino in Siria attraverso a troci marce forzate e campi di prigionia.
In mezzo alla morte e alla disperazione, queste donne coraggiose, spinte da un inesauribile amore per la vita, riescono a tenere accesa la fiamma della speranza; e da Aleppo, tre bambine e un "maschietto-vestito-da-donna" salperanno per l'Italia...
La Arslan ha sbaragliato con 358 punti, la concorrenza degli altri quattro finalisti, anch’essi tutti “pezzi da novanta”: Alberto Ongaro con “La taverna del Doge Loredan” (Piemme), 306 voti; Maurizio Maggiani con “Il viaggiatore notturno” (Feltrinelli), 305 voti; Eraldo Affinati con “Secoli di gioventù” (Mondadori), 292 voti; Alessandro Piperno con “Con le peggiori intenzioni”
(Mondadori), 224 voti.
PREMIO CONTROCORRENTE
Alla vincitrice, Lucio Lami, Presidente del P.E.N. Club Italiano, ha consegnato 2.600 Euro. Tutti i finalisti hanno ricevuto un’opera originale di Claudio Sacchi e 500 Euro. Ma quel che più conta è il particolare significato di questo “antipremio” ormai affermato grazie a “un sistema a doppia votazione che ci evita di entrare nel novero dei riconoscimenti letterari pilotati dall’industria editoriale”, come spiega Lami. In sintesi: i soci del PEN scelgono in modo anonimo, segreto, una rosa di oltre quaranta libri pubblicati nell’anno in corso e, con una seconda votazione i cinque autori che, nel suggestivo Castello dei Compiano, nei pressi di Parma, assistono allo spoglio da parte del notaio delle schede che determinano il vincitore.
Così da quindici anni, così anche stavolta, in una giornata di sole, i concorrenti si applaudivano a vicenda durante lo scrutinio dei voti, in un clima unico di comunione culturale sinceramente partecipata, senza gelosie né eccessi di divismo. Perché a Compiano vince tutta la cinquina, vince
innanzitutto, la buona lettura, scelta dagli stessi “scrittori che votano gli scrittori”, come recita il fortunato slogan di una manifestazione ricca di iniziative. Come avviene da anni, il P.E.N. ha ospitato anche il “Premio nazionale Gianfranco Fedrigoni” (undicesima edizione), che è il più importante riconoscimento per chi crea libri curandone, con particolare amore e perizia, veste, carta, grafica, caratteri, legatura.
L’intensa giornata di Compiano s’è aperta con l’inaugurazione della mostra di olii di Claudio Sacchi, erede di Annigoni, e un concerto di musica classica, ed è terminato con una conferenza sui risultati della “Cattedra dei Diritti Umani” inaugurata in maggio a Venezia, presenti scrittori di 18 nazioni.
Il premio ha visto tra i suoi vincitori nelle passate edizioni Susanna Tamaro , Antonio Tabucchi, Paolo Maurensig, Vivian Lamarque, Mario Rigoni Stern, Alberto Arbasino, Giuseppe Pontiggia, Andrea Zanzotto, Carlo Sgorlon e, l’anno scorso, Giovanni Sartori.
Nel corso della manifestazione è stato assegnato inoltre il Premio Nazionale Gianfranco Fedrigoni per l’editoria di pregio, da alcuni anni gemellato con il Premio P.E.N. Quest’anno, nella categoria principale, quella dell’editoria d’arte, è stato premiato il Pinocchio illustrato con tavole originali da Mimmo Paladino, pubblicato dal Papiro Arte di Venezia.
PRESTO UN SEGUITO
Felicissima, la Arslan ha commentato: «Per tanti anni le storie della sopravvivenza della mia famiglia, ascoltate durante la mia infanzia, erano rimaste soltanto fiabe. Poi, la scoperta delle poesie di Daniel Varujan, poeta armeno ucciso a coltellate a soli 31 anni, ha fatto sorgere in me l’esigenza di raccontare il dramma del mio popolo, che è stato anche il dramma della mia famiglia, superando la riservatezza e il pudore che mi avevano impedito di farlo in precedenza. Ora che sono riuscita a infrangere questa mia riservatezza, ho deciso di dare un seguito al romanzo. Sto infatti scrivendo la
storia di quattro ragazzini sopravvissuti al genocidio che si dividono per raggiungere l’Italia e gli Stati Uniti».
Complimenti dunque al coraggio di Antonia, una scrittrice che ha saputo ricordare ciò che governi che pretendono di entrare in Europa ancora si ostinano incredibilmente a nascondere.
La scrittrice ha vinto l’edizione 2005 del Premio P.E.N. Club con il suo romanzo “La masseria delle allodole” (Rizzoli)

V.V

 
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