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12.Dic.2022: Ebrei e armeni, la Memoria è un impegno comune
Ebrei e armeni, la Memoria è un impegno comune Pubblicato in Attualità il ‍‍25/05/2017 - 29 א57 20170525_122456“Lo stupore per il male altrui, quello che Primo Levi racconta di aver visto sui soldati russi ad Auschwitz, non mi ha mai abbandonato. Per fortuna mi stupisco ancora perché è ciò che mi rende viva”. Scuotono, come sempre, le parole della Testimone Liliana Segre che da anni gira per le scuole per raccontare la sua storia di sopravvissuta ad Auschwitz. Lo ha fatto anche ieri, chiudendo con la sua testimonianza il ciclo di incontri organizzato al Memoriale della Shoah di Milano e dedicato a due delle pagine più buie del Novecento, la Shoah e il Metz Yeghern, rispettivamente il genocidio ebraico e quello armeno. “Non si tratta dello stesso fenomeno – ha precisato lo psicanalista David Meghnagi, direttore del Master Internazionale Didattica della Shoah dell’Università Roma Tre e assessore alla Cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, durante il suo intervento – dobbiamo avere una comprensione specifica dei due genocidi altrimenti non possiamo capire il presente”. Da qui l’importanza di dedicare spazio e tempo a parlare delle due tragedie come accaduto nella serie di appuntamenti al Memoriale della Shoah, organizzati da Vittorio Bendaud e promossi, fra gli altri, dall’Adei Wizo di Milano, dalla Fondazione Memoriale della Shoah e dalla Casa Armena-Hay Dun. Al fianco a Meghnagi e Segre, la scrittrice Antonia Arslan e la filosofa Siobhan Nash Marshall, con il coordinamento dei lavori affidato a Irene Manzi, membro dell’Ufficio di Presidenza della Commissione Cultura della Camera dei Deputati. In chiusura, il vicepresidente della Fondazione del Memoriale Roberto Jarach ha sottolineato l’importanza di momenti di studio e riflessioni come quello dedicato ad armeni ed ebrei. “Siamo orgogliosi di aver ospitato questo ciclo di incontri – ha detto Jarach – Come Memoriale siamo impegnati a educare e sensibilizzare i nostri giovani sul tema della Memoria: quest’anno supereremo le visite dello scorso anno da parte degli studenti, toccando quota 24mila presenza”. “Armeni ed ebrei condividono destini simili ed è naturale che vi sia amicizia tra i due popoli”, ha affermato invece Bendaud, sottolineando il dovere di ricordare i genocidi ma anche di difendere oggi le due minoranze. “Ebrei e armeni possono guardarsi direttamente negli occhi e riconoscersi”, le parole di Meghnagi che durante la sua analisi ha ricordato come entrambi i popoli abbiano vissuto in condizione di dhimmi, ovvero di minoranze tollerate, sotto il potere arabo e islamico. Quest’ultimo ha mantenuto la politica della tolleranza, ha spiegato Meghnagi, fino a che le due realtà non hanno cercato la libertà e l’autonomia: “per il mondo islamico ebrei, armeni e le altre minoranze dovevano rimanere in una condizione di subalternità e non interferire con il progetto di nazione unica e omogenea”. Una volta messo in discussione questo meccanismo, sono arrivati il genocidio come nel caso della Turchia nei confronti degli armeni e i progrom antiebraici come accaduto in Libia o in Iraq. A rompere poi in modo emblematico la condizione di dhimmi, ha proseguito Meghnagi, ci ha pensato la nascita di Israele, lo Stato degli ebrei. “Per questo, per la sola esistenza di Israele, ancora oggi nel mondo musulmano l’antisemitismo è vivo e forte”. (25 maggio 2017)

https://moked.it/blog/2017/05/25/ebrei-armeni-la-memoria-un-impegno-comune/

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