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06 Ap 2015 : grazie a Anna Santoliquido di Bari per i suoi preziosi doni che fa per gli armeni ; LA POESIA DELLE DONNE ARMENE تشکر از آننا جهت ترجمه اشعار واراند معروف هم میهنمان . آننا تشعر را در شهر باری در مراسم ماه فوریه خوانده اسن
Il 2015 reca con sé terribili ricordi. Il Centenario della Grande Guerra in cui perirono migliaia di soldati italiani e il Genocidio Armeno che falciò non meno di un milione e mezzo di innocenti. La memoria del sangue versato e l’eroismo dei martiri marchiano la storia dei popoli.
L’Armenia è una giovane repubblica dalla fede incrollabile. La capacità di onorare la tradizione e di guardare al futuro ne fa un Paese pronto a colloquiare e a tessere relazioni. In Italia la diaspora è numerosa. In molte città vi sono comunità attente a trasmettere la propria cultura. A Venezia, Milano, Roma, Bari vivono nuclei attivi.
La scrittrice Antonia Arslan con i suoi fortunati romanzi, a cominciare da La masseria delle allodole, 2004 (un successo anche sullo schermo), ha fornito un contribuito rilevante alla conoscenza del massacro del suo popolo e alla diffusione dei valori etici e culturali della patria lontana. Alla Arslan si deve pure la traduzione e la pubblicazione in Italia dei testi del poeta Daniel Varujan (1884-1915), ucciso a soli 31 anni. Il canto del pane è un’opera incompiuta e postuma che accende l’animo del lettore.
Sono stata più volte in Armenia e ho gustato appieno la bellezza dei luoghi e della letteratura. Nell’aprile del 2013, a Yerevan, Levon Ananyan, giornalista, poeta e Presidente dell’Unione Scrittori, mi regalò l’Antologia Contemporary Armenian Poetry, pubblicata dalla casa editrice Apollon della capitale nel 2012. Fantasticavamo di realizzarne una traduzione nella lingua di Dante, ma la morte lo ha improvvisamente ghermito, gettando nello sconcerto quanti lo hanno conosciuto.
L’opera, compilata da Levon Ananyan e curata da Hermine Navasardyan, offre un affresco interessante dei nomi affermati e delle tendenze della giovane poesia. Jenya Kalantaryan, nella Prefazione, pone in evidenza il cambiamento che si è avuto nella scrittura dalla seconda metà del XX secolo e, soprattutto, dopo l’indipendenza. Da un lato c’è stato lo sforzo di alleggerire la letteratura del ‘peso pubblico’, mentre dall’altro si è instaurata una visione esistenzialista del mondo. La poesia civile procede di pari passo con quella dei sentimenti. Lo scenario della città ha preso il sopravvento sulla campagna. L’interiorità e la soggettività sono presenti nei componimenti che non sfuggono all’ironia e alla satira. Il verso libero e l’incedere narrativo si avvalgono di un linguaggio vicino alla cultura di massa, giacché incorpora lessemi della cultura internazionale e dell’universo informatico e telematico.
Il volume collettaneo (66 elementi di cui 17 poete), per una estensione di 221 pagine, è stato tradotto in inglese da uno staff di esperti, in prevalenza da Meruzhan Harutyunyan e Diana Der-Hovanessian.
Voce fuori dell’Antologia è Zabel Yesayan, che, con Silva Kaputikian (1919-2006), è considerata una delle figure eminenti della scrittura armena. Sostenitrice della liberazione e dei diritti delle donne si è formata alla Sorbona di Parigi e ha insegnato letteratura francese e armena all’Università di Yerevan. Esule in vari Paesi ha documentato le condizioni dei rifugiati e degli orfani del genocidio. Accusata di ‘nazionalismo’ venne arrestata nel 1937. Morì in Siberia, in circostanze misteriose. Ha pubblicato numerosi volumi.
I testi delle dieci autrici proposte sono una prima campionatura della poesia delle donne nella terra dei melograni e delle ‘croci di pietra’. Un omaggio alle vittime dell’eccidio e una speranza per le nuove generazioni. Un ringraziamento sincero si rivolge alle traduttrici e ai traduttori che, con la loro professionalità, hanno permesso alla scrivente il travaso dei versi in italiano:
Seguono i componimenti:
ZABEL YESAYAN
(1878 - 1943)
Narratrice, poeta, traduttrice, docente di letteratura.
ODE ALLA NOTTE
Vieni, oh notte, vieni, copri il mondo con le tue gonne nere, soffoca l’ultimo respiro del tramonto
con la freddezza, copri il mondo con la funerea oscurità.
Il giorno penetra nella tomba del tuo scuro petto, trascinando con sé i sentimenti e le preoccupazioni che vi germogliano.
I cuori innamorati ti aspettano con ansia per immergere i sogni nell’oscurità. Vieni, chiudi i loro occhi stanchi con le dita invisibili. Portali nelle profondità del sonno per qualche ora.
Adagiati sulle nere braccia, portali lontano dalla monotonia quotidiana che li ha sfiniti. Nella tua
freddezza, acquietali fino ad addormentarli con la dolce musica. Fa che le loro ansie si sciolgano per
qualche ora nel tuo regno solenne.
Il tuo arrivo porta ricordi preziosi. Sei amica dei solitari. Sei tu che vedi
le lacrime più intime.
Gli insonni, gli infelici che passano davanti alle finestre aperte prendili nella fredda oscurità.
I loro pensieri e sentimenti vagano nel tuo petto. E tu prendili tutti, seppelliscili
nella consolante oscurità.
METAKSE
(Arevshat, Shirak, 1926)
Poeta, traduttrice, narratrice. Ha pubblicato più di venti libri ed è stata tradotta in molte lingue.
SOLO PER GLI UOMINI
Uomini, ad ogni modo, qual è la vostra forza
nei nostri confronti?
Non avete ancora imparato
a fare l’amore
in tutti questi anni?
Spogliare una donna
è un’arte delicata, teppisti.
Non potete solo muovere le dita come
cimici striscianti. No.
Dovete avere una strategia
per ogni asola.
Dovete sussurrare a ciascun orecchino.
Dovete infiammare le forcine.
E dovete formare
un bouquet dai
fiori di una camicia da notte.
Con tenerezza. E non cogliere
quei fiori per dovere.
Ma perché ne desiderate
ogni singolo fiore.
ANAHIT PARSAMYAN
(Yerevan, 1947)
Poeta, pubblicista e traduttrice. E’ autrice di oltre dieci libri tradotti in molte lingue.
FRAZIONI
Sono di quella terra montuosa,
in parte fiorita e soprattutto pietrosa.
Le nostre acque sono acque di montagna,
in parte nuvola, soprattutto sole.
Sono di quell’antica razza,
fatta di argilla di montagna e di terra.
Sono di quel luogo, di quella gente,
in parte acqua, soprattutto sete.
LA TUA VOCE
La tua voce chiara così melata,
le tue parole balsamo e velo
alleviano la ferita e la pena
che esse stesse hanno causato.
HRIPSIME
(Yerevan, 1948)
Poeta, pubblicista e drammaturga. Ha pubblicato una quindicina di libri.
MENTRE MANGIO LE MELAGRANE
Si dice che il pugno sia esattamente della misura del cuore.
Come può essere? Il mio pugno è così piccolo.
Mentre la grande melagrana del tuo cuore
si adatta nel mio dove è installata.
Tutto è come dovrebbe essere;
sediamo con una melagrana da condividere.
Tutto va bene tranne che
la mia chiave non apre la tua porta.
Tu parli. Io ascolto.
Forse siamo metà dell’intero.
Dici che sono tua e che tu sei mio.
Perché la tua chiave non apre la mia porta?
LENA ANTARANYAN
(Odzun, Lori, 1950)
Poeta. Ha all’attivo tre libri. I suoi versi sono stati pubblicati in varie lingue.
IL SOGNO IRRAGGIUNGIBILE
Che ha sussurrato il vento
all’orecchio del cavallo
Che è corso all’impazzata sulla collina?
Il vento gli ha toccato le ferite,
O gli ha detto che c’è un altro amore?
Che ha sussurrato il vento
all’orecchio del cavallo
Che è corso all’impazzata sulla collina?
Solo l’erba e le rocce sapevano
Perché il cavallo è corso all’impazzata sulla collina.
MARINE PETROSYAN
(Yerevan, 1960)
Poeta. Ha pubblicato sei volumi. E’ tradotta in molte lingue.
METAFISICA
nostro padre, dissi…
ma egli non mi fece continuare
piuttosto strano
io non dico mai nostro padre
forse era un sogno
o forse ero confusa
per vedere che egli esiste
nostro padre, dissi…
ma come se sapesse
di che cosa volessi informarmi
vacci piano
queste furono le sue uniche parole
poi andò via
GOHAR GALSTYAN
(Yerevan, 1964)
Poeta e narratrice. Ha pubblicato cinque libri, con varie traduzioni.
DEVO SORRIDERE
Essendo adusa allo scetticismo e all’austerità
Mi manca l’ossigeno, oh, mi manca;
Subito, preghiere e poi fame;
La mia salvezza è il Solo Generato.
Ed essendomi cotta al fuoco delle sofferenze e della morte
E raddrizzata e onesta, sono umile di nuovo;
C’è qualche umano che non abbia commesso
Il peccato involontario di sorridere?
Il Signore era felice quando mi impastava.
(Sorridevo persino alla morte.)
E quando non sorrido è innaturale.
Devo sorridere! Devo sorridere!
HERMINE NAVASARDYAN
(Lernadzor, Syuniq, 1967)
Poeta e traduttrice. E’ autrice di due libri e di varie raccolte di traduzioni. Le sue poesie sono apparse in molte lingue.
LA PACE
L’acqua presta ascolto
alla preghiera Cristiana, Buddista e Musulmana,
per purificarsi;
I cristalli azzurri, gialli e grigi
fluiscono
in perfetta armonia.
Si ascoltano meno le parole della preghiera;
attraverso i secoli, si riempiono i mari e gli oceani
con fragore e clamore di guerra.
Ora le onde echeggiano un ritmo diverso,
il cuore della gente palpita
con un battito diverso.
“Al principio fu la Parola,
e la Parola era con Dio,
e la Parola era Dio”.
Le impronte di Cristo, Budda e Maometto
restano sulle montagne, mentre i viaggiatori
attendono ai loro campi ora.
Padre nostro, che sei nei cieli,
dacci la Pace,
concedi la Pace
a tutto il mondo.
IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO
non posso né levitare né volare;
i terrestri sono legati alla terra
e non si innalzano al cielo.
Ma dal mio balcone, di giorno o di notte,
do da mangiare ai piccioni selvaggi in volo
e talvolta le loro ali mi feriscono
il cuore mentre si nutrono o giocano,
e due gocce di sangue si librano verso terra
mentre gli uccelli selvaggi si allontanano velocemente.
ARMENUHI SISYAN
(Yerevan, 1968)
Poeta e narratrice. Ha pubblicato tre libri. I suoi testi sono apparsi in varie lingue.
L’INNAMORATA
Lei era pronta a rifiutare
I piaceri di ogni genere
A cui il suo amato non prendesse parte
E a percorrere centinaia di miglia
Seguendo le infinite sue orme
Perché non lo vedeva da molto,
Da secoli,
Da ieri.
***
Qualche volta
gli angeli muoiono per vedere
ciò che non è
loro –
sono puniti:
le loro ali vengono
bruciate.
La morale è che
la curiosità uccide
l’angelo,
qualche volta.
***
Tra il mio ieri
e il domani
l’oggi mi terrorizza
dietro la maschera dell’afflizione.
Tra il mio entrare
e uscire
la scena mi pietrifica
con lo spazio
senz’aria.
HASMIK SIMONYAN
(Yerevan, 1987)
E’ autrice di due libri. I suoi testi sono stati tradotti in varie lingue. Nel 2005 ha ricevuto il Premio del Presidente della RA.
STORIA DI UNA BICICLETTA
c’era una volta un uomo basso.
era cattivo e invidioso.
e montò su una bicicletta e andò da dio
che dovrei fare, disse,
sono cattivo e invidioso
e dio disse
siediti qui al mio posto in paradiso mentre io rifletto e ti faccio sapere
e l’uomo cattivo, basso e invidioso si sedette su una nuvola
e dio montò sulla bicicletta e pedalò verso la terra
e non tornò mai più su.
Traduzione dall’inglese in italiano di
Anna Santoliquido

v.v

 
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