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29 Lug. 2014 . Gheghard il nome della freccia sacra in armeno
Il monastero Gheghard è il nome della freccia corta che si trova nel Museo di Echmiazin

La Lancia Sacra (in tedesco Heilige Lanze) è uno dei simboli più importanti del Sacro Romano Impero, una delle più significative reliquie del Medioevo ed uno dei più preziosi tra i tesori della corona imperiale oggi conservati.

La Lancia Sacra oggi all’Hofburg di Vienna

La Lancia Sacra custodita nella Schatzkammer del Hofburg di ViennaLa Lancia Sacra è oggi custodita nella Schatzkammer dell’Hofburg di Vienna, con il numero di inventario XIII 19. Quella che si presenta ai visitatori è la parte superiore di una lancia alata di 50,7 cm. L’asta, originariamente in legno, è andata perduta. Sulla lama è applicata una sezione a forma ovale, lunga 24 cm e larga nel punto massimo 1,5 cm, in cui è inserito un sottile pezzo di ferro (la cd. spina) ornamentale, mancante della parte inferiore. La spina è, secondo la tradizione, un chiodo della croce di Cristo e, anche se la leggenda stessa è stata più volte criticata, segni di alcune ageminature a forma di croce sulla parte inferiore della lama potrebbero indicare l’inserimento di particelle di chiodi.
La lama è rotta. Ma doveva esserlo già prima dell’anno 1000, perché nella copia fatta realizzare da Ottone III ed ora a Cracovia, è stata inserita anche una riproduzione della spina. Il punto di rottura è stato rivestito da una triplice fasciatura, in ferro, poi argento e infine oro. Sulla banda d’argento si legge la seguente iscrizione latina, fatta incidere da Enrico IV tra il 1084 e il 1105:

« CLAVVUS + HEINRICVS D(EI) GR(ATI)A TERCIVS ROMANO(RUM) IMPERATOR AVG(USTUS) HOC ARGENTUM IVSSIT FABRICARI AD CONFIRMATIONE(M) CLAVI LANCEE SANCTI MAVRICII + SANCTVS MAVRICIVS »

La banda d’oro, invece, realizzata per conto di Carlo IV, ha la seguente iscrizione:

« +LANCEA ET CLAVUS DOMINI » La lancia sacra nel Medioevo Raffigurazione dei particolari della Lancia sacraLa storia della lancia sacra comincia nel X secolo.

Probabili origine e significato della leggenda È innegabile che la lancia sacra appartenga alla tradizione delle spade e lance magiche ed invincibili dell’immaginario e della mitologia germanica. All’epoca della Renovatio Imperii, del resto, erano ancora vive numerose tradizioni pre-cristiane, come attestato anche dai cronisti della battaglia di Lechfeld, che religiosamente contrariati, descrivono come pagani i festeggiamenti che ne seguirono.
Ciò considerato, però, completamente cristiana è la considerazione che ebbe da parte degli imperatori e il ruolo che le venne assegnato. La lancia era il simbolo dell’invincibilità che l’imperatore derivava dall’essere il legale rappresentante di Cristo sulla terra. Confermava così il ruolo quasi sacerdotale che la carica imperiale rivestiva, conformemente alle concezioni degli Ottoni e dei Salii.
Per rafforzare tale elemento, era però necessario anche un suo collegamento con la storia sacra o quella dei martiri. Dapprima fu allora identificata con la lancia di San Maurizio, celebre condottiero della legione Tebea, martirizzato sotto Massimiano. Attraverso questo, non era così escluso che la lancia poteva essere passata per le mani di Costantino, cosa che acquistava certo rilevanza nella propaganda imperiale. E infatti come lancia di San Maurizio è denominata nella iscrizione sulla fasciatura d’argento inseritavi da Enrico IV.
La sua importanza come reliquia ed il suo collegamento con la storia sacra fu da subito però sopra ogni altra cosa dovuta alla presenza, al suo interno, di un chiodo della croce di Cristo. Agli inizi probabilmente si trattava solo di una particella di questo, ma successivamente si parlò tout court di un intero chiodo. È probabile che questa leggenda fosse nata nel momento in cui si inserì la spina nel punto di rottura della lancia. Quando Ottone III fece omaggio delle copie ai re di Polonia ed Ungheria, ne fece prendere del materiale (per trasmettere parte della forza della Lancia anche alle copie), ed è forse in questa occasione che avvenne la rottura della lancia.
In questa maniera, dunque, la lancia aveva un doppio significato: simboleggiava un’origine sacerdotale (direttamente da Cristo) ed imperiale (da Costantino). Carlo IV volle confermare questo stato di “doppia reliquia” dal papa, ottenendo anche la proclamazione di una giornata festiva in suo onore (Festa della Sacra Lancia e del Chiodo della Croce), che fu celebrata nel 1354 per la prima volta, e in quell'occasione venne applicata la terza fasciatura in oro.
Agli inizi del XIII secolo, ad ogni modo, la cancelleria papale ormai qualificava la lancia come lancia di Longino, e da questo momento si cominciò ad identificarla in questa maniera. La differenza tra le due versioni non deve essere stata all’epoca irrilevante, ma non abbiamo attestazioni più sicure di una controversia.
La lancia di Longino Per approfondire, vedi la voce Lancia del Destino.

La lancia sacra venne dunque presto identificata, in ambiente cristiano e romano, come la lancia del legionario che trafisse il corpo di Cristo per accertarsi della morte. Non è però questa l’unica lancia sacra che venne assimilata a quella di Longino.
Le cronache della Prima crociata ci parlano infatti di una "lancia sacra di Antiochia": già l’apostolo Giuda Taddeo dal Golgota avrebbe portato con sé in Armenia la lancia di Longino, che avrebbe lasciato nel monastero di Geghard (40 chilometri a sud ovest di Yerevan) da lui fondato (ma in realtà del IV secolo). Nel 1250 il monastero prese infatti il nome di Geghardavank ("Monastero della Sacra Lancia"), ed ancora oggi si chiama così.
Anche san Luigi IX, che durante le Crociate portò con sé molte reliquie, identificò una di queste con la lancia di Longino. E ancora, nel 1492 il sultano Bajazeth regalò a papa Innocenzo VIII parte di una Lancia che qualificò espressamente come lancia di Longino, conquistata, si disse, a Costantinopoli nel 1453.
Quest’ultima venne identificata con la parte inferiore della reliquia di Luigi IX. Se questa “lancia papale” è oggi ancora custodita a San Pietro in Vaticano, la lancia di San Luigi, conservata nella Sainte-Chapelle, andò distrutta durante la Rivoluzione francese.
Il rinnovarsi del mito nel XX secolo

Gli alleati riportano a Vienna il tesoro imperialeQuando venne fondato il Secondo Impero (1870-1919) grazie all’opera infaticabile di Otto von Bismarck, per dichiarata volontà di questo e dei sovrani prussiani, non ci doveva essere alcun riferimento ad una presunta continuità con il Primo Impero (Heiliges Römisches Reich), anzi andava presentato, per motivi di opportunità politica, come entità autonoma (cosa che del resto era). Per questo motivo nonostante la riscoperta in quel tempo delle antiche leggende germaniche e del culto del Medioevo, la leggenda della lancia sacra di Ottone non venne ripresa.
Tornò invece attuale durante il Nazionalsocialismo, conformemente al sogno della Grande Germania (cioè dell’unità politica di tutti i popoli di lingua tedesca). Adolf Hitler infatti, nel rifondare l’impero (Drittes Reich), si volle presentare come il continuatore di Ottone I, compreso il ruolo di condottiero della guerra contro i barbari dell’est. Per questo fece riportare la reliquia (scevra ormai d’ogni significato cristiano) da Vienna nuovamente a Norimberga, il centro principale del Partito Nazista, Qui venne provvisoriamente collocata nella chiesa di Santa Caterina, (dove venne allestito un vero e proprio santuario mistico-esoterico) e presentata come simbolo della sacralità della missione germanica e ricollegandovi nuovamente un mito di invincibilità.
L'invincibilità non venne tuttavia garantita. Dopo la disfatta di Stalingrado, venne portata in un bunker blindato sotto la antica fortezza di Norimberga, ma dopo i terribili bombardamenti della città del 13 ottobre 1944 se ne persero le tracce. Qualche giorno dopo l'occupazione della città da parte degli alleati, avvenuta il 20 aprile 1945, in un'operazione di recupero guidata dal generale Patton, infine, la Lancia sacra fu rinvenuta, e nel 1946, infine, fu riportata a Vienna, dove tuttora si trova.
La sua fama nei racconti popolari oggi

Come già descritto, grande era il mito che avvolgeva la lancia nel Medioevo e, per quanto la sua storia fosse interamente sviluppata da regnanti cristiani e connotata di elementi assolutamente ortodossi, molto vi era di precedente, e molto vi giocavano le antiche leggende di spade e lance magiche, che assicuravano l’invincibilità. Il mito del Graal, del resto, o di Parsifal affondano nella stessa tradizione. Diverso è però il successo della leggenda nei vari paesi.
Nei paesi germanici ed anglosassoni

In Germania e nei paesi anglosassoni la fama della lancia sacra è ancora viva, anche se soprattutto per l’interesse mostratovi da Hitler. In ambiente tedesco e austriaco, è addirittura diffusa la voce popolare in base alla quale la lancia sacra conservata a Vienna non sarebbe altro che una copia realizzata negli Stati Uniti, dove invece, nascosta da segreto militare, sarebbe conservata la vera lancia originale. Questo perché essa a tutt’oggi garantirebbe l’invincibilità.
In Italia

In Italia, come in molti Paesi del mondo, invece, la fama della lancia sacra si confonde con quella ben più famosa della lancia di Longino. Ma, come si evince dalla storia, ben diverse sono le vicende delle numerose lance di Longino, e non stupisce certo che in ambiente franco-italiano la lancia di Longino per antonomasia fosse quella papale. L’interesse, insomma, per il simbolo del Sacro Romano Impero non supera, se si escludono ambienti di specialisti o di appassionati di storia medioevale, quello che occupano le reliquie in generale, ben diversamente da quello che avviene con il Graal o altre leggende.
La Lancia del Destino o Lancia di Longino (in latino Lancea Longini) è la lancia con cui Gesù sarebbe stato trafitto al costato dopo essere stato crocefisso. Viene talvolta anche indicata con l'espressione Lancia Sacra, che però indica anche una reliquia specifica, appartenente ai tesori del Sacro Romano Impero, la cui tradizione è in parte sovrapposta a quella della Lancia di Longino.
Riferimenti alla lancia
Assente nei racconti dei vangeli sinottici, la lancia è menzionata solo nel Vangelo secondo Giovanni (19:31-37), in cui si racconta che, durante crocefissione di Gesù, i soldati romani intendevano praticargli il crurifragium, la tipica rottura delle gambe del condannato che ne accelerava la morte; prima di procedere, si accorsero che Gesù era quasi morto e che quindi il crurifragium era inutile, ma, per accertarsi che fosse morto, un soldato lo colpì con una lancia:
« Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua. »
(Vangelo secondo Giovanni, 19, 33-34)

Il più antico riferimento alla conservazione della lancia come reliquia è presente nel racconto del pellegrino Antonino di Piacenza, il quale, intorno al 570, descrisse i luoghi santi di Gerusalemme, raccontando di aver visto nella basilica del monte Sion «la corona di spine con la quale Nostro Signore fu incoronato e la lancia che lo colpì nel fianco».[1] Secondo la Catholic Encyclopedia, la presenza della reliquia a Gerusalemme sarebbe stata attestata mezzo secolo prima da Cassiodoro[2] e sarebbe stata nota a Gregorio di Tours.
Nel 615 Gerusalemme fu conquistata dal sovrano sasanide Cosroe II; secondo il Chronicon paschale, la punta in ferro della lancia, che era stata spezzata, fu consegnata quello stesso anno a Niceta, che la portò a Costantinopoli e la depose in Hagia Sophia. Questa punta di lancia fu inserita in una icona e, nel 1244, fu data dall'Imperatore Latino di Costantinopoli, Baldovino II, al re Luigi IX di Francia, che lo collocò, assieme alla sua reliquia della corona di spine, nella Sainte-Chapelle di Parigi. Durante la Rivoluzione Francese le reliquie furono trasportate alla Bibliothèque nationale de France, per poi scomparire.[3]
Longino

Miniatura della crocifissione, dei Vangeli di Rabbula, in cui il soldato che colpisce Gesù è indicato come "Loginos".Il nome del soldato che colpì Gesù non è presente nel Vangelo secondo Giovanni; l'opera più antica a farne il nome, chiamandolo col nome di Longino, è il Vangelo di Nicodemo, copiata assieme ai manoscritti del tardo IV secolo degli Atti di Pilato. Il nome "Longinos" compare anche in una miniatura dei Vangeli di Rabbula, un manoscritto conservato nella Biblioteca Laurenziana di Firenze e illuminato da un certo Rabulas nel 586; nella miniatura, il nome ΛΟΓΙΝΟC (Longinos) è scritto in caratteri greci sopra il soldato che colpisce Gesù.

Nel romanzo The Spear di Louis de Wohl (1955), il soldato è identificato con un certo Gaio Cassio Longino.
Le reliquie identificate con la Lancia

Nel medioevo, diverse reliquie vennero identificate con la Lancia appartenuta a Longino. Tra queste:
La Lancia Sacra di Ottone I, simbolo del Sacro Romano Impero, custodita presso il complesso dell’Hofburg di Vienna, di cui una copia fatta realizzare da Ottone III si trova a Cracovia;
La Lancia Sacra di Antiochia, secondo la tradizione ritrovata durante la Prima crociata, ed ora custodita nel museo della cattedrale di Echmiadzin, in Armenia;

La Lancia Sacra papale, donata a papa Innocenzo VIII dal Sultano turco Bajazeth, custodita a San Pietro in Vaticano;

La Lancia portata in Europa durante le Crociate da Luigi IX e conservata nella Sainte-Chapelle, poi andata persa durante la Rivoluzione francese.
(Tratto da Wikipedia)

Postato da Yang

http://blog.libero.it/shachor/7288260.html

Le corrispondenze di Gesù con Re Apkar di Armenia (per i riferimenti cronologici della vicenda cliccare qui)
http://www.zatik.com/storia-ges%F9armenia.asp

……………………………………
http://www.zatik.com/architett-santaddeocronostoria.asp
Cenni storici e Cronografia del Monastero di San Taddeo 33 d.C. - Re Apkar della dinastia degli Astacidi d'Armenia invita l'apostolo S.Taddeo nel suo regno.
48 d.C. - S.Taddeo viene martirizzato assieme alla Principessa San-dukt, figlia del Re Sandrok, a causa del loro rifiuto di abbandonare la fede Cristiana. 287 - Il Re Armeno Tirdate III, al ritorno da Roma, passa per il Monastero dov'era vissuto S.Taddeo e vi incontra S.Gregorio, che porta con sé in Armenia. Il Santo venne in seguito imprigionato per quattordici anni a causa della sua fede cristiana. 301 - Dopo la liberazione di S.Gregorio Re Tirdate III si converte al Cristianesimo, e dichiara l'Armenia un paese Cristiano.
325/381/431 - In queste date si tennero le uniche e ultime partecipazioni dei Cristiani Armeni Apostolici al Concilio di Efeso. V Secolo - Movses di Khoren scrive nel suo libro che il Convento di S.Taddeo esistite da quest'epoca. ……………………..
http://www.zatik.com/storia-costituzione.asp
La "Carta Costituzionale" di S.Taddeo
(per i riferimenti cronologici della vicenda cliccare qui)
Il libro da cui è tratto questo documento è stato scritto dal compianto Gen.Emil Hakopian, e pubblicato dal Pontificio Armeno di Azerbeijan – Tabriz nel 1999 in 3.000 copie.

Vahe

 
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