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Prof. Barbara Grasso Najarian scrive a Prof. Lucianno Favini
http://www.gliscomunicati.com/content.asp?contentid=2725‎
Prof.ssa Barbara Grassi Najarian ‎
Società ‎
Data: 27-06-2013‎
Abbiamo ricevuto una nuova lettera iniviata al nostro Direttore Emilia Urso Anfuso: la ‎Professoressa ha chiesto che potesse essere pubblicata e di seguito potete leggere il testo e le ‎motivazioni
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Gentile Direttore


Sono un’insegnante di italiano e storia della scuola secondaria di secondo grado di origini ‎armene. Non ho potuto in quanto docente e in quanti discendente di un fiero popolo martire della ‎chiesa cristiana non rimanere ferita dalle affermazioni rilasciate a mezzo stampa da un alto ‎funzionario del MIUR, il prof. Luciano Favini, che nel commentare le possibili tracce dei temi ‎della maturità ha testualmente affermato l’impossibilità di proporre “un tema storico sul genocidio ‎degli armeni che va a colpire la particolare sensibilità della Turchia”.‎

Lasciando stare i miei sentimenti di armena, da docente ho sempre cercato di far capire ai miei alunni come ai miei figli ‎quanto sia prezioso saper ammettere le proprie colpe e che gesto meraviglioso sia chiedere scusa. Ho insegnato che nascondere ‎la propria colpevolezza non renda automaticamente innocenti e che imparare a confessare da ragazzi forse un giorno renderà ‎migliore la nostra società.‎

Ora, ricordando che il Parlamento italiano nel 2000 ha votato, al pari di numerose altre istituzioni internazionali, una ‎risoluzione di riconoscimento del genocidio armeno, come devo commentare, come posso giustificare le parole di un alto ‎funzionario della pubblica istruzione che si preoccupa di tutelare la sensibilità del negazionismo?

Como posso rimproverare un alunno colpevole che scarica la colpa sul vicino a cuor leggero ‎quando nessun ministro riprende il prof. Favino che ritiene più giusto non urtare i sentimenti di chi ‎alimenta una menzogna?

Siamo davvero una tribù di così poca importanza noi armeni?
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Un milione e mezzo di morti, bambini e donne trattati come spazzatura non devono davvero aver ‎mai uno sguardo di pietà da nessuno?‎

La verità caro professor Favino, caro Ministro Carrozza, è più importante di tutto, la si può ‎negare, si può fingere che non esista, si possono pagare storici per riscriverla, ma rimane ‎sempre verità. Ho visto commissari all’esame di maturità assegnare zero a chi si era permesso di ‎fare una tesina sulle foibe, anteponendo bieche motivazioni politiche allo sterminio dei propri fratelli ‎italiani per mano straniera e ora vedo funzionari preoccuparsi della suscettibilità del negazionismo e ‎non di quella dei figli e nipoti di ex bambini violentati, resi orfani e profughi, zittiti e umiliati per 98 ‎anni.‎

Ma cosa vogliamo insegnare?‎

Prof.ssa Barbara Grassi Najarian

Rupen Timurian

 
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