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050830 - In Europa aumentano i dubbi per la Turchia nell'Ue
FRANCIA, GRECIA E CIPRO PRENDONO LE DISTANZE
> In Europa aumentano i dubbi per la Turchia nell'Ue >
> Bruxelles - A due mesi dalla data prevista per l'avvio dei negoziati di adesione all'Unione Europea con la Turchia, il 3 ottobre, la questione di Cipro torna al centro dell'attenzione e si configura come un punto
> insormontabile. Il tutto mentre anche gli ultimi sviluppi interni nella Turchia, secondo fonti comunitarie, stanno portando la Commissione Europea a redigere un rapporto piuttosto negativo, che sarà pubblicato però dopo il 3 ottobre.
> Quella data è stata indicata all'unanimità da tutti e 25 gli stati membri al Consiglio Europeo dello scorso 17 dicembre. A settembre i Venticinque dovranno approvare all'unanimità il quadro negoziale senza il quale la Commissione non potrà avviare le trattative. Ieri il premier francese Dominique de Villepin ha detto, parlando a Radio Europe 1, che sarebbe «inconcepibile che un qualsiasi processo di negoziati possa aprirsi con un Paese che non riconosce ogni singolo membro dell'Unione Europea». Il riferimento è al persistente rifiuto del governo turco di riconoscere il governo (greco-)cipriota, un rifiuto ribadito in una dichiarazione
aggiunta alla firma, venerdì scorso, del Protocollo di Ankara, che estende l'Unione doganale a tutti e 10 i nuovi stati membri dell'Ue, dunque anche a Cipro.
> Le parole del primo ministro hanno dato lo spunto ad altri per schierarsi Atene, ha affermato Georgios Koumoutsakos, portavoce del ministero degli Esteri greco, «ha chiaramente detto che il mancato riconoscimento di uno Stato membro dell'Unione Europea da parte di un altro stato che punta ad
> aderire costituisce una contraddizione e un paradosso politico. Questa E, ieri sera, il premier ellenico Costas Karamanlis questa sera ha annullato una visita di Stato in Turchia per incontrare il suo omologo Abdullah Gul con la consueta scusa formale della difficoltà di trovare una data adeguata.
> Com'è ovvio, anche il governo greco-cipriota ha esultato, «noi consideriamo - ha detto il portavoce dell'esecutivo Kypros Chrysostomides - che il riconoscimento della Repubblica di Cipro, basata sul diritto internazionale, europeo e le risoluzioni dell'Onu sia un obbligo per la Turchia».
> «Il problema - dicono le fonti comunitarie - che le parole di de Villepin possono avere un effetto anche su altri paesi non favorevoli all'adesione della Turchia, anzitutto l'Olanda e l'Austria». Di preoccupazione ha
parlato ieri anche Amadeu Altafaj, portavoce del commissario all'Allargamento Olli Rehn, «vi è un rischio politico», ha detto. Tuttavia lo stesso portavoce si è ostinato a ricordare che «per la Commissione contano le conclusioni Consiglio europeo dello scorso dicembre a cui hanno partecipato tutti e 25 gli stati membri.
> Allora furono messe sul tavolo ultime due condizioni per l'avvio dei negoziati:
> l'approvazione (da parte turca, n.d.r.) di 6 atti legislativi, e questo è stato fatto, e la firma Protocollo Ankara, e anche questa è avvenuta», dunque «tutte le condizioni per l'avvio dei negoziati sono soddisfatte».
> Altafaj ha inoltre sottolineato che «il signor De Villepin ha detto chiaramente che preciserà e discuterà la posizione della Francia a settembre, per cui non considero definitiva la sua affermazione di oggi». Il
> portavoce ha affermato infine che «la Commissione Europea ha detto che considera che la decisione del Consiglio Europeo dello scorso dicembre deve essere interpretata nel senso che si segue un processo parallelo in un altro quadro, quello delle Nazioni Unite». In realtà è tutta la questione turca a esser circondata da crescenti tensioni.
> «Dopo i grandi sforzi fatti in vista del Consiglio di dicembre – dicono ancora le fonti comunitarie - abbiamo visto forti passi indietro in tutti i campi:
> quanto sta accadendo nel sud-est (nell'area curda n.d.r.) è una catastrofe, ma anche l'attuazione concreta delle norme varate dal Parlamento fa acqua da tutte le parti. A cominciare dai diritti linguistici dei curdi e in
generale della libertà di espressione. Per non parlare del potere dei militari e di importanti ministri che hanno bollato gli armeni semplicemente di traditori da trattare di conseguenza». Il rapporto sullo stato di avanzamento della Turchia, questo è certo, sarà decisamente critico. La Commissione, a quanto si pprende, indicherà 30 priorità politiche sui quali la Turchia deve fare progressi. «Ankara pensava - proseguono le fonti - che una volta ottenuto il sì all'avvio dei negoziato il più fosse fatto, l'esame fosse ormai passato. E invece man mano che i negoziati avanzano, se mai saranno avviati, dovremo essere via via più stringenti. E questo ai turchi da un grandissimo fastidio». Una situazione grave, avvertono a Bruxelles, che se non troverà una rapida correzione potrebbe portare a un congelamento dei negoziati.
[Data pubblicazione: 03/08/2005]
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V.V

 
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