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Iniziativa Culturale:

 

 

24 aprile 2012 ore 17.30
Direzione Artistica Palazzo Zenobio per l'Arte
Collegio Armeno Moorat Raphael
presentano:

"Armin T. Wegner, gli Armeni in Anatolia 1915, immagini e testimonianze"

24 aprile 2012 ore 17.30
Palazzo Zenobio, Fondamenta del Soccorso 2596, Venezia.
Direzione Artistica Palazzo Zenobio per l'Arte



Introdurrà la mostra al pubblico Mischa Wegner, figlio di Armin Wegner.
Il 24 aprile è il giorno dell'anniversario del genocidio armeno.

Dalle ore 9.30 della mattina, alle ore 20.00 di sera il Maestro Koko Garabed Sakayan realizzerà una grande pittura dedicata al tema nell'atrio del Palazzo;
la performance d'arte e l'opera finita s'intitoleranno: ...per me ogni giorno è il 24 aprile...
...e ancora l'affascinante mostra:

FRAMMENTI DI LUCE INTORNO AD UN GIARDINO NERO

Esposizione di 24 quadri (foto) di chiese armene, costruite nei diversi tempi nel primo medioevo.
Chiese che hanno unicità architettonica e di posizione.
Sono foto scelte da 1010 fotografie che Bjorn Jorgonson (architetto danese) ha realizzato in Armenia e ha pubblicato in un libro (per adesso solo in danese).




IL GENOCIDIO DEGLI ARMENI – METZ YEGHERN

QUANDO E DOVE: nel quadro del primo conflitto mondiale (1914-1918) si compie, nell’area dell’ex Impero ottomano, in Turchia, il genocidio del popolo armeno (1915 – 1923), il primo del ventesimo secolo.

Con esso il governo dei Giovani Turchi, che ha preso il potere nel 1908, attua l’eliminazione dell’etnia armena, presente nell’area anatolica fin dal 7° secolo a.C.

ENTITA’ DELLO STERMINIO: nella memoria del popolo armeno, ma anche nella stima degli storici, perirono i due terzi degli armeni dell‘Impero ottomano, all’incirca 1.500.000 di persone.

Molti furono i bambini islamizzati e le donne inviate negli harem. La deportazione e lo sterminio del 1915 sono stati preceduti dai pogrom del 1894-96 voluti dal Sultano Abdul Hamid II e da quelli del 1909 attuati dal governo dei Giovani Turchi.

AUTORI DEL PROGETTO E DELLA MESSA IN ATTO: le responsabilità dell’ideazione e dell’attuazione del progetto genocidario vanno individuate all’interno del partito dei Giovani Turchi, “Ittihad ve Terraki” (Unione e Progresso).

L’ala più intransigente del Comitato Centrale del Partito ha pianificato il genocidio, realizzato attraverso una struttura paramilitare, l’ Organizzazione Speciale ( O.S ) , diretta da due medici, Nazim e Chakir.

L’O.S. dipendeva dal Ministero della guerra e attuò il genocidio con la supervisione del Ministero dell’interno e la collaborazione del Ministero della giustizia.

I politici responsabil i dell’esecuzione del genocidio furono: Talaat, Enver, Djemal. Mustafa Kemal, detto Ataturk, ha completato e avallato l’opera dei Giovani Turchi, sia con nuovi massacri, sia con la negazione delle responsabilità dei crimini commessi.

PIANIFICAZIONE: il genocidio degli armeni può essere considerato il prototipo dei genocidi del ventesimo secolo.

La pianificazione avviene tra il dicembre del 1914 e il febbraio del 1915 con l’aiuto di consiglieri tedeschi, alleati della Turchia, all’interno del primo conflitto mondiale. L’obiettivo era di risolvere alla radice la questione degli armeni, popolazione cristiana che guardava all’occidente.

MOVENTI IDEOLOGICI: il movente fondamentale è da ricercarsi all’interno dell’ideologia panturchista, che ispira l’azione di governo dei Giovani Turchi, determinati a riformare lo Stato su una base nazionalista, e quindi sull’omogeneità etnica e religiosa.

La popolazione armena, di religione cristiana, che aveva assorbito gli ideali dello stato di diritto di stampo occidentale, con le sue richieste di libertà e uguaglianza avrebbe potuto costituire un ostacolo e opporsi al progetto governativo.

La motivazione principale del genocidio, dunque, perpetrato dal governo turco, fu di tipo politico. L’obiettivo degli ottomani era la cancellazione della comunità armena come soggetto storico, culturale e soprattutto politico. ;

Non secondaria fu la rapina dei beni e delle terre degli armeni.

Il governo e la maggior parte degli storici turchi ancora oggi rifiutano di ammettere che nel 1915 è stato commesso un genocidio ai danni del popolo armeno.

MODALITA’ DI ESECUZIONE: il 24 aprile del 1915 tutti i notabili armeni di Costantinopoli vennero arrestati, deportati e massacrati. A partire dal gennaio del 1915 i turchi intrapresero un’opera di sistematica deportazione della popolazione armena verso il deserto di Der-es-Zor. Il decreto provvisorio di deportazione è del maggio 1915, seguito dal decreto di confisca dei beni, decreti mai ratificati dal parlamento. Dapprima i maschi adulti furono chiamati a prestare servizio militare e poi passati per le armi; poi ci fu la fase dei massacri e delle violenze indiscriminate sulla popolazione civile; infine i superstiti furono costretti a una terribile marcia verso il deserto, nel corso della quale gli armeni furono depredati di tutti i loro averi e moltissimi persero la vita. Quelli che giunsero al deserto non ebbero alcuna possibilità di sopravvivere, molti furono gettati in caverne e bruciati vivi, altri annegati nel fiume Eufrate e nel Mar Nero.



Avete mai pensato cosa significa vedere l’uomo morire una, dieci, cento, mille, diecimila, centomila, un milione di volte?
Di vederlo con i vostri occhi, lì davanti a voi, vedervi strappare un pezzetto di vita da ognuno di loro, morire con loro e non morire ma essere destinati a portare la memoria dentro di voi per il resto dei giorni.
Urlare nel sonno, urlare per una vita intera, l’unica liberazione possibile per una possibile sopravvivenza. Il deserto dell’Anatolia.

Mio padre è morto tante volte, nei deserti dell’Anatolia prima, nei campi di concentramento poi, nei libri bruciati dai nazisti a Berlino,
sulla stele in ricordo degli uomini di letteratura morti in esilio.....

E’ morto ogni volta che la dignità dell’uomo è stata calpestata, e con lui muore ogni volta un pezzo di me stesso, un pezzo di umanità, un pezzo di tutti noi.

Padova, 30 novembre-2 dicembre 2000, I Convegno Internazionale “Si può sempre dire un sì o un no. I Giusti contro il genocidio degli armeni e degli ebrei”,
dall’intervento di Mischa Wegner, figlio di Armin T. Wegner,
l’ufficiale tedesco testimone oculare del genocidio del popolo armeno del 1915 ad opera del governo dei Giovani turchi.





La Mostra : Armin T. Wegner e gli Armeni in Anatolia,1915

Immagini e Testimonianze


La mostra, oggi a Palazzo Zenobio, composta di 22 pannelli con fotografie e testi, è stata inaugurata a Milano al Museo archeologico nel 1995, in occasione dell’80° anniversario del genocidio del popolo armeno ed è diventata “itinerante”. Ha toccato sino ad ora più di 90 città in Italia e all’estero (di questa mostra esiste anche un’edizione in inglese).

Si tratta di circa 80 fotografie scattate dall’ufficiale tedesco Armin T. Wegner, testimone oculare del genocidio degli armeni, perpetrato nel 1915 dal governo dei Giovani turchi, genocidio in cui hanno perso la vita più di un milione e mezzo di persone. Il primo genocidio del XX secolo, genocidio dimenticato e sino ad oggi “negato” dalla Turchia, di cui gli armeni vogliono tener viva la memoria per un doveroso tributo alle vittime.

La mostra, corredata di carte geografiche e schede storiche, documenta anche l’impegno di Armin T Wegner nella difesa dei diritti civili e il suo sforzo di far conoscere al mondo quanto era accaduto nei deserti dell’Anatolia.

Testimonianze di un genocidio dimenticato dove la disperazione del testimone sembra aggiungersi alla disperazione delle vittime, restituendoci immagini cariche di sofferenza e dignità.

Armin T. Wegner, dando voce ai deportati armeni nel deserto di Der es Zor, è diventato la voce di tutti i deportati della terra.

Quello degli armeni è stato il primo genocidio del XX secolo nel significato fatto proprio dal la “Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio”approvata dall’Assemblea dell’ONU il 9 dicembre del 1948: eliminazione fisica di un popolo e della sua cultura.

Palazzo Zenobio per l'Arte
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v.v

 
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