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050820 - A VARDAN OSKANIAN il premio GROSSO VENEZIANO
Giovedì 18 Agosto 2005

A VARDAN OSKANIAN il premio GROSSO VENEZIANO
Il ministro degli esteri della Repubblica d’Armenia ha sempre operato per la coesistenza pacifica con le vicine nazioni caucasiche
Di particolare rilievo quest’anno il Premio assegnato dalla Fondazione Masi, assieme a quelli per la Civiltà Veneta e per la Civiltà del Vino, che saranno
consegnati il 24 settembre a S. Giorgio di Valpolicella
La Fondazione Masi, avvicinandosi al venticinquesimo compleanno dei suoi Premi Civiltà Veneta e Civiltà del Vino, ha puntato decisamente nella sua entiquattresima edizione, che prevede la cerimonia di premiazione sabato 24 settembre nella Pieve longobarda di San Giorgio di Valpolicella, ad un significato sempre più ampio dei propri riconoscimenti, che assumono per molti
aspetti una valenza internazionale.
Di particolare rilievo è il Premio «Grosso d'oro veneziano», che riproduce la prima moneta aurea coniata alla fine del 1300 dalla Repubblica Serenissima , che per alcuni secoli ebbe valore di moneta contante in una vasta area mitteleuropea e mediterranea, e che è stato conferito per la prima volta due anni fa a Milan Cucian, primo presidente della Repubblica slovena.
Ora viene assegnato quest'anno a Vardan Oskanian, ministro degli esteri della Repubblica d'Armenia. Il «Grosso d'oro» ha come principale motivazione del suo conferimento l'impegno attivo per la pace e la solidarietà tra i popoli, e proprio la personalità del ministro degli esteri d'Armenia, che da quando
ricopre dal 1998 il suo alto incarico, ma anche precedentemente, ha sempre operato per la coesistenza pacifica con le vicine nazioni caucasiche ed il
riconoscimento dei diritti umani in una vasta area, è parso alla commissione selezionatrice singolarmente adatto a rappresentare il concreto impegno per
ottenere e conservare le finalità che il premio intende riconoscere.
Tra l'altro, proprio a Venezia, nell'isola degli Armeni, ha sede una significativa comunità monastica che mantiene vive le tradizioni e la liturgia
dei riti armeni dopo la caduta dell'Impero romano d'Oriente e che costrinse alla prima grande diaspora del popolo armeno.
Assume poi una precisa valenza internazionale anche il Premio Civiltà Veneta che verrà assegnato a Guido Bertolaso, capo del dipartimento della protezione
civile della Repubblica italiana. Nato a Roma da una famiglia originaria di Cazzano di Tramigna (Verona), facente parte della grande diaspora dell'emigrazione veneta, è laureato in medicina e chirurgia alla Sapienza di Roma e ha conseguito il Master of Scienze in Public healt alla Liverpool School of Tropical Medicine. Ha creato e diretto l'ospedale italiano di Ta Phraya, al confine tra la Thailandia e la Cambogia, punto di riferimento delle Nazioni Unite per i rifugiati, è stato coordinatore di tutti i progetti sanitari, di emergenza e di assistenza umanitaria nei paesi in via di sviluppo per conto del Ministero degli esteri italiano, divenendo poi capo del dipartimento affari sociali della Presidenza del Consiglio, vice direttore esecutivo dell'Unicef a New Jork con responsabilità diretta sui diritti dell'infanzia, vice commissario vicario per il Grande Giubileo dell'anno 2000 e responsabile dell'organizzazione dei grandi eventi tra cui il raduno mondiale dei giovani a
Tor Vergata, direttore generale per il servizio civile, assumendo infine, in qualità di Capo del dipartimento italiano della protezione civile
Con Guido Bertolaso ci sono altri due medici, nella rosa dei premiati con il "Civiltà Veneta" 2005, entrambi di rinomanza internazionale . Il primo è il
veneziano Alessandro Mazzucco, rettore dell'Università di Verona . Medico con specializzazione in psichiatria è anche Gillo Dorfles, triestino, al quale la
Fondazione Masi riserva un premio speciale, che può definirsi "alla carriera" nell'ambito dei premi Cultura Veneta.

V.V

 
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