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050805 - Armenia: quale futuro per quale economia?


Dal crollo del regime comunista ad oggi, l’Armenia ha dovuto confrontarsi, come tutti gli altri paesi dell’area, con il processo di transizione economica e
politica. Negli ultimi anni sono state avviate una serie di riforme, sulla base elle indicazioni previste dal Poverty Reduction Strategy Paper; per quanto riguarda al produzione, importanti novità stanno interessando il settore energetico (gas) e quello minerario (diamanti).

Eleonora Faina

Equilibri.net (05 agosto 2005)

I dati

L’Armenia ha indubbiamente beneficiato dei retaggi produttivi del periodo
comunista. A tale fase della storia del paese risalgono, infatti, la creazione
di un sistema industriale moderno, capace di produrre macchinari, tessuti e
beni manifatturieri destinati agli scambi con le altre sei repubbliche
sovietiche dell’area: in cambio l’Armenia riceveva risorse energetiche e
materie prime di cui era carente. Il conflitto di Nagorno-Karabakh, che ha
colpito il paese dal 1988 al 1994, ha avuto evidenti implicazioni sul processo
di sviluppo del paese, provando la distruzione di numerose vie di
comunicazione, provocando una brusca interruzione degli scambi commerciali e un
conseguente peggioramento delle condizioni economiche. Il conflitto di
Nagorno-Karabakh ha altresì contribuito ad innalzare il tasso di
disoccupazione, inferendo un ennesimo colpo ad un’economia già in difficoltà.
L’elevato numero di disoccupati è andato ad ingrossarsi, nel corso del
conflitto, con i circa 360.000 rifugiati: le precarie condizioni di vita della
popolazione armena ha reso essenziale l’attuazione di piani di aiuti umanitari
e di assistenza da parte delle istituzioni internazionali. Le difficoltà
economiche innescate dal conflitto sono state accompagnate, inoltre, da un
precaria condizione del quadro politico-istituzionale che non ha contribuito a
facilitare la ripresa del paese: l’ascesa al potere dell’attuale presidente
Robert Kocharyan ha permesso però la definizione di una quadro politico più
stabile e ha anche permesso l’avvio di una serie di riforme strutturali ed
economiche essenziali per ridurre la povertà.

L’economia armena è un’economia di dimensioni limitate, caratterizzata da un
reddito pro capite basso (circa 950$ all’anno, dati del 2004). I settori
produttivi più importanti sono l’industria, che contribuisce per il 36.1% alla
formazione del PIL, e l’agricoltura, che contribuisce per il 22.9%. La crescita
economica del paese, per il 2005-2006, è stimata intorno al 7%, segnando un
decremento del 3% circa rispetto al 2004, anno in cui le rilevazioni avevano
indicato una crescita del 10.1% annuo. In realtà, le cause maggiori di questo
rallentamento della crescita del paese vanno rintracciate soprattutto nel
ridotto volume del mercato interno e nell’aumento, nel contempo, delle
importazioni dall’estero. Il settore industriale rappresenta anche oggi la
maggiore fonte di ricchezza del paese, forte di alcune produzioni quali quella
metallurgica, quella energetica e quella dei macchinari; anche i settori
dell’edilizia e dei trasporti stanno contribuendo a rilanciare l’economia del
paese, grazie ad una serie di nuovi progetti avviati recentemente.
L’agricoltura, invece, ha segnato un leggero decremento della propria
produzione, rispetto al 2004, anno in cui la crescita nel settore è stata del
14.5%. I prodotti agricoli di maggiore interesse sono il grano, le patate, il
tabacco, verdure in generale, uva e frutta. L’agricoltura dipende largamente
dall’efficienza dei sistemi di irrigazione, soprattutto nell’area circostante
il fiume Aras. La crescita del settore è stata positivamente favorita dal
consolidamento del processo di privatizzazione dei lotti agricoli, dopo il
crollo del regime comunista, e dall’affermarsi di un’economia di mercato;
tuttavia, si rileva l’incapacità del settore di attrarre investimenti: a tal
proposito sono attese delle azioni del Governo che possano contribuire a
convogliare nuove risorse nel settore, al fine di proseguire nel processo di
modernizzazione.

Rispetto ad altri paesi dell’area ex-comunista, l’Armenia ha sicuramente
segnato i maggiori progressi in termini di crescita: per il 2004 essa è stata
del 10.1%, con un tasso di inflazione pari al 3.5% (in tal senso sono
considerati favorevolmente gli impegni del Governo volti a contenere l’aumento
dei prezzi, per rendere maggiormente competitive le merci armene); tuttavia è
significativo il persistere di un alto tasso di povertà che colpisce circa il
50% della popolazione. La diffusa povertà e l’alto tasso di disoccupazione
spiegano la crescita del fenomeno emigratorio, che sta progressivamente
erodendo la base più giovane della popolazione, in cerca di maggiori
possibilità economiche e lavorative all’estero.

Energia e diamanti

La produzione industriale è dominata, oltre che dai suddetti manufatti, anche
dalla lavorazione di minerali come l’oro, i diamanti, il carbone e lo zinco.
Mentre, per quanto riguarda i beni finiti, l’industria può contare sulla
produzione di prodotti elettronici, di macchinari e su prodotti chimici e
lavorati. Un importante comparto della produzione industriale è ricoperto
dall’estrazione e del taglio di diamanti. Per quanto attiene questo settore,
nell’ultimo anno la produzione è sensibilmente scesa, ciononostante le
esportazioni sono crescute del 39% nel 2004. La riduzione delle esportazioni di
diamanti è imputabile essenzialmente ad una diminuzione delle importazioni dei
diamanti grezzi dalla Russia, scese dal 26% al 22% tra il 2003 e il 2004.
Inoltre, i guadagni derivati dalle esportazioni dei diamanti lavorati non hanno
che compensato le spese incorse per le importazioni del minerale dalla Russia:
dato questo sintomatico delle difficoltà incorse nel settore. Il principale
mercato armeno si conferma essere Israele, secondo solamente al Belgio. I
minerali preziosi ricoprono circa il 12% del totale dei guadagni risultanti
dalle esportazioni armene. Nel 2003 il Governo ha varato un piano su base
triennale che dovrebbe rilanciare la produzione nel settore fino a raggiungere
il volume e il valore di 500 milioni di dollari e che dovrebbe contribuire così
alla formazione di nuovi posti di lavoro, circa 10.000. tuttavia le difficoltà
incorse nel settore negli ultimi anni hanno reso sempre più difficile e arduo
il raggiungimento di questi obiettivi. È opportuno sottolineare che il calcolo
dei proventi derivanti dalle esportazioni di diamanti è effettuato sulla base
del valore del dollaro: il recente deprezzamento della valuta statunitense, ha
inevitabili ripercussioni anche sull’economia del settore, provocando un rialzo
dei costi dei diamanti armeni sul mercato americano.

Altro settore di particolare rilevo è quello energetico. L’Armenia non può
contare né su risorse petrolifere proprie, né su grandi giacimenti di gas. Il
conflitto di Nagorno-Karabakh ha contribuito a ridurre ulteriormente la
capacità energetica dell’Armenia, che è dovuta ricorrere al riattivazione di un
impianto nucleare, quello di Metsamor, per riuscire a compensare la diminuita
offerta di energia. L’impianto, precedentemente distrutto a seguito di un
violento terremoto che aveva colpito il territorio armeno nel 1988, è stato
successivamente riaperto nel 1995. Le importazioni di gas naturale in Armenia
sono cresciute fino a raggiungere quota 1.7 miliardi di metri quadrati nel
2005, a dimostrazione di una crescita nei consumi domestici e di un
miglioramento della capacità di fornitura della rete del gas. La compagna
armena produttrice di gas, la Aermrogazprom, ha investito circa 12.6 milioni di
dollari nella privatizzazione e nell’espansione della rete nel 2004. nuove
infrastrutture infatti sono state costruite, fino a raggiungere un’estensione della rete pari a circa 650 km. Attualmente il maggiore partner commerciale nel settore si conferma essere la Russia, ma un recente accordo concluso con l’Iran permetterà, a partire dal 2007, a questo paese di esportare in Armenia fino a 36 miliardi di metri quadrati di gas in 20 anni. A pagare le conseguenze di nquesti nuovi accordi nel settore, sarà la Gazprom, l’azienda russa che distribuisce il gas, la quale ha avanzato l’ipotesi di aumentare la propria fornitura del bene per supplire al fabbisogno del paese, tuttavia la medesima compagnia ha espresso fortemente la propria opposizione alla creazione di una nuova rete del gas che apra le porte ad altri mercati, come quello della Georgia e della Turchia, nel timore che esso possa contribuire ad aumentare la concorrenza non solo con l’Iran ma anche con altre industri russe leaders nel settore. Il Governo ha manifestato la volontà di dare nuovo slancio allaricerca e allo sviluppo di nuove fonti di energia (come l’acqua). Dal punto di vista politico e normativo, il settore energetico è stato tuttavia colpito e penalizzato da una corruzione dilagante e da una complessiva inefficienza degli addetti al settore. A tal proposito il Governo ha ritenuto opportuno procedere con una più decisa privatizzazione del settore, introducendo nuovi strumenti per la risoluzione delle controversie, e con una gestione più razionale delle
risorse finanziarie.

Conclusioni

A partire dal 2001, l’Armenia, potendo contare anche del sostegno del Poverty Reduction and Growth Facility Program del Fondo Monetario Internazionale, ha introdotto una serie di riforme, segnatamente nel settore fiscale, bancario ed nergetico, alle quali è stato affiancato un apposito Poverty Reduction Strategy Paper. L’obiettivo prioritario era quello di ridare fiducia al sistema economico armeno, e di dare un nuovo slancio e un nuovo vigore agli investimenti, soprattutto attraverso un più chiaro e coerente riassetto del istema bancario nazionale. Le riforme hanno interessato l’esazione fiscale, attraverso la semplificazione del quadro normativo vigente, soprattutto di quello a carico delle imprese, e, inoltre, attraverso la previsione di un nuovo codice penale, con la previsione di reati di frode e di illeciti tributari. Tra e iniziative del Governo anche la riforma del settore energetico. Il settore bancario riveste un ruolo di grande importanza, in particolar modo nel quadro del rafforzamento e consolidamento del processo di privatizzazione cui dovrebbe accompagnarsi un efficiente sistema finanziario. La riforma del settore si è concretizzato attraverso il varo di nuove leggi contro la bancarotta e il rafforzamento delle misure contro i fenomeni di frode. L’Armenia è attualmente n una fase cruciale del proprio sviluppo. L’attuazione delle riforme e delle politiche previste per il PRSP aiuteranno il paese a sostenere la crescita economica e a raggiungere i Millenium Developpment Goals. Importanti per il paese anche le relazioni con i vicini: Russia, Turchia e Azerbaijan, gli ultimi dei quali mantengono ancora l’embargo commerciale imposto alla fine del conflitto di Nagorno; inoltre, la ripresa dell’economia armena è tuttora dipendente dalla cooperazione con il FMI e con la Banca Mondiale, per il futuro sono attesi decisi e continui progressi, soprattutto a conferma dell’attuale trend positivo caratterizzato da un dal processo di privatizzazione, attualmente in atto.



V.V

 
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