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Si litiga per una statua che celebra l'Amicizia fra Turchia e Armenia, e che adesso dopo giorni di dibattito, verrą demolita
da LaStampa.it di marta ottaviani
La Statua della Discordia

Ovvero: come un pezzo di cemento ha occupato le cronache per un mese senza farsi la domanda più importante
MARTA OTTAVIANI
Da quasi un mese l'argomento tiene banco su tutti i giornali turchi, spesso in prima pagina, a parte questi giorni dolorosi, dove predomina la crisi egiziana.
Si litiga per una statua che celebra l'Amicizia fra Turchia e Armenia, e che adesso dopo giorni di dibattito, verrà demolita, praticamente a causa delle parole del premier Erdogan, che l'aveva definita "una mostruosità".

Vi riassumo brevemente la telenovela.

Erdogan, in visita a Kars, al confine con l'Armenia, dice che la statua è "una mostruosità" e va demolita e al suo posto va messo un giardino. Esponenti armeni - 1: siamo d'accordo con il premier, è oggettivamente brutta. Lo scultore risponde sdegnato, paragonando la distruzione della Statua all'abbattimento dei Buddha da parte dei Talebani. I giornali si chiedono: ma da quando un premier si permette di ordinare la demolizione di un monumento?
Esponenti armeni - 2: non sarebbe un bel gesto. Il vicepremier Arinc butta acqua sul fuoco: Erdogan non voleva dire che la statua dovesse essere abbattuta. L'opposizione fa i conti in tasca: la statua è costata circa 300mila euro. Lo scultore: io ne ho presi solo 30mila. L'opposizione insinua dubbi: lo
fa per raccogliere i voti dei nazionalisti. Il sindaco di Kars: ci rovina il panorama sulla città (moschee incluse). L'opposizione replica: ma che cosa state dicendo, è troppo lontana. La città di Smirne: se volete la prendiamo noi. I giornali: è difficile da rimuovere e il trasporto costa troppo. E poi,
aggiungo io, a Smirne perderebbe il suo significato. Ieri sera, finalmente, il verdetto: per 19 voti favorevoli e 4 il comune di Kars ha deciso la sua demolizione.

Da persona che ha studiato la storia dell'Arte per tanti anni, sono commossa da questo (inedito e improvviso) amore del premier per il Bello. Tuttavia, rivolgo a tutte le persone e istituzioni citate sopra la domanda che mi è venuta subito in mente, che non ha trovato posto nei fiumi di inchiostro dedicati alla vicenda, e che certo sarà balenata anche nelle vostre teste: ma i negoziati per
il riavvicinamento con l'Armenia a che punto sono?

G,C

 
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