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27 gennaio: memoria e attualitą
Arezzo News
27 gennaio: memoria e attualità
Giovedì 27 Gennaio 2011 08:54 Ufficio Stampa
Le ricorrenze, quando vengono istituzionalizzate, rischiano di perdere lo spirito originario, il ruolo di stimolo alla riflessione collettiva. Anche la “giornata della memoria” corre questo rischio, soprattutto in tempi come questi, in cui tutto sembra spingerci a dimenticare, più che a ricordare.
Per questo è doveroso apprezzare quelle istituzioni (non molte in realtà, a ben guardare i programmi) che nella ricorrenza del 27 gennaio hanno attivato manifestazioni, incontri, mostre, hanno sostenute meritoriamente iniziative delle scuole, che , come luogo di formazione delle idee e della cultura delle giovani generazioni, andrebbero sempre più curate.
E’ interessante la scelta del Comune di Bibbiena di sostenere iniziativa della locale scuola media, che ha dedicato la giornata della memoria al genocidio degli Armeni, perpetrato dal governo dei “giovani turchi” agli inizi della prima guerra mondiale
Non volendo pensare che la scelta sia stata dettata dal desiderio di evitare di parlare di fascismo e nazismo, che ancora genera qualche imbarazzo, la scelta della strage degli Armeni (una ferita ancora aperta) ci riporta a problemi di grande attualità e che ci impongono di riflettere sui nostri comportamenti e atteggiamenti attuali, su quello che è il nostro comune pensare prevalente.
Il Massacro degli Armeni è in genere considerato come "prova generale" ante litteram degli ora più noti massacri dei deportati ebrei durante la seconda guerra mondiale e del tentativo di costituzione di Stati etnicamente omogenei.
E’ questa la riflessione che dovremmo fare oggi. Alla base di questi drammatici avvenimenti c’è una cultura profondamente razzista, l’idea della razza pura, di stati-nazione che si fondano su un’unica etnia, ritenuta superiore , per la quale le altre razze (che siano Armeni, Curdi, nativi americani, bosniaci, Rom o del Ruanda, tanti per ricordare alcune “pulizie etiche che la nostra cattiva coscienza di civili occidentali ci porta a nascondere)altro) sono pericoli da eliminare.
Siamo usciti oggi da questa cultura e da questi pericoli?
Onestamente temiamo di no. Anzi, ci sembra che anche in Italia, visti i continui inviti a dimenticare, ad andare “oltre”, ad omologare, sotto altre spoglie questo tipo di cultura stia subdolamente e pericolosamente riemergendo.
Quale è l’ideologia che sta alla base di amministratori della cosiddetta Padania, quando chiedono alle pubbliche biblioteche di eliminare i libri di Saviano o di altri scrittori ed intellettuali non omogenei e non graditi al potere imperante?
Che cosa c’è dietro all’idea di riservare le mense, le borse di studio o le case ai soli figli dei padani? O di riservare i posti da insegnanti solo agli stessi “padani”?
Quale tipo di ideologia si cela dietro la caccia ai rom, allo straniero o alla diffusa diffidenza e discriminazione di chiunque non è del “mio paese?
Nei giorni scorsi si è attivato un dibattito politico su una sciagurata affermazione del parroco di Rigutino, che a proposito dei Rom aveva richiamato Himmler!
Alcuni militanti di Sinistra Ecologia Libertà, che avevano organizzato un volantinaggio contro le affermazioni del parroco, sono stati assaliti da alcuni rappresentanti del Popolo della Libertà ed impediti di distribuire il loro materiale.
Si può legittimamente dissentire sul materiale prodotto e si può ritenere inopportuna l’iniziativa. Ma si può accettare che si impedisca a qualcuno di esporre le proprie idee?.
Noi siamo comprensivi rispetto al parroco, ca piamo l’esasperazione che si prova in certi momenti e certe reazioni istintive (anche se….le reazioni sono state scritte e pubblicate): Non intendiamo certo riattivare polemiche nei suoi confronti. Oltretutto si è debitamente scusato.
Ma resta il fatto preoccupante di una mentalità di intolleranza politica e culturale, di una non accettazione del diverso o del dissenso, che sta crescendo, a cui ci stiamo assuefacendo, e che dovrebbe tutti preoccuparci , al di là delle personali posizioni politiche. E’ un problema di difesa della democrazia, della libertà, della garanzia della libera espressione, della libera circolazione delle idee. Non sarà inutile per questo ricordare su quale humus culturale nacquero il fascismo ed il nazismo!
Vorremmo che la giornata della memoria ci aiutasse a riflettere su questo, anche ricordando un perseguitato popolo lontano come gli Armeni.
Sinistra Ecologia Libertà

G.C

 
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