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L'Ospizio della Nazione Armena di Via Giulia e sfratto degli inquilini ;
VIA GIULIA E VIA DEL GONFALONE
http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/11_gennaio_21/sfrattati-vaticano-roma-brogi-181300220666.shtml Sfrattate dal Vaticano, due famiglie in sciopero della fame da una settimana Gli inquilini contestano la fine locazione: la proprietà non ha mai rimborsato i lavori di ristrutturazione
La signora La Vista all'ingresso della abitazione di via del Gonfalone (Proto) ROMA - Sfrattati da strutture religiose, l.Apsa della Santa Sede e l.Ospizio degli Armeni. Tre famiglie in sciopero della fame nel centro storico contro lo sfratto imminente. Sotto accusa per due famiglie, in via del
Gonfalone e via Giulia, la struttura che amministra il patrimonio immobiliare del Vaticano, l.Apsa. «Ma come ? . obbiettano gli affittuari -, spesso abbiamo sentito alti rappresentanti della Chiesa invocare il binomio tra casa e famiglia. Proprio un bell’esempio danno poi...». L.8 febbraio l’ufficiale giudiziario si presenterà di nuovo ai due indirizzi.

DODICI ANNI IN CAUSA - Cosa succederà quel giorno? Anna La Vista resiste da una decina di anni in via del Gonfalone, a capo di una famiglia che include il padre anziano e la coppia del figlio con la moglie più un bambino. In quella casa, che ora l’Aspa rivorrebbe indietro, era entrata nel .93, quando l’abitazione era gestita dal Capitolo di San Pietro. Lo sfratto è scattato nel .99, da allora si trascina come un incubo che ora rischia di essere arrivato al dunque.

Anna La Vista nell'ex casa della perpetua (Proto)RESTAURI PER 150 MILIONI

- «Questa era una vecchia abitazione da perpetua . spiega Anna La Vista -. All’inizio degli anni .90 consisteva in una scala a chiocciola attaccata alla Chiesa e poi su in alto, sopra la navata, in uno spazio con le finestre ridotte a infissi cadenti, con una misera lampadina attaccata al soffitto e un bagno alla turca. Sono entrata con gli amministratori del Capitolo che mi suggerirono di restaurare il tutto a spese mie».
«Erano monsignor Salvatore Delogu e il professor Giovanni Chiumento. Io accettai, spesi 150 milioni di lire e seguii anche le loro indicazioni per l’impiego di ditte di fiducia del Vaticano, come la Edilfestuccia, Mazzanti ed altri - prosegue -. Ho ancora qui le matrici degli assegni, così come conservo la lettera in cui, in risposta a una mia richiesta di contributo per le spese, Delogu ribatteva: "Come già ebbi a riferirle a voce, quando venne da me su segnalazione di mons. Francia, a firmare il contratto di locazione, che se necessitava eseguire lavori nell’appartamento, avrebbe dovuto eseguirli Lei, anche perché più bella renderà la casa e più se la godrà per sempre...».

MAI RIMBORSATI - Quel «sempre» - a fronte di lavori mai rimborsati dalla proprietà ai locatari - è finito nel nulla al primo scadere del contratto quadriennale, quando il nuovo amministratore del Capitolo, monsignor Michele Basso, avviò la causa di sfratto per «finita locazione». Basso fu poi sostituito da monsignor Bordin e oggi il Capitolo, entrato nel patrimonio del Vaticano, viene amministrato dall’Apsa.
L’Amministrazione del Patrimonio della Santa sede ottenuto lo sfratto vuole sbattere fuori a quanto pare Anna La Vista (con tutti i suoi parenti) in via del Gonfalone e l’altra affittuaria di via Giulia. Una settimana fa la decisione degli inquilini: lo sciopero della fame. Anna La Vista conclude:
«L’abbiamo avviato in silenzio, c’è tra noi chi anche se ne vergogna un po.. Ma che possiamo fare? Ormai sono già arrivata in silenzio al settimo giorno di protesta silenziosa...».

Paolo Brogi

http://masaghepensu.splinder.com/ Le case di Dio. Paolo Dimalio, 31 ottobre 2007 Accade a Roma Gli sfratti del Vaticano. In questi giorni tantissime persone rischiano di perdere la casa. In gran parte abitano in appartamenti della Santa Sede o di enti Ecclesiastici Barricata nel suo appartamento di via Giulia, dietro Campo de Fiori nel cuore di Roma, Nancy l'ha scampata ancora. L'ufficiale giudiziario che le ha notificato l'ennesimo avviso di sfratto è arrivato da solo, senza la forza pubblica. Le è andata bene. Stasera avrà un tetto sotto il quale dormire. Domani, chissà. Nancy Elseberg è americana, ha 72 anni e una vita da cantante lirica alle spalle. Da oltre 40 anni vive a Roma, in un piccolo appartamento preso in affitto dal Pontificio Collegio Armeno, proprietario dell'intero stabile di via Giulia. In 40 anni Nancy non ha mai sgarrato. Ogni mese ha versato la somma dovuta. I preti armeni la sfrattano non per morosità, ma per finita locazione. Un appartamento al centro di Roma infatti è un tesoro inestimabile. Vale molto di più dell'affitto pagato ogni mese da Nancy. Per questo i porporati intendono cacciarla. Si chiama speculazione immobiliare. Solo che stavolta a speculare non è un "palazzinaro" qualsiasi, bensì un ordine religioso che gode, come tutti gli enti ecclesiastici, dello sconto del 50% sull'Ires, la tassa sui redditi degli affitti. Nello stabile di via Giulia Nancy non è l'unica sotto sfratto. Uno degli inquilini, stremato dalle pressioni dei porporati, si è già trasferito. Non ne poteva più dell'incubo dello sfratto. L'unico a non avere problemi coi preti armeni è Roberto Sciò, titolare dell'albergo "Il Pellicano" a Porto Ercole. Singolare coincidenza: due appartamenti al piano terra, dopo anni lasciati sfitti, sono passati da poco all'Hotel "St. George", a due passi dallo stabile di via Giulia. Una raffica di sfratti vaticani si sta abbattendo sulla capitale. A Roma Santa Sede ed enti ecclesiastici possiedono un palazzo su quattro. Chiese e luoghi di culto, certo. Ma anche alberghi, case d'accoglienza e appartamenti in affitto. Il walzer degli sfratti è iniziato nel 2000 con la fine dell'equo canone. Oggi nella Capitale sono circa 35.000 le persone che rischiano la casa. Nel 2006 sono stati eseguiti circa 6000 sfratti. Non tutti, ovviamente, riguardano appartamenti del Vaticano. Il 15 ottobre, scaduto il decreto blocca sfratti, è tornato l'incubo. A Nancy è andata bene. Domani tocca a Nadia, invalida, sfidare la roulette russa dello sfratto. Lei vive col marito in un appartamento a ridosso del Colosseo. Il proprietario dell'immobile è il Collegio Maronita "Beata Maria Vergine". Per cacciare Nadia i Maroniti hanno chiesto l'uso della forza pubblica. Giusto per illustrare che cosa s'intende per carità cristiana. GalileoGalilei Inviato il: 5/11/2007, 07:08 Gruppo: Amministratore Messaggi: 9410 Stato: http://www.agoramagazine.it/agora/spip.php?article753 Sfratti vaticani: inquilini sotto assedio (seconda parte). tra ufficciali giudiziari e speranze di proroga lunedì 5 novembre 2007 di Paolo Dimalio Proseguono gli “sfratti divini” nella Capitale. Il trentuno ottobre è toccato a Nadia, disabile, attendere l’ufficiale giudiziario. Il Collegio Maronita aveva chiesto l’uso della forza pubblica. Quando Nadia Evangelista entrò per la prima volta nell’appartamento di via della Polveriera, dietro il Colosseo, dal soffitto entrava la pioggia e sul pavimento era cresciuto il muschio. Si consultò col marito, poi firmò il contratto d’affitto. I preti maroniti, proprietari dell’appartamento e dell’intero stabile, le dissero che da lì nessuno l’avrebbe mai cacciata. Così Nadia e suo marito si rimboccarono le maniche. E misero mano al portafogli. Rifecero pavimento, soffitto, bagno. Tirarono giù un paio di muri per fare spazio alla carrozzina. Alla fine si ritrovarono il conto in banca vuoto. Ma quella stamberga era diventata la loro casa. Da allora sono trascorsi trent’anni. E qualcosa dev’essere successo, se e i preti maroniti sono ricorsi alla forza pubblica per sfrattare una donna disabile. Nadia si è offerta di pagare 1.200 euro per l’affitto mensile. Di più, le sue tasche non lo consentono. I maroniti hanno risposto picche. E hanno dato avviso di sfratto a mezzo condominio. Uno di quelli che hanno perso la casa dorme in macchina. Mentre il palazzo pullula di avvocati, assicuratori e liberi professionisti. I maroniti dicono che Nadia un’altra casa ce l’ha. Nadia risponde che sì, possiede un appartamento a Ciampino. Ma per renderlo adeguato ad una vita in carrozzina dovrebbe ristrutturarlo. E soldi non ci sono, visto che li ha investiti tutti per l’appartamento in via della Polveriera. Nadia non è l’unica ad aver speso un capitale per una “casa di Dio”. Anna La Vista ha commesso lo stesso errore. Anche a lei promisero che nessuno le avrebbe mai tolto casa. Anche lei oggi è sotto sfratto. Mercoledì trentuno ottobre Nadia ha atteso trepidante l’ufficiale giudiziario. Temeva che arrivasse con la forza pubblica al seguito. Pericolo sventato. Anche lei godrà dell’ennesima proroga. Bontà divina.

V.V

 
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