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09 Giu. 2010 - Oggetto dell'incontro ALEFBA e ZATIK : Delucidazioni sull’associazionismo incontro con il prefetto e organizzazioni per l'immigrazione.
Oggetto: Delucidazioni sull’associazionismo
1 - L’Associazione Culturale Italo Iraniana “ALEFBA” è istituita da un gruppo di italiani ed iraniani, che da decenni hanno avuto insieme un percorso comune di vita sociale e professionale. Tale rapporto, sviluppatosi nel tempo, ha portato al convincimento della necessità di creare questo spazio di colloquio e di reciproca conoscenza che promuove, attraverso l’interazione e la compartecipazione, l’apprendimento concreto dei valori di una convivenza partecipata, oggi chiamata “integrazione”.
Salutiamo l’iniziativa del FOCUS group e partecipiamo volentieri all’incontro programmato.
2 – Le istituzioni pubbliche e private e il volontariato nelle sue varie forme, soprattutto quelle religiose, hanno svolto, e svolgono tuttora, un immenso lavoro nell’assistere l’Immigrato. Ci viene, però, spontanea, la domanda del perché di una situazione così precaria dell’Immigrato e della prospettiva così sempre più lontana della sua integrazione.
In realtà la tolleranza, se non è supportata dal dialogo tra le culture, soprattutto tra quella dominante e quelle tollerate, permette, sì, lo svolgersi delle tradizioni e della vita culturale delle comunità ed delle etnie diverse immigrate in Italia ma, di fatto, le confina in ambiti sociali, psicologici e territoriali marginali, rinvigorendo le barriere culturali e offrendo, non di rado, un terreno fertile a posizioni frontali o estremistiche al loro interno.
Considerare l’immigrato un soggetto passivo (ventre e braccia), quindi solo da assistere, riduce l’opera degli organismi e dei servizi preposti all’accoglienza ed all’integrazione ad un assistenzialismo sterile il cui peso viene, alla fine, percepito dalla collettività, producendo reazioni conflittuali.
Quando mancano politiche e strumenti per responsabilizzare l’immigrato, quando esso, nel dialogo e nelle decisioni, non è posto in condizioni di parità, della “solidarietà” non rimane che la “carità” e dell’assistenza il “paternalismo”.
3 - L’immigrato è un soggetto attivo che nel viaggio intrapreso ha lasciato dietro di sé parte dei propri legami e tradizioni ed è sensibile a quanto incontra e scopre nel nuovo mondo in cui è approdato. Egli è, di fatto, portato ad acquisire, nella misura in cui la società ospitante glielo permette, nuovi valori della cultura italiana nella quale si trova bruscamente immerso.
L’integrazione è un processo lungo e complesso che si realizza con la partecipazione e il continuo confronto tra valori e culture diversi. È necessario creare le condizioni e gli strumenti per permettere la partecipazione attiva dell’immigrato alla vita sociale e culturale del paese. Si riesce, così, a responsabilizzarlo nella comune ricerca di soluzioni ai conflitti di carattere culturale. L’integrazione non dipende solo dall’immigrato ma anche dall’ambiente in cui egli vive, dai mezzi, dallo spazio e dal tempo messi a sua disposizione, da come e quanto si è disposti ad investire e, soprattutto, dalle pari dignità, finora negategli, che, doverosamente, gli si deve riconoscere. 4 – L’associazionismo è lo strumento di aggregazione, di dialogo, di esercizio di democrazia e di crescita civile; il veicolo di trasmissione capillare d’informazioni; il mezzo più adatto attraverso il quale rapportarsi con la società e l’ambiente in cui è collocato. È l’interlocutore attendibile delle istituzioni politiche e civiche; facilita l’interazione e il confronto, salvaguarda e sviluppa la cultura d’origine nei nuovi contesti. 5 – Sembrano, queste, affermazioni scontate o banalità per abuso d’uso. Ma ci sorprende constatare che tra il dire e il fare c’è il mare; che gli strumenti di realizzazione contrastano coi principi sbandierati e che i mezzi tradiscono i fini. Ne è la prova inconfutabile la stesura, on line, delle modalità d’istituzione e di funzionamento della Consulta Regionale, in relazione alla delibera legislativa del Consiglio Regionale del Lazio del 25 giugno 2008, concernente “DISPOSIZIONI PER LA PROMOZIONE E LA TUTELA DELL’ESERCIZIO DEI DIRITTI CIVILI E SOCIALI E LA PIENA UGUAGLIANZA DEI CITTADINI STRANIERI IMMIGRATI”. Il titolo e i primi articoli di questa bozza alimentano la speranza di vedere realizzato un sogno: - ci sono lungimiranti riferimenti impliciti ai diritti espressi nell’art. 10 della Costituzione; - si auspica la partecipazione dei cittadini immigrati alla politica locale; - s’intravede la rivalutazione della cultura d’origine e della lingua madre per la seconda generazione d’immigrati; - si intende promuovere e sostenere le associazioni delle comunità straniere in Italia ed avvalersi di loro come valide interlocutrici nella mediazione culturale, considerandole uno strumento valido per l’interazione e l’integrazione. È, però, deludente constatare come, alla fine, viene tradito lo spirito delle belle idee enunciate all’inizio di questa stesura: - l’immigrato è mantenuto al rango di adolescente e non è ancora considerato alla stregua di “cittadino adulto”; può essere nominato consigliere (aggiunto!!) ma senza diritto di voto e possibilità di incidere su quanto viene deciso e del perché e del come di quanto gli concerne. tutti gli immigrati membri della Consulta Regionale, sono designati dalle istituzioni pubbliche e private italiane e sono considerati i rappresentanti delle istanze delle comunità immigrate; una rappresentatività imposta che contraddice gli intenti della stesura medesima, infrange la prima regola della democrazia rappresentativa, e offende profondamente la dignità dell’immigrato così assoggettato. 6 - Vogliamo dimenticare quando le Amministrazioni si mostravano sensibili ai problemi dell’immigrato solo nelle campagne elettorali. Vogliamo dissipare il dubbio che l’interessamento delle istituzioni pubbliche e private si manifesta solo in concomitanza con ogni erogazione di fondi. Siamo convinti che la complessità del fenomeno “immigrazione” e la gravità del suo impatto conflittuale sulla società civile rendono ineluttabile un intervento strutturale con la responsabilizzazione dell’immigrato. Nutriamo la fiducia che questa sarà la volta buona e porgiamo un sentito ringraziamento alla Regione Lazio, ai promotori ed agli organizzatori di questo convegno e in particolar modo ai partecipanti, con augurio di buona riuscita Il vice presidente: Dott. Arch. Brunello Berardi Il coordinatore: Dott. Bijan Taheri
Presidenza: Cell. 3381654042 E-mail: info@alefba.it Coordinatore: 3473511465

Associazione Culturale Italo Iraniana
ALEFBA
Via Santa Croce in Gerusalemme, 106 - 00195 Roma
C.F. 97509610586
Ns rif. 79 kd
Vs rif. All’incontro FOCUS group
del 08.06.2010
Regione Lazio
Via Caravaggio
Roma
Roma, 08.06.2010

Vahè Vartanian

 
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