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28 Ap. 2010 - Il genocidio del 1915 e la lotta per il Nagorno-Karabakh bloccano il trattato con AnkaraArmenia-Turchia Tragedia antica rivalità moderne
da l'Opinione.it 27 Aprile 2010 -
Il genocidio del 1915 e la lotta per il Nagorno-Karabakh bloccano il trattato con AnkaraArmenia-Turchia Tragedia antica rivalità modernedi redazione opinioneIl tempo non è stato un grande galantuomo nel guarire le piaghe storiche dei rapporti tra Armenia e Turchia. Invece di sancire la
riconciliazione tra i due popoli, la novantacinquesima commemorazione del massacro armeno del 1915 ha invertito il difficile e lento cammino verso la normalizzazione dei rapporti bilaterali. Non è bastata la cosiddetta .diplomazia del pallone., con la doppia sfida tra le rispettive nazionali di
calcio, per convertire l.odio tra i popoli in un sano spirito d.identificazione nazionale. Neppure la prima volta che ad Istanbul si è svolta una manifestazione di intellettuali ha costituito un incentivo a compiere l.ultimo miglio. Anzi, questo apparente tentativo di comprensione è stato ridotto ad un
atto di critica politica tutto interno ai giochi di potere tra élite militare turca e movimenti intellettuali di sinistra. Tanto meno il favorevole sentimento dell.opinione pubblica e dei parlamenti nazionali, da ultimo l’assemblea svedese, a classificare il massacro armeno come genocidio ha allentato la tensione tra Turchia ed Armenia. Questa congiuntura sostanzialmente positiva è stata annerita dal peggiorare del clima in Armenia.
Il giovedì prima delle commemorazioni di sabato scorso il parlamento di Yerevan aveva deciso di insabbiare la ratifica del trattato con la Turchia dopo che la Turchia stessa non demordeva dal porre condizioni. Con la decisione parlamentare di sospendere il processo di riconciliazione con Ankara, l.Armenia
ha ripristinato il suo tradizionale atteggiamento antagonista sia sulla questione del genocidio, sia sulla risoluzione del conflitto in Nagorno-Karabakh, enclave etnica armena in pieno territorio dell.Azerbaijan. E. quest.
ultimo il classico fattore di complicazione. Lo ha capito l.amministrazione americana, che a margine del vertice Nato della scorsa settimana ha convocato il presidente armeno e quello turco . ma non quello azero. Eppure l.Azerbaijan continua a rappresentare un tassello decisivo per (ri)comporre il mosaico turco- armeno. Nonostante ciò Washington continua a non decidere il nuovo ambasciatore a Baku, quando invece continua a premere invasivamente su Ankara affinché
riapra il suo confine con l.Armenia, proprio quando Baku è sempre più in rotta di collisione con Yerevan per l.occupazione di aree extra-Karabakh. Su questa linea gli Usa molto presto trasformeranno la loro neutralità in un esplicito sostegno a favore dell.Armenia e, indirettamente, della Turchia.

A Baku lo hanno già capito e (è la regola aurea del potere) il vuoto di potere non ha lunga durata . e Mosca si prepara. Ma tutto ciò è l.opposto della risoluzione di un conflitto. Per quanto incomprensibile possa sembrare, la questione del riconoscimento del genocidio armeno non è la variabile indipendente, neanche per l.Armenia stessa. La partita si gioca sulla bilancia del potere sull.intera regione. L.Armenia stessa dimostra di utilizzare il suo genocidio come un.ottima risorsa geopolitica, ma la vendetta o la giustizia storica non è il suo unico interesse. Il Nagorno-Karabakh è il pomo di una discordia tra molti pretendenti . l.Armenia, la Turchia, l.Azerbaijan, gli Usa
che adottano una strategia da nave rompighiaccio e la Russia che si coccola nella sua eterna ambizione di un.egemonia tra Caucaso e Medio Oriente quando non controlla neppure il Caucaso russo. E. ancora viva una sopravvissuta al genocidio armeno. E. una centenaria che trascorre i suoi ultimi anni dal balcone della sua antica casa di fronte al monte Ararat, il simbolo naturale ll.identità armena. Le tragedie non possono obliterarsi oppure superare con due firme su un medesimo foglio di carta. Ma l.incognita più grave è questo mischiare e mischiarsi tra vecchi e nuovi conflitti, che generano a loro volta nuovi conflitti, con super potenze che entrano esantemente nell.agone, Stati nazionali accomunati da confini precari e rapporti instabili e infine da etnie sparpagliate dentro e fuori quei confini . ognuno in lotta per il proprio riconoscimento o quello dei propri interessi. Il ricordo dello sterminio degli armeni nel 1915 resta troppo labile per educare le coscienze politiche.

G.C

 
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