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28 03 2010 - Requiem moderno ricordando gli armeni
IL GAZZETTINO - Domenica 28 Marzo 2010,
Gerusalemme, inverno del 1995. La città santa è un crocevia di culture in un incastro di quartieri. Uno dei più antichi, ammassato quasi come vestibolo tra il quartiere ebraico e quello musulmano, è il quadrato armeno.
Nel gennaio di quell’anno c’erano solo delle fotografie, ma parlavano abbastanza chiaro. Di lì a poco sarebbe uscito il video Husher di Avedis Ohanian, primo atto di informazione del genocidio armeno. Per entità il primo dei genocidi del Novecento. Molti lo negano: è una di quelle stragi che sembrano non contare. Ma oltre un milione e mezzo di morti, su una popolazione di due milioni, è una percentuale dell’ orrore che non ha pari in età moderna.
Eppure, solo recentemente si è cominciato a parlare del Metz Yeghern, il Grande male, come gli Armeni chiamano il loro Olocausto.
L'Istituto superiore "Primo Levi" di Montebelluna organizza per questa sera alle 20 al Palamazzalovo un evento dal titolo "Hushèr: la memoria - Il genocidio negato degli Armeni". La serata inizia con la partecipazione del gruppo vocale "Agogica" ed uno spettacolo di danze armene, per concludersi con Rockquiem, rilettura rock del Requiem K 626 di W.A.Mozart di Stephan Wurz.
Ospiti il coro e l’orchestra La Réjouissance, in collaborazione con il coro Jupiter Voices e la rock band Moulin Rouge, diretti da Elisabetta Maschio.
«Stimatissimo signor Mozart - scrive l’autore Stefan Wurz in copertina - ho 208 anni meno di voi e mi si è chiesto di trarre dal vostro Requiem qualcosa di mozartiano ma insieme adatto ai giovani d’oggi».
E così Wurz arrangia, con l’aiuto di batteria, chitarre elettriche, basso elettrico e tastiera, le melodie e le armonie della composizione originale di Mozart, eseguita da un organico orchestrale completo al quale è stato aggiunto un complesso rock.

G.C

 
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