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10 Marzo 2010 - Lettera di riflessione di Zovig a Graziella Falconi
Spett. Associazione Zatik- Roma,

Mi sia concesso di formulare le mie riserve su talune affermazioni contenute nell'articolo dal titolo "Per non recare più danni che vantaggi alla giovane repubblica di Armenia" con il quale l'autrice Graziella Falconi esprime il proprio favore al riavvicinamento fra armeni e turchi.

Intanto, punto primo, la Turchia oltre a non aver dimostrato il minimo pentimento, fino ad ora ha mantenuto un atteggiamento ostile, di chiara inimicizia, quindi che senso ha parlare di vvicinamento se la controparte si comporta chiaramente, in tutto e per tutto, da nemico? Ed il suo atteggiamento nei riguardi del Karabagh, ove avrebbe potuto benissimo mantenersi neutrale, ne è un'ulteriore riprova.

Punto secondo. Da che mondo è mondo, prima uno si pente(sinceramente!) e poi, al massimo, potrà essere perdonato. Ma non si è mai sentito che il colpevole non si penta e la vittima gli vada incontro per fare la pace.

Punto terzo. Non spetta solo "all'Armenia, agli armeni che vivono in Armenia stabilire come la ferita del Genocidio debba e possa essere rimarginata".

Ma pari diritto (e forse qualcosa di più) spetta agli armeni della Diaspora, poiché questa è la diretta conseguenza del Genocidio.

Punto quarto. Le colpe dei padri, giustamente, non ricadono sui figli. Ma se i figli plaudono all'opera dei padri e ne seguono l'esempio, vuol dire che qualche colpa ce l'hanno anche loro.

Punto quinto. Per quanto riguarda il fatto di "non recare più danni che vantaggi all'Armenia" ed il conseguente riavvicinamento armeno-turco, va detto che qualsiasi trattativa per essere utile ed efficace dev'essere basata su due punti fondamentali: comunanza di interessi e chiarezza di

intenti. Cioè tutte e due le parti devono realmente volere la stessa cosa e ciò che esse hanno concordato dev'essere talmente chiaro da non dar adito ad interpretazioni difformi. Questo non è avvenuto nelle recenti trattative fra Armenia e Turchia. In secondo luogo sono stati soppesati non solo i vantaggi, ma anche gli svantaggi di un simile riavvicinamento? E cioè in primo luogo l'impatto che la Turchia, con il suo espansionismo e con tutta la sua potenza economica, politica, militare e demografica, avrebbe sull'economia,la demografia, l'identità e l'indipendenza dell'Armenia. Non è detto che l'Armenia ne ricaverebbe solamente ed esclusivamente dei vantaggi.

Sicuramente qualcuno trarrà dei vantaggi, se non altro i vari imprenditori che desiderano concludere affari con la Turchia e che premono in tal senso sui politici a loro vicini. Ma loro non sono tutta l'Armenia, né tutti gli armeni. Sarà vantaggioso per l'Occidente, per alcune compagnie petrolifere, ma non per questo dovrebbe essere di vantaggio per l'Armenia.

Ed infine, punto sesto, per quel che concerne ciò che gli armeni pretendono dalla Turchia. E' facile metterci alle strette per il fatto che non vi è una unica, univoca,plebiscitaria richiesta; ma non potrebbe essere diversamente da parte di un popolo che dopo lo sterminio si è sparpagliato ai quattro angoli della Terra, vivendo in situazioni molto diverse l'una dall'altra.

Che intanto la Turchia si penta, e sinceramente. Poi che smetta di comportarsi da nemico; dopo di che si vedrà e si valuterà il da farsi sulla base dell'atteggiamento dimostrato dalla Turchia.

Ringraziando per l'attenzione formulo sinceri auguri per la vostra attività.

Gregorio Zovighian

 
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