Zatik consiglia:
Iniziativa Culturale:

 

 

Albicocca, un frutto da scoprire ,Prunus armeniaca della famiglia delle rosaceae, famiglia alla quale appartengono anche il ciliegio e il pesco
altre cose da scoprire nel sito romaetnica;
Albicocca, un frutto da scoprire 2
http://www.romaethnica.com/news.asp
L'albicocca è il frutto dell'albicocco, Prunus armeniaca della famiglia delle rosaceae, famiglia alla quale appartengono anche il ciliegio e il pesco. Il nome deriva dal latino raecoquus, precoce, e dall’arabo al-barqua.
Nelle maggiori lingue europee si chiama Apricot, in inglese, abricotier, in francese, Marille in tedesco, damasquino, in spagnolo e damasqueiro in portoghese.
Specie affine è il Prunus brigantiaca delle Alpi francesi.
Ha una triplice origine; alcuni studiosi la localizzano nella regione cinese, altri in quella centro asiatica ed altri ancora nella zona iranocaucasica, Persia/Armenia. Le tre origini hanno un comune denominatore: sono tutte posizionate ad est dove questa pianta è molto diffusa.
Essa era conosciuta in Cina già da tempi remoti, oltre a 4000 anni fa. Nel “Libro dei Morti” attribuito all’imperatore Yu il Grande vissuti circa 2200 anni a.C. veniva descritto questo albero ed il suo ideogramma era indicato come un alberello piantato in un vaso, quasi a significare che fosse l’albero ideale.
Dalla Cina si diffuse nelle zone centrali dell’Asia per arrivare in Armenia dove è ancora viva una gentile leggenda su questo albero inizialmente considerato solo come albero ornamentale. Il paese fu invaso da un esercito straniero e si dovevano abbattere tutti gli alberi improduttivi. Una fanciulla, che si era affezionata all’albero di albicocco cresciuto nel suo giardino, chiese di poter dormire ancora una notte sotto il suo albero e quando la mattina dopo si svegliò trovò che i rami dell’albero erano pieni di bei frutti dorati.
Alessandro Magno scoprì questo frutto durante una delle sue spedizioni in oriente e la introdusse in occidente. I romani che la chiamavano armeniacum, “mela armena”, nel primo secolo a.C. la fecero conoscere al mondo greco e romano.
In un dialetto campano l’albicocca è chiamata cremosolla, denominazione di probabile derivazione dalla parola crusomelos che significa “frutti dorati armeni”.
Una testimonianza scritta della conoscenza di questo frutto si ha dalla descrizione fatta da Plinio il Vecchio nella sua Naturalis historia.
E’ agli arabi, però, che si deve il consolidamento di questa coltura nell’area mediterranea.
L’albicocca e' stata considerata fin da subito un frutto esotico, raro e dalle virtù salutari. Veniva usata per curare il mal d’orecchi e per attenuare i dolori causati dalle emorroidi.
La coltivazione dell’albicocco viene praticata in circa 60 Paesi della fascia temperata o calda. In Italia viene coltivata specialmente nelle regioni meridionali.
Come pianta “precoce”, che fiorisce all’inizio della primavera, teme le gelate primaverili che possono recare gravi danni alla fioritura e di conseguenza alla produzione di frutti. Inizia il suo periodo vegetativo ai primi di marzo per terminare a giugno con la maturazione dei frutti.
E’ un alberello perenne, che ha una vita superiore ai due anni consecutivi, di grandezza media con un’altezza che varia dai 5 ai 7 m, anche se, allo stato selvatico, può superare abbondantemente i dieci-dodici metri.
Ha chioma ad ombrello, tronco e rami sottili leggermente contorti.
Le sue foglie sono cuoriformi, ellittiche, sottili e lisce con i bordi seghettati, di colore verde intenso.
Ha fiori molto simili a quelli del ciliegio e del pesco, di colore che varia dal bianco al bianco-rosato. La fioritura avviene fra marzo e maggio prima che spuntino le foglie.
Il frutto, detto drupa, ha la forma ovoidale tendente al rotondo diviso in due parti da un solco più o meno marcato, è carnoso e contiene un osso legnoso ed ovoidale. Il colore della buccia, generalmente vellutata, varia a seconda della varietà, dal giallo chiaro all’arancio intenso, liscia o puntirecchiata.
La polpa è tenera, succosa, di sapore piacevolmente dolce, nutriente e digeribile.
Esistono numerose varietà di albicocco molte delle quali dovute ad innesti ad altre piante della stessa famiglia.
I frutti sono simili nel gusto, ma vari nella forma, nel colore e nella grandezza.
Fra le più note coltivate in Italia si ricordano l’Antonio Ferrari, la Bella d'Imola, la Dulcinea, l’ Aurora, la Boccuccia liscia e la Boccuccia spinosa, la Boreale.
L'Albicocco di Germania è la varietà che tiene il primato nella specie delle albicocche a polpa gialla. Il frutto è più lungo che tondo, ha un solco sensibilmente più marcato ed una parte più grossa dell’altra. La colorazione esterna è di un giallo zafferano qualche volta macchiata di rosso, mentre quella della polpa è ancora più gialla. Ha pasta morbida e succosa, gusto dolce e saporito.
Le uniche parti dell’albicocco che si utilizzano sono i frutti ed i campi di utilizzo sono quelli dell’alimentazione nelle forme di fresca, conservata secca o sciroppata o trasformata in marmellate, succhi od altro.
La propagazione avviene per seme e per innesto. Indispensabile l’impollinazione che è entomofila. La pianta viene impollinata dagli insetti, le api, e non richiede impollinatura manuale.
La polpa e l’olio estratto dai semi sono utilizzati anche in cosmesi.
Tutte le varietà di albicocco sono autofertili, tuttavia la presenza di diverse varietà incrementa notevolmente la produzione di frutti.
Si può innestare su diversi tipi di piante, ma il soggetto più comunemente usato è il “susino mirabolano” in quanto non ha particolari esigenze di terreno, ha un'ottima affinità e un rapido sviluppo.
Le piante frutto di questo innesto sono vigorose, longeve e fruttificano precocemente.
E’ una pianta che comincia a produrre già al secondo anno, ma entra in piena produzione solo dopo il quinto.
Il periodo di sviluppo e maturazione del frutto varia dai 3 ai 6 mesi e pertanto la stagione delle albicocche va da maggio a luglio.
I frutti sono molto delicati e per questo motivo la raccolta viene effettuata preferibilmente a mano con una resa abbastanza bassa. La raccolta meccanica ha una produzione nettamente superiore, ma in questo caso dopo la raccolta si deve provvedere alla selezione dei frutti per stabilire la loro destinazione: quelli integri al consumo e quelli deteriorati all’industria di trasformazione.
Al momento dell’acquisto per uso domestico bisogna controllare che il frutto sia integro, di colore vivo dal giallo all’arancio, la buccia sia liscia e vellutata, priva di grinze e la polpa leggermente cedevole se premuta. Se maturo si conserva per poco tempo, 3 o 4 giorni in frigo e chiuso in un sacchetto di plastica. Se non ancora del tutto maturo il frutto va conservato a temperatura ambiente e si può conservare per 6/7giorni.
A causa della sua delicatezza l’albicocca risente moltissimo dei traumi da trasporto e pertanto per acquistare un prodotto che sia integro è preferibile rivolgersi al mercato locale.
Le mandorle contenute nei noccioli non sono commestibili in quanto contengono una sostanza leggermente tossica. Per quanto riguarda le albicocche secche è preferibile acquistare quelle biologiche in quanto le altre contengono quantità rilevanti di solfiti che rappresentano un rischio per chi soffre di asma allergica.
E’ un frutto dalle molteplici proprietà. Oltre ad avere un aspetto allegro e piacevole ed un gusto delizioso, è molto nutriente, è digeribile, ha proprietà astringenti se consumato fresco e lassative se consumato secco. E’ ricco di vitamine A,B e C.; è considerato energetico e ricostituente; è indicato per la prevenzione all’’invecchiamento.
Nel periodo di raccolta è facilmente reperibile su tutti i mercati, fuori stagione è presente il prodotto importato dal Cile e da altri Paesi dell’emisfero australe.
Data la difficoltà di contenere i prezzi di raccolta, il frutto si presenta spesso sul mercato ad un prezzo superiore alla media degli altri frutti di stagione.
L’uso in cucina è quasi esclusivamente riservato alle preparazioni dolci, ma il gusto lievemente acidulo lo rende adatto anche ad accostamenti salati come il suo uso nella preparazione di salse di accompagnamento a carni rosse.
L’albicocca nella cosmesi popolare ha sempre occupato un posto rilevante soprattutto per la cura della pelle.
L’olio ottenuto dai semi è molto efficace nella cura delle smagliature e delle rughe.
Il suo succo può essere utilizzato come tonico per le pelli normali, impacco idradante, per il suo alto contenuto di carotene come maschera abbronzante, emolliente per le mani, maschera antirughe.
Il profumo è prodotto in laboratorio ed è impiegato nella profumeria fine alla quale dona un tocco fruttato e vellutato.
Per le sue proprietà l’albicocca è utilizzata anche nel campo della medicina nella cura delle anemie ed altro.
Navigando qua e là su internet abbiamo trovato delle ricette di pietanze salate con albicocche che proponiamo quale esempio della duttilità del frutto e stimolo alla prova.


Costate di vitello alle albicocche

Ingredienti per 3 persone: 3 costate di vitello, 100 gr. di albicocche secche, 2 cipolle, 4-5 foglie di alloro, mezzo cucchiaino di rosmarino, 1/2 cucchiaino di origano, 1 cucchiaino di coriandolo, olio extra vergine di oliva, ½ bicchiere di vino bianco secco, sale q.b.
Preparazione: tagliare le cipolle a fettine sottili, disporre in una terrina di servizio con le foglie di alloro sbriciolate, l’origano, il rosmarino, il coriandolo, l’olio extra vergine di oliva, il vino bianco secco ed il sale.
Amalgamare, immergere le costate e lasciare insaporire per buone 2 ore.
Nel frattempo mettere a bagno in acqua calda le albicocche secche per circa 30 minuti, scolare e tagliare a metà longitudinalmente.
Scolare le costate di vitello, adagiare in una pirofila da forno, unire le fettine di cipolla e gli alti componenti la marinata, disporre sopra le albicocche secche ammollate e tagliate e mettere in forno precedentemente portato a 170°.
Lasciare cuocere per circa 40 minuti.
Quando la parte superiore comincia a brunire ed il liquido è quasi del tutto evaporato, togliere dal forno, disporre su un piatto da portata ovale guarnito con albicocche secche e foglie di alloro fresco.
Servire con salsa alle albicocche a parte.

Salsa alle albicocche

Ingredienti: 2 bichieri d’acqua, 50 gr di albicocche secche, 3 g di cioccolato fondente, ½ cucchiaino di zucchero, ½ cucchiaino di zenzero, 1 ricciolo di burro.
Preparazione: tagliare molto finemente il cioccolato e disporre insieme agli altri ingredienti in un frullatore.
Frullare fino ad ottenere una crema omogenea e vellutata.

Albicocche secche

Ingredienti : 1 kg di albicocche molto mature.
Preparazione: Lavare accuratamente le albicocche in acqua fredda corrente, asciugare con cura, tagliare a metà ed eliminare il nocciolo.
Disporre le albicocche su una teglia, mettere in forno precedentemente portato a 60 gradi e lasciare cuocere per circa 3 ore tenendo lo sportello leggermente aperto e girando saltuariamente le albicocche.
Togliere dal forno, coprire con un panno e lasciare riposare per 24 ore.
Il giorno successivo ripetere l’operazione.
Disporre le albicocche secche in un contenitore e conservare.

"Marillenknödel” –
Canederli di albicocche in pasta di ricotta
Ricetta dell’Ente Val Venosta
Ingredienti: 60 g di burro morbido, 1 uovo, 250 g di ricotta, 120 g di farina. 1 cucchiaio colmo di semolino fino, 18 belle albicocche, 18 zollette di zucchero.
Per insaporire:100 g di burro, 80 g di zucchero,80 g di pane grattato.
Preparazione: Battere a spuma il burro con l'uovo. Aggiungere la ricotta, la farina, il semolino ed impastare.
Togliere i noccioli alle albicocche e mettere al posto del nocciolo una zolletta di zucchero. Dividere la pasta in circa 18 parti di uguale grandezza e con le mani ben infarinate avvolgere le albicocche con la pasta. Cuocere per circa 10-15 minuti in abbondante acqua a bollore moderato.
In una padella sciogliere il burro, far abbrustolire zucchero e pan grattato e quando i canederli sono cotti rivoltarceli dentro brevemente.
Disporre in un piatto da portata, guarnire con mezze albicocche crude e servire caldi.

Stufato piccante di manzo con olive e albicocche

Ingredienti: 1,25 kg di polpa di manzo senza grasso tagliata a dadini, Olio di semi di girasole, 3 cipolle e 4 spicchi d’aglio tritati, 400 g di pomodori tritati con il loro sugo, 1/2 litro di brodo di pollo senza sale, 1 bicchiere e ½ di vino rosso, 1/2 cucchiaino di cumino in polvere, 1/2 cucchiaino di coriandolo in polvere, 1 pizzico di pepe di cajenna, 125 g di albicocche secche tagliate a metà, 16 olive verdi senza nocciolo
Preparazione: Prendere una padella abbastanza capiente, scaldare l’olio a fuoco medio, mettere le cipolle e l’aglio e lasciare cuocere per circa 5 minuti mescolando molto frequentemente.
Togliere dalla padella, disporre in una pentola e mettere da parte.
Portare il fuoco a fiamma viva, mettere il manzo nella padella con l’olio del soffritto e dorare la carne mescolando velocemente per circa 5-7 minuti.
Disporre anche il manzo nella pentola, aggiungere i pomodori col loro sugo, il vino, il brodo, il pepe di caienna, il cumino e il coriandolo, mescolare bene, mettere sul fuoco a fiamma bassa e lasciare cuocere per 1 ora e ½.
Aggiungere le albicocche e le olive e fare cuocere ancora per una ½ ora circa.
Togliere dal fuoco, disporre in una terrina da portata e servire caldo.

11/07/2009

Piero

Piero

 
Il sito Zatik.com è curato dall'Arch. Vahé Vartanian e dal Dott. Enzo Mainardi;
© Zatik - Powered by Akmé S.r.l.