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21 04 2009 - Dopo 15 anni di tregua e 17 di indipendenza autoproclamata
Karabakh/ Terra contesa verso la riapertura 'obbligata' al mondo - postato 15 ore fa da APCOM
Roma, 20 apr. (Apcom-Nuova Europa) - Torna ad alzarsi la temperatura nel Karabakh che ignora il suo destino. E che non è certo participi neppure ad una seconda fase dei negoziati Osce. Irriducibile e mai uscita dal dopoguerra, la repubblica autoproclamata in terra azera in quasi vent'anni è comunque cambiata.

Senza rapporti col mondo se non via Armenia, quest'area tra le più povere dell'ex impero sovietico, con i dollari della diaspora ha creato uno 'Stato':
la strada Stepanakert-Erevan si deve a un telethon internazionale, Hayastan (35 milioni di dollari la raccolta 2008). E unisce all'Armenia le terre 'liberate' attraverso il corridoio di Lachin, la 'via della vita', che però è fuori dal Karabakh, in una delle 7 province azere occupate dagli armeni per creare una fascia di sicurezza.

In tutto, Artsakh (nome locale della repubblica) più 'buffer zone', coprono il 20% del territorio dell'Azerbaigian.

Oggi un cittadino su due emigra dall'area, dove vivono oltre a una minoranze azera (un tempo pari a 1/4 della popolazione, oggi con famiglie divise), anche russi, curdi e iracheni, attirati da norme esentasse e compensazioni per ripopolare le pericolose zone di confine. Stabilirsi in villaggi vicini al fuoco della 'linea di contatto', tra anziani e bambini, vale 7.700 dollari a testa, provenienti da fondi ad hoc 2009 per 40 milioni di dollari. Zona fluida per ogni tipo di traffici, come sempre le enclaves, dalla diaspora (e talora Usaid) riceve sostegno anche per welfare, scuole e sanità, in un'economia quasi senza sviluppo.

Il budget della difesa prosciuga le finanze di Stepanakert, con quello sociale. Il pil, previsto al 14% nel 2009, è drogato dai fondi della diaspora e dal riciclaggio di capitali dubbi, con un boom edilizio 2008 nella capitale di internet caffè, hotel, ristoranti e l'università, che ha aumentato il gap con le province, talora senza gas, acqua potabile e strade, in un paesaggio di canyon spettacolari. C'è un accenno di turismo 'di guerra' (+15% nel 2008) specie di giovani da Usa, Canada e Russia, nipoti degli scampati al 'Grande Male' del 1915. Con i confini sigillati, di azero entrano comunque il tè e la tv Aztv, per cui quella perduta è solo la 'prima guerra del Karabakh'. Anche Stepanakert è sempre pronta a nuovi conti da saldare con le armi. E si prepara così al prossimo 9 maggio, 17° anniversario della vittoria.

V.V

 
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