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18 01 2009 - ..... adesione all'Unione europea serve a contenere la 'schizofrenia' della Turchia
postato 1 giorno fa da APCOM ARTICOLI A TEMA
premier turco erdogan: la tregua.
* gaza/ erdogan: israele fuori dall'onu.

Bruxelles, 16 gen. (Apcom - Nuova Europa) - Il processo di adesione all'Unione europea serve a contenere la 'schizofrenia' della Turchia, un Paese sospeso tra aspirazioni di modernità e tentazioni di nazionalismo islamico. E' questa l'analisi fornita al German Marshall Fund da Soli Ozel, docente all'Università Bilgi di Istanbul ed editorialista del quotidiano Sabah, in vista della visita lunedì a Bruxelles del premier turco Recep Tayyip Erdogan.

"Con o senza il processo Ue, le richieste di maggiori diritti e libertà della società alla fine ottengono una risposta. Il problema è che senza l'effetto di disciplina del processo di adesione Ue, si sprecano molto tempo ed energia prima di intraprendere il cammino giusto", osserva Ozel. "Il quadro Ue - insiste - è assolutamente necessario per consolidare una democrazia liberale in Turchia. Altrimenti la vecchia e ormai screditata democrazia tutelaria della Turchia potrebbe essere rimpiazzata, non da una liberaldemocrazia compiuta, ma da un populismo illiberale o peggio, da un 'autoritarismo elettorale".

Secondo il professore, la Turchia è attraversata da "fitte di crescente conservatorismo e nazionalismo", ma al tempo stesso ci sono anche grandi aperture. Se da una parte Erdogan appare sempre più intollerante nei confronti della libertà di stampa e pronto ad appoggiare i 'falchi' dell'esercito contro i terroristi curdi del Pkk, dall'altra il suo governo ha adottato "diversi passi innovatori" come l'avvio di trasmissioni in curdo dalla tv di Stato.
"Forse la miglior rappresentazione della personalità schizofrenica della Turchia", scrive Ozel, è la decisione di 200 intellettuali di scusarsi pubblicamente per "la grande catastrofe" dell'epurazione degli armeni nel 1915, rompendo un grande tabù nazionale. Nel frattempo continuano le indagini su Ergenekon, la 'Gladio turca' che sta mettendo sotto scacco l'establishment dell'esercito e dei servizi.
Questo periodo di grandi trasformazioni sta avvenendo "sotto l'occhio di una classe politica che non è capace di andare oltre il gretto populismo": da una parte "l'innato conservatorismo religioso" dell'Akp di Erdogan, dall'altra "il nazionalismo sclerotico dell'opposizione" laica, attaccata gli ideali del kemalismo, ma sempre meno al processo di integrazione Ue.

In questo contesto, Erdogan si presenta a Bruxelles accompagnato da un nuovo caponegoziatore Ue, il vicepresidente dell'Akp Egemen Bagis, nominato con rango di ministro di Stato l'8 gennaio. L'incarico è stato 'spacchettato' dal portafoglio del ministro degli Esteri Ali Babacan, la cui agenda è occupata soprattutto dalla crisi in Medio Oriente. Prima dello scoppio della guerra con Hamas, la Turchia era impegnata come mediatore tra Siria e Israele.

Lunedì Erdogan verrà ricevuto dal presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso e dal commissario all'Allargamento Olli Rehn, nonché dal Rappresentante Ue per la politica estera Javier Solana. Inoltre sarà ospite di due 'think tank', l'European policy centre e il Friends of Europe.
L'obiettivo è di rilanciare i negoziati Ue, nell'anno in cui il braccio di ferro tra Ankara e Bruxelles sulla questione cipriota potrebbe aggravarsi.

A causa della mancata applicazione degli accordi di Unione doganale con Cipro, otto dei 35 capitoli tre Ue e Turchia sono congelati dal 2006, ma il numero potrebbe salire se alla fine dell'anno, alla luce di un rapporto della Commissione europea, i negoziati di riunificazione tra greco-ciprioti e turco-ciprioti non saranno giunti ad una svolta. Inoltre Bruxelles è sempre più irritata dalla mancanza di riforme ad Ankara: negli ultimi due anni sono state ostacolate dagli scontri tra il governo islamico moderato e la magistratura laica, mentre ora sono sospese in attesa delle elezioni locali del 29 marzo.

G.C.

 
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