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24 12 2008 - Il petrolio iraniano salverà l´Armenia e i russi si prendono il gas dell´Asia centrale
LIVORNO. L´Energia è un grande problema per l´Armenia circondata da Paesi storicamente ostili come la Turchia e con i quali esiste una guerra latente come l´Azerbaigian che rivuole indietro il Nagorno Karabak, oppure con la Georgia che la considera troppo filo-russa. La speranza per i cristiani armenipotrebbe venire dalla Repubblica islamica dell´Iran attraverso un oleodotto che dovrebbe cominciare ad essere costruito già nel 2009 per collegare l´Armenia ai pozzi petroliferi iraniani.

Il ministro armeno dell´energia e delle risorse naturali, Armen Movsissian, ha convocato una conferenza stampa nella capitale Erevan per annunciare che «Dei negoziati hanno già avuto luogo con l´Iran e l´oleodotto partirà dalla raffineria di Tabriz verso l´Armenia. L´Armenia si è ritrovata in una situazione molto difficile durante il conflitto osseto-georgiano dell´agosto scorso a causa dei problemi legati all´importazione nel Paese di prodotti di prima necessità. Siamo riusciti ad organizzare il lavoro per evitare questi problemi alla popolazione, ma questo è costato molto caro al nostro Stato. Il petrolio è ad un livello molto importante tra le merci di prima necessità».

Il terminale del nuovo oleodotto verrà costruito ad Eraskh, non lontano da Erevan, e dovrebbe permettere di stoccare quantità di petrolio necessarie alla repubblica caucasica affamata di energia. Intanto, a queste latitudini, le sanzioni dell´Onu contro l´Iran sembrano poco più di carta straccia, Movsissian ha insistito anche per la realizzazione di una ferrovia che colleghi Armenia ed Iran: «Questa idea è stata dibattuta ancora una volta con l´Iran che si è dichiarato disponibile a costruire una ferrovia da Tabriz fino alla frontiera con l´Armenia. Attualmente speriamo di trovare dei fondi per finanziare la sua costruzione sul territorio dell´Armenia».

Intanto l´orso russo si muove nelle poco lontane rive del Mar Caspio: il Consiglio della Federazione (il Senato russo) ha ratificato l´accordo tra Russia, Kazakistan e Turkmenistan sulla cooperazione per la costruzione del gasdotto del Caspio che fa parte della dichiarazione congiunta sullo sviluppo delle capacità di trasporto di gas in Asia centrale, firmata nel 2007 a Turkmenbachi (Turkmenistan), ed alla quale in seguito si è aggiunto anche l´Uzbekistan.

L´accordo stoppa molte delle avances occidentali verso i Paesi ex sovietici dell´Asia centrale e riconferma l´egemonia di Mosca nell´area affidandole gran parte del flusso del gas asiatico, lungo un percorso verso l´Europa che isola la Georgia e la Turchia dalle nuove strade energetiche. Il nuovo gasdotto, ricalcherà più o meno il percorso di quello esistente realizzato negli anni ´70, lungo la costa del Caspio verso il nord e la Russia, in tutto, tra condotte vecchie e nuove, la Russia metterà le mani su 20 miliardi di m3 di gasall´anno che avvierà direttamente verso l´Europa occidentale attraverso una linea di rifornimento ininterrotta.

V.V

 
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