Zatik consiglia:
Iniziativa Culturale:

 

 

10 12 2008 - VOGHERA, IL CONSOLE GORRINI COMMEMORATO
Console Gorrini
[http://gariwo.net/giusti/img/gorrini.jpg] (red. 9/12) - Nei giorni scorsi al cimitero Maggiore di Voghera si è svolta una toccante cerimonia commemorativa sulla tomba di famiglia del console Giacomo Gorrini, dichiarato Giusto per aver salvato molti armeni dal genocidio turco.
Alla presenza di numerosi estimatori del console-ambasciatore, padre Guglielmo Bozzo ha officiato la benedizione, preceduta da una lettura dal libro dei giusti.
Anche il presidente del consiglio provinciale e consigliere comunale Luigi Bassanese e l'assessore provinciale Renata Crotti hanno preso parte con parole di encomio ed elogio alla commemorazione.
Successivamente il folto gruppo si è trasferito per la seconda parte del convegno a Villa Meardi ove alla presenza dell'assessore Elio Rosada si sono aperti i lavori al fine di mettere al corrente tutti gli intervenuti del lavoro svolto durante questo anno.
Infatti Luisa Dosseni Spalla, anima del comitato, ha ricordato l'attività svolta partendo da febbraio con una tavola rotonda effettuata al museo storico G.Beccari (ora in restauro) a maggio il viaggio a Venezia presso l'isola di san Lazzaro degli armeni dove padre Elia ha guidato il gruppo nella preziosa biblioteca ricca di miniature e tra chiostri e giardini fioriti .
Ma l'evento di rilevanza nazionale è avvenuto a ottobre quando il comune di Padova ha inaugurato il giardino dei giusti e intitolato un albero da frutto al nostro concittadino con consegna del sigillo della città al console onorario Pietro Kuciukian.
In quell'occasione sono stati intitolati alberi ad altri giusti: Carlo Angela, Placido Cortese, Pierantonio Costa, Lazar Monojlovic, Jacqueline Mukasonera, Giovanni Palatucci, Giorgio Perlasca, Armin Theophil Wegner, Ayse Nur Zarakolu.
A Villa Meardi rappresentava la comunità armena di Milano la signora Hermine' Havakian, che visse molti anni a Dorno ove il marito dr. Havakian esercitò la professione di medico con serio impegno.
Ricordiamo che Gorrini Giacomo fu console a Trebisonda ove salvò molte vite, ma fu costretto nel 1915 a fuggire e tornare a Roma.
E' considerato l'ideatore dell'archivio storico di stato morì a Roma nel 1950 e successivamente sepolto a Voghera.


Giacomo Gorrini
Giacomo Gorrini nasce a Molino dei Torti (Alessandria) nel 1859.
Compiuti gli studi letterari segue dei corsi di perfezionamento a Firenze e a Berlino maturando competenze nel campo della ricerca storica e dell’archivistica.
Viene nominato direttore dell’Archivio del Ministero degli Esteri. Nel 1887 è nominato membro della Societé d’Histoire Diplomatique di Parigi.
Gorrini è considerato ad oggi il fondatore dell’Archivio Diplomatico degli Affari Esteri del Ministero italiano, in quanto ha promosso la creazione di un archivio centrale autonomo, una sorta di memoria storica dell’intera attività diplomatica italiana.
Consegue una seconda laurea in giurisprudenza a Napoli e a 35 anni è libero docente in storia moderna a Firenze e poi a Roma. Dal 1911 al 1915, data di inizio della soluzione finale della questione armena, è console di Trebisonda, alla cui giurisdizione appartenevano i vilayet dell’Armenia turca.
E’ testimone oculare della deportazione e dei massacri degli armeni, ma l’entrata in guerra dell’Italia contro la Turchia lo costringe, nell’agosto del 1915, ad una fuga precipitosa.
Al quotidiano di Roma “Il Messaggero”, il console Giacomo Gorrini rilascia un’intervista nella quale descrive con precisione, passione e grande partecipazione, le sue vicissitudini e quelle del popolo armeno.
L’intervista appare sul quotidiano il 25 agosto con il titolo “Orrendi episodi di ferocia musulmana contro gli armeni”. Dopo la fine della guerra, con la disfatta degli Imperi centrali, Gorrini riceve l’incarico di preparare uno studio sull’Armenia. Presenterà il 14 novembre 1918 un “Memoriale”, base di partenza per le discussioni di Sèvres, di Ginevra, di Losanna.
Viene anche nominato Ambasciatore presso la Repubblica Autonoma Indipendente di Yerevan, definita da lui stesso “effimera creazione statale”, che durerà fino al 1920, liquidata poi dalla soluzione kemalista con l’appoggio delle potenze europee in funzione antisovietica.
Nel trattato di Losanna non si fece più alcun cenno alla questione armena. Nel 1940 Gorrini pubblica uno scritto sulla questione armena con il titolo Testimonianze, in un momento in cui il mondo è scosso dalla catastrofe della seconda guerra mondiale.
Ha accettato di rompere quello che egli stesso definiva “lo scrupoloso silenzio di anni”, mostrando di aver continuato il suo silenzioso colloquio con le vittime del genocidio.
È, in ordine, l’ultimo degli appelli dopo quello di Anatole France, Armin T. Wegner, Fridtjof Nansen. Suona come un’invocazione affinchè agli armeni venga assicurata una patria stabile ed è carico della consapevolezza che la giustizia internazionale prima o poi avrebbe finito per imporsi riconoscendo agli armeni il loro statuto di vittime di un genocidio negato e dimenticato.
Il 31 ottobre del 1950, all’età di 91 anni, Giacomo Gorrini muore a Roma. La sua terra tombale è stata tumulata a Yerevan nel "Muro della Memoria" di Dzidzernagapert il 25 maggio 2001.


Marina Mavian

 
Il sito Zatik.com è curato dall'Arch. Vahé Vartanian e dal Dott. Enzo Mainardi;
© Zatik - Powered by Akmé S.r.l.