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050506 - Intervista Antonia Arslan , di di RENZO OBERTI
NEA – 15-9-2004 di RENZO OBERTI Intervista ad Antonia Arslan, finalista al Premio Campiello con un intenso romanzo che scava nella memoria della sua famiglia, coinvolta in uno dei più feroci eccidi del XX secolo : quello degli armeni, massacrati dai Giovani Turchi nel 1915 in nome della “purezza” nazionalistica ---------------------------------------------------------- UN GENOCIDIO DIMENTICATO LEGA ITALIA E TURCHIA ================================================ Ha attinto alle proprie memorie familiari la scrittrice padovana di origine armena Antonia Arslan per scrivere il romanzo La masseria delle allodole (Rizzoli), con cui ha voluto rievocare il primo e uno dei più trascurati e sconosciuti tra i genocidi del Novecento, ma non per questo meno feroce : quello degli armeni, il popolo “mite e fantasticante” che nel 1915 fu massacrato dai Giovani Turchi al potere perché lo consideravano un intralcio sulla via della costruzione della Grande Turchia. La masseria delle allodole è la storia del nonno della Arslan, Yerwant, armeno di Venezia, che nel 1915 si prepara a tornare nella natia Anatolia per riabbracciare i suoi cari. Mentre però la madre e le sorelle di Yerwant preparano la festa di benvenuto nella loro vecchia masseria, scoppia la violenza dei turchi : Yerwant non potrà lasciare l’Italia, e solo dopo una serie di rocambolesche avventure la sua famiglia lo raggiungerà. Sarà Yerwant a custodire la memoria della loro odissea, che oggi la nipote Antonia ha fatto rivivere in questo romanzo. - Signora Arslan, lei vive a Padova : quali sono i legami dell’Oriente armeno con il Veneto ? “Il Veneto è la regione d’Italia più rivolta verso l’Oriente. I rapporti tra armeni e veneti, che furono strettissimi al tempo della Repubblica veneziana, risalgono addirittura all’anno Mille. Basta pensare che i primi libri in caratteri armeni furono stampati a Venezia, dove c’è tuttora l’Isola degli Armeni, un piccolo territorio donato dalla Repubblica all’abate Mechitar, che sulla Laguna avviò la sua fondazione Mechitarista. Anche la nota famiglia Sceriman, i cui componenti vennero a Venezia dall’Impero Persiano nel Seicento, vi fondò una potente dinastia. Venezia fu il fulcro di una potenza economica di origine armena e di una grande rinascita culturale di quel popolo.” - Durante i suoi incontri con il pubblico per presentare il suo libro ha avvertito molto interesse da parte della gente nei confronti del dramma degli armeni ? “Un enorme interesse, perché molte persone non avevano mai sentito parlare di quei fatti tremendi avvenuti alle porte dell’Europa. Si potrebbe dire che il mio libro ha risvegliato le coscienze in questi nostri tempi che sereni non sono, e nei quali la cattiveria dell’uomo non cessa di esibirsi al massimo delle sue potenzialità.” - Perché, secondo lei, il governo turco arrivò a perpetrare una simile barbarie ? “In pratica, fu applicata una forma di ‘pulizia etnica’, che nasceva dalla convinzione, tipica del nazionalismo novecentesco, secondo la quale ogni Stato doveva contenere al suo interno cittadini di una sola nazionalità. L’Impero Ottomano era sempre stato multietnico e multireligioso, ma i Giovani Turchi, che si erano impadroniti del governo nel 1908, si opponevano a questa tradizione di tolleranza ; e poiché allo scoppio della guerra nell’Impero c’era un’altissima percentuale di cittadini di razza non turcomanna – non solo armeni, ma anche greci, dervisci e curdi, - si colse l’occasione per eliminare gli indesiderati.” Renzo OBERTI A cura di “ La Nuova Agenzia giornalistica NEA” 00061 ANGUILLARA SABAZIA (RM) - VIA TREVIGNANESE , 3 - TEL 06/99.68.085/231 FAX 06/99.68.231 /www.lanuovanea.it nea@lanuovanea.it Dott.ssa Maria Pia Forte

V.V

 
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