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24 01 2008 - In ricordo del giornalista armeno - turco Hrant Dink, assassinato in Turchia
di Barbara Marino/ 22/01/2008

Il 19 gennaio del 2007 moriva un uomo. Era figlio dell’Anatolia e nelle sue vene scorreva il sangue di un popolo intramontabile, quello armeno. Di mestiere
faceva il giornalista, forniva notizie. Osava dire la verità. E ne fu vittima.
Un anno fa moriva un uomo. Si chiamava Hrant Dink. Era figlio dell’Anatolia e nelle sue vene scorreva il sangue di un popolo intramontabile, quello armeno.
Di mestiere faceva il giornalista, forniva notizie. Osava dire la verità. E ne fu vittima. La sua colpa? Essere nato in un paese, definito da alcuni, con troppa superficialità, moderato e progressista, dove certe verità scomode non devono, anzi, non possono essere pronunciate perché bandite da un codice penale che limita la libertà di parola e di pensiero. Un paese che costringe i suoi più illustri cittadini, come un premio Nobel, a rifugiarsi all’estero per non rischiare la propria vita. Un anno fa, in una delle più affollate vie di Istanbul, cadeva, colpito alle spalle da mani assassine, un uomo di pace che credeva nel dialogo e nella giustizia.

H.D

 
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