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05 11 2007 - Tra costoro nel 1327 figura fra Guizzardo, vescovo di Comana, cittą armena dell'Asia minore....,
Due passi nella storia Sette chiese consacrate da vescovi supplenti da La Provincia di Sondrio

di Guido Scaramellini
Nel 1512 con il passaggio della Valchiavenna sotto il dominio delle Tre Leghe e con l'adesione, una quindicina di anni dopo, della maggioranza della popolazione grigione alla Riforma protestante, i rapporti con il vescovo di Como si erano fatti più
difficili per il divieto ai presuli non nativi della valle di esercitarvi la loro missione, tanto che per un secolo non si ebbe nessuna visita pastorale.
Tuttavia, neanche prima la presenza vescovile fu molto assidua e l'unica visita di cui ci rimane notizia scritta, anche se solo per Chiavenna, è quella compiuta il 2 dicembre 1490 dal vescovo di Como Antonio Trivulzio.
Scarsa era la presenza continuativa anche nella sede di Como dei vescovi titolari, spesso impegnati altrove in missioni speciali, anche su incarico papale. Per questo è talora documentato il passaggio dalle nostre valli di vescovi suffraganei o supplenti, che spesso erano titolari di diocesi nelle terre degli "infedeli", dove non potevano risiedere.
Tra costoro nel 1327 figura fra Guizzardo, vescovo di Comana, città armena dell'Asia minore, che suppliva dopo la morte del titolare Leone Lambertenghi, avvenuta due anni prima. E in quell'anno consacrò a Chiavenna il 30 agosto la chiesa battesimale di San Giovanni Battista, dov'era l'artistico fonte romanico, oggi nella chiesa ottagonale ricostruita nell'anno 1700. Profittarono dell'occasione quelli di Villa di Piuro
(oggi Villa di Chiavenna) per portargli una croce da consacrare, appartenente alla chiesa di San Martino di Puri (oggi San Barnaba). Egli concesse anche una speciale indulgenza.
Si tratta probabilmente della croce astìle in rame dorato del XII secolo, oggi esposta al museo del Tesoro di Chiavenna. Fra Guizzardo consacrò nel borgo anche la chiesa di San Pietro, che, già nominata nel 1062, doveva essere stata recentemente restaurata, e quella di Santa Maria, che invece poveva essere stata eretta in quegli anni. Salì anche in Valle, dove consacrò il santuario di San Guglilemo, che probabilmente era stato costruito da poco.
Tutto ciò si apprende dai documenti dell'epoca, che parlano delle spese sostenute dal Comune di Chiavenna per l'onorario e l'ospitalità data al vescovo che aveva consacrato chiese e altari e concesso indulgenze. Con lui si dovette dare vitto e alloggio ai servitori del suo seguito e ai cavalli. Due secoli dopo, nel 1528, fu la volta di Francesco Ladino, vescovo titolare di Laodicea, sempre in Asia Minore, che consacrava in val San Giacomo le chiese di San Giovanni Battista a Campodolcino, quella dei Santi Pietro e Paolo a Madesimo il 25 luglio e il giorno dopo, ultima domenica del mese, quella dei Santi Giorgio e Martino a Isola. Certamente dovette essere delegato dal vescovo di
Como, Cesare Trivulzio, che era stato nominato l'anno precedente e che figura in sede la prima volta solo a maggio del '28. Erano gli anni in cui quelli che erano stati per secoli alpeggi, frequentati solo nella bella stagione, erano diventati sedi permanenti di persone sempre più numerose ed era quindi necessario dotarli di proprie chiese. Va comunque tenuto presente che la consacrazione di una chiesa poteva avvenire anche vari decenni dopo la sua costruzione, bastando la benedizione da parte di un prete delegato dal vescovo.

V.V

 
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