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26 10 2007 - LETTERA APERTA AI PARLAMENTARI EUROPEI ITALIANI MEMBRI DELLA COMMISSIONE AFFARI ESTERI
Signori parlamentari,

il prossimo 3 ottobre è prevista all’ordine del giorno della Commissione un’ulteriore discussione sulle “Relazioni EU – Turchia” (AFET/6/52096) nel corso della quale verranno, tra l’altro, esaminati 236 emendamenti presentati per il miglioramento del progetto di risoluzione.

Fra questi alcuni sono mirati a tutelare la Nazione Armena affinché convenienze politiche ed economiche non calpestino le legittime aspettative di un intero popolo che guarda con fiducia all’Europa per vedere tutelati i propri diritti, in primis quello alla memoria.

Non sfugge ad alcuno, infatti, che il mancato riconoscimento del Genocidio armeno perpetrato dai turchi nel 1915, una persistente politica negazionista di Stato ed il blocco delle frontiere con la Repubblica Armena deciso unilateralmente dalla Turchia, nuocciono alla stabilità politica della regione ed all’Europa stessa.

E’ necessario che l’Europa si faccia carico di assecondare quelle istanze che spingono la Nazione Turca ad un imprescindibile esame del proprio passato ed il suo Governo ad un sereno rapporto di buon vicinato.

Tralasciare tali questioni rappresenterebbe, dunque, una grave offesa ai principi stessi sui quali si fonda L’Unione Europea stessa ed ostacolerebbe quel processo di crescita democratica al quale l’Europa e tutte le forze democratiche guardano con rinnovata fiducia.

Per tali ragioni, le Comunità Armene in Italia invitano i deputati della Commissione Affari Esteri del Parlamento Europeo ad adoperarsi in tal senso, votando a favore di quegli emendamenti che tutelino il diritto di oltre un milione di armeni già cittadini europei.

Nel 1923, il Trattato di Losanna dimenticò completamente il diritto del popolo armeno al quale era stata promessa una Patria dopo l’orrore del Genocidio e la Turchia potè disattendere tutti gli accordi precedentemente stipulati; quindici anni più tardi, Adolf Hitler, spronando i propri luogotenenti per la Soluzione Finale, rivolse loro ironico la domanda : “E chi si ricorda più degli armeni?”
Quel Genocidio negato fu il padre di altri Olocausti!

Non perdano, dunque, i dirigenti Europei l’occasione per spianare la strada ad una integrazione regionale fondata sulla democrazia e la tolleranza.

L’ Europa di oggi può dimenticarsi ancora degli armeni?



Vahè M.V.

 
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