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11 10 2007 - «Impossibile accettare l’accusa di un tale crimine, mai commesso dalla nazione turca»,
da La Stampa
Il presidente turco replica al voto della Commissione Esteri Usa
ANKARA
I vertici turchi replicano con toni duri al voto della Commissione Esteri della Camera statunitense che con una risoluzione ha classificato come «genocidio» le stragi di armeni al tempo della Prima guerra mondiale. «Sfortunatamente, alcuni
politici negli Usa hanno nuovamente sacrificato importanti questioni a piccoli interessi di politica interna, malgrado gli appelli al buon senso», ha
commentato il presidente turco Abdullah Gul. «Impossibile accettare l’accusa di
un tale crimine, mai commesso dalla nazione turca», rincara, minaccioso, un comunicato del governo.

Ankara, che nei giorni scorsi ha condotto un pressing diplomatico senza
precedenti contro la risoluzione, ha fatto aleggiare possibili rappresaglie sul piano delle relazioni bilaterali, e soprattutto nell’ambito della partnership Nato, a cominciare dal divieto di sorvolo agli aerei americani diretti in Iraq.
Ieri piccoli cortei di protesta sono stati organizzati davanti alle sedidiplomatiche americane in Turchia, a corredo dei moniti sul pericolo di
«reazioni del popolo turco difficili da controllare», paventato prima del voto.
Pesante anche la reazione della stampa. «La legge dell’odio», titola oggi Hurriyet. «Ventisette pazzi americani», rilancia Vatan dalla prima pagina,
riferendosi ai 27 voti favorevoli alla classificazione delle stragi come genocidio, che hanno battuto i voti contrari.



V.V

 
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