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050425 - Cosimo Nardini : per non dimenticare
1915-2005, 24 Aprile. Giornata della memoria: 90 anni dal genocidio armeno commesso dalla Turchia-
24 Apr 2005
di Nardino Cosmai-
Ankara, 24 Aprile 2005. La lettera che nei giorni scorsi il premier turco Tayyip Erdogan ha fatto recapitare a Robert Kotcharian, presidente della repubblica armena, contiene la proposta di costituire una commissione congiunta turco-armena per trovare una conclusione comune sulla questione dei massacri degli armeni da parte degli ultimi governi ottomani negli anni 1915-16. Lo ha riferito il ministro degli esteri turco Abdullah Gül dichiarando che questa commissione potrebbe portare ad un primo passo verso la normalizzazione delle relazioni tra i due paesi.

L'obiettivo del governo di Ankara è sicuramente quello di tranquillizzare in qualche modo l'Unione Europea promettendo la realizzazione e i rispetto dei diritti umani. L'Unione Europea d'altronde da tempo sollecita la Turchia a rendersi "presentabile" per l'ingresso nella UE, in vista dell'avvio il prossimo 3 ottobre del negoziato di adesione.

L'annientamento sistematico del popolo armeno iniziò il 24 aprile 1915 con un ordine di deportazione impartito dai Giovani Turchi, ma i massacri erano già iniziati nel 1894 causando da allora, un milione e mezzo circa di vittime. L'esplosione nazionalista dei Giovani Turchi portò nella notte del 24 aprile 1915 ad un rastrellamento sistematico con arresti e deportazioni degli intellettuali armeni di Costantinopoli, l'attuale Istanbul.

Quell'ordine impartito dai Giovani Turchi, trovò "ispirazione" nel sultano Abdul-Hamid che iniziò le persecuzioni alcuni anni prima. Il genocidio commesso dai Giovani Turchi (con l'aiuto dell'Impero tedesco) servì da esempio al Terzo Reich se, Adolf Hitler, ordinò alle sue truppe, sia SS sia Wehrmacht, di procedere senza pietà contro Europei slavi ed ebrei e di annientarli, tanto "nessuno si ricorda più nemmeno dell'annientamento degli Armeni".

Ma la Turchia di oggi ha la memoria "corta" avendo in sospeso anche la questione curda. In Turchia infatti sono circa 15 milioni i curdi, anche se a causa della continua repressione nei loro confronti, almeno il 50% di loro è costretto alla diaspora. La responsabilità del governo turco nei loro confronti passa attraverso l'emarginazione, l'alienazione culturale e linguistica e la repressione politica. Inoltre alla Turchia - come del resto al vicinato - interessano le risorse naturali presenti nel territorio curdo che sono particolarmente ricche di acqua, visto che si sprecano i progetti di dighe e acquedotti destinati a sfruttare questa risorsa.

Tutto viene da tempo ripetutamente denunciato dalle organizzazioni umanitarie curde ed internazionali e condannato dalla Comunità Europea. Ma anche in quel caso, le autorità turche continuano addirittura a negare l'esistenza di una questione curda riducendo il problema a forme di terrorismo interno. (vedi PKK) Quindi, l'invito di Erdogan ad incontrarsi con Kotcharian, farebbe pensare finalmente ad un riconoscimento da parte del governo turco di quello che nel passato è stato commesso ai danni delle popolazioni armene, anche se in realtà appare ancora molto lontano quel passo visto che la Turchia rifiuta tuttora la definizione di genocidio del popolo armeno.

Il Comitato Per La Foresta Dei Giusti - Gariwo - nel ricordare i novanta anni dal genocidio scrive che: "tanti ne sono passati da quel 24 aprile del 1915, sotto il cielo di Istambul, l'intera intellighenzia politica, economica, commerciale di sangue armeno venne, nel silenzio, eliminata, dando inizio a una spaventosa pulizia etnica. Un milione e cinquecentomila armeni verranno sterminati nel primo genocidio del XX secolo. Non uno stato contro un altro, non una guerra combattuta, non una disputa economica o politica; ma una precisa volontà di sterminio, di annientamento, di eliminazione di una razza."

Il Gariwo inoltre, ricorda che allora non ne rimase più uno, perchè furono passati per le armi e bruciati vivi, impalati e violentati o più semplicemente, lasciati morire di fame e di stenti durante la deportazione verso il deserto siriano.

"90 anni non sono tanti, sono pochissimi se la tragica lezione della storia non è servita, se quel genocidio fu la prova di orchestra per altre stragi, per altri olocausti. Non sono niente se, ancora oggi, c'è chi fa finta di non ricordare chi nega ostinatamente, chi antepone gli interessi economici o politici ai principi di verità e giustizia. Non vale nulla il sacrifico di quei martiri se sui libri di storia neppure una riga è dedicata a loro, se la ricorrenza passa sotto silenzio, se si giustifica e si diventa complici dei criminali di allora."

Le comunità armene di tutto il mondo commemorano quel "genocidio dimenticato", quel "crimine senza nome", il "genocidio negato", il "Metz Yeghern": il "Grande Male".

Per non dimenticare...
Nardino Cosmai n.cosmai@reporterassociati.org
Ø

V.V

 
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