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24 03 2007 - Milano: “colpi di testa del cuore” dal 28 al 31 marzo
I “colpi di testa del cuore”
Sesto Convegno Internazionale di Cardiologia Interventistica Pediatrica 6th International Workshop on Interventional Pediatric Cardiology
dal 28 al 31 marzo - Crowne Plaza, San Donato Milanese

Il 22 marzo ha avuto luogo la presentazione alla stampa del Sesto Convegno Internazionale di Cardiologia Interventistica Pediatrica, che avrà luogo dal 28 al 31 marzo presso il Crowne Plaza di San Donato Milanese.
Il convegno (che si svolge a cadenza biennale da dodici anni e a cui parteciperanno 45 relatori provenienti da tutto il mondo), sarà presieduto e coordinato dal Dottor Mario Carminati, Direttore della Cardiologia Pediatrica del Policlinico San Donato. Nelle quattro giornate previste le relazioni saranno supportate dalla trasmissione audio-video, in collegamento diretto con la sala del congresso, di 22 casi trattati nelle sale di emodinamica di San Donato, Massa, Napoli, Genova, Budapest e Berlino. Lo svolgimento del convegno si articolerà in un giorno di approfondimenti didattici rivolti a giovani medici, infermieri e tecnici e in tre giorni dedicati all’illustrazione di quelle metodiche eseguite senza apertura del torace ed evitando la circolazione extracorporea che, ponendosi in un rapporto di sostituzione o di complementarietà rispetto alla chirurgia tradizionale, sono in grado di risolvere gravi patologie cardiovascolari sia nel bambino che nell’adulto.
Questo articolato insieme di metodiche, riassunto nel concetto di emodinamica interventistica, offre naturalmente vantaggi notevoli rispetto alle tecniche tradizionali, quali l’assenza di cicatrici, la riduzione della degenza dei pazienti a soli due giorni (con conseguente diminuzione dei costi per la Pubblica Sanità), l’assenza di terapia intensiva nella maggior parte dei casi, la riduzione del periodo di convalescenza.
Di procedure interventistiche, presso il Policlinico San Donato, il numero annuo è pari o superiore a quello degli interventi chirurgici tradizionali.

Nello specifico, durante il convegno verranno approfondite tematiche come le procedure interventistiche fetali e neonatali (ricordiamo che anni fa il Dottor Carminati operò una bimba che oggi ha 15 anni e che rappresenta l’unico esempio al mondo di paziente sopravvissuta a un intervento di valvuloplastica intrauterina nel grembo materno), procedure ibride, impianto di stents, chiusura di difetti interventricolari, interatriali, forame ovale pervio, fistole arterovenose, sostituzione percutanea di valvola polmonare e valvola aortica, riparazione percutanea di insufficienze valvolari.
Una vasta e approfondita panoramica quindi, all’interno della quale emergerà, come elemento distintivo di questa edizione, una particolare attenzione alle patologie cardiache, soprattutto a quelle che colpiscono più frequentemente la donna. In questa prospettiva si parlerà approfonditamente del Forame Ovale Pervio, un’anomalia congenita consistente in una piccola comunicazione a livello del setto interatriale, che porta al mescolamento del sangue venoso dell’atrio destro con quello arterioso dell’atrio sinistro. Il FOP è stato per anni considerato un problema secondario, ma ultimamente si è cominciato a ritenerlo un concreto fattore di rischio nei pazienti (soprattutto giovani) che hanno sofferto di ischemie cerebrali “criptogenetiche”, cioè prive di causa apparente.
E’ inoltre attualmente in fase di studio la relazione esistente tra il FOP e l’emicrania con aura, una diffusa patologia femminile rispetto alla quale la chiusura del Forame Ovale Pervio sembra rappresentare una terapia efficace.
DIFETTO INTERATRIALE (DIA) – FORAME OVALE PERVIO
DIFETTO INTERVENTRICOLARE (DIV) – STENTS
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Approfondimento

►Difetto interatriale (DIA). Il difetto interatriale è una comunicazione anomala tra l’atrio sinistro e l’atrio destro, dovuta a una parziale mancanza di tessuto del setto atriale che normalmente separa le due cavità atriali; nel tipo più diffuso di DIA, chiamato ostium secundum, il “buco” è localizzato nella parte centrale del setto interatriale ed è quello suscettibile di chiusura percutanea. La procedura consiste nell’introdurre nella vena femorale un catetere, che viene avanzato nella vena cava inferiore fino a raggiungere l’atrio destro e quindi l’atrio sinistro passando attraverso il DIA: il difetto viene evidenziato sia con una angiografia, ottenuta iniettando mezzo di contrasto in atrio sinistro, sia con le immagini dell’eco transesofageo ottenute con una sonda ad ultrasuoni posizionata nell’esofago.
Dopo aver precisato in tal modo le dimensioni del difetto, si sceglie il dispositivo occlusore delle dimensioni adeguate: tale dispositivo (almeno quello più largamente usato) consiste in un doppio disco costituito da una fitta rete di fili di Nitinol, metallo a memoria di forma, che può pertanto essere “compresso” all’interno del catetere in precedenza posizionato attraverso il DIA, agganciato ad una guida di trasporto ed avanzato nel catetere fino all’interno del cuore: quando fuoriesce dal catetere esso riassume la sua forma di doppio disco, posizionandosi come un sandwich sul setto atriale occludendo il buco. Il posizionamento corretto viene controllato con l’eco transesofageo e il dispositivo sganciato dalla guida di trasporto. Tale occlusore rimarrà nel cuore del paziente per il resto della vita; nell’arco di qualche mese esso verrà “endotelizzato”, cioè ricoperto da uno strato di cellule che l’organismo costruisce, in tal modo “inglobandolo” nei tessuti del paziente. Il giorno successivo all’impianto il paziente viene dimesso e può riprendere la sua normale attività.


►Forame ovale pervio. Una variante del DIA è il forame ovale pervio, cioè una pervietà della membrana della fossa ovale, che permette un passaggio di sangue dall’atrio destro all’atrio sinistro, che rappresenta un fattore di rischio di embolia paradossa, potenzialmente responsabile in larga misura di ischemia cerebrale, soprattutto nei giovani. Un dispositivo di chiusura percutanea del forame ovale si sta diffondendo sempre più come trattamento dell’ischemia cerebrale, cosiddetta criptogenetica, cioè senza causa apparente, in cui il forame ovale pervio è presente in oltre il 50% dei casi e quindi probabile causa dell’evento ischemico cerebrale.

►Difetto interventricolare (DIV). Consiste in un “buco” nel setto che divide il ventricolo sinistro dal ventricolo destro. Più recentemente è entrata nell’uso clinico anche la chiusura per cutanea dei DIV, mediante dispositivi analoghi a quelli descritti per il DIA, solamente di forma diversa, che si adatta al setto interventricolare. I primi dispositivi occlusori per DIV sono stati quelli ideati per chiudere i DIV muscolari, cioè i difetti localizzati nella parte muscolare del setto interventricolare.
L’esperienza è stata molto incoraggiante, con ottimi risultati: tuttavia, il DIV più frequente è chiamato “perimembranoso” ed è localizzato nella parte alta del setto, assai vicino alla valvola aortica, con il rischio di interferire con la valvola aortica stessa impiantando un dispositivo occlusore in quella sede: i DIV perimembranosi sembravano pertanto di esclusiva pertinenza chirurgica.
Invece recentemente è stato ideato un dispositivo occlusore “eccentrico”, con il disco che andrà a posizionarsi sul versante sinistro del setto interventricolare del calibro di solo 1 mm., evitando in tal modo di danneggiare la valvola aortica.
L’uso clinico a livello internazionale con questo dispositivo è iniziato solo un paio d’anni fa con risultati molto incoraggianti; l’esperienza del centro di San Donato è attualmente la più ampia in Europa.

►Stents. Gli stents sono delle “reticelle metalliche” montate su cateteri a palloncino che vengono espanse gonfiando il palloncino e permettono di ottimizzare il risultato della dilatazione del vaso così ottenuta.
Il loro impiego, inizialmente limitato per dilatare i rami polmonari, si è successivamente allargato ad altri distretti vascolari, ed in particolare all’arco aortico: attualmente l’impianto di stents sta diventando la procedura di prima scelta per il trattamento della coartazione e ricoartazione (ostruzione dell’arco aortico “nativa” o recidiva dopo chirurgia) nel bambino grandicello e nell’adulto.
Del tutto recentemente, e ancora a livello sperimentale, esistono stents “valvolati”, cioè con una valvola biologica montata all’interno dello stent, che si propone di permettere, in un futuro verosimilmente non lontano, la sostituzione percutanea della valvola polmonare e della valvola aortica.

Milano, 23 marzo 2007

Con il Patrocinio di:
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