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20 Ott, 2015. Lettera Archimandrita Tovma Khachatryan all’appello dei patriarchi per fermare l?ISIS in Siria e Iraq
Հայր Թովմա Վարդապետ Խաչատրյան, Մայր Աթոռ Սուրբ Էջմիածնի միաբան
Իտալիո Հայոց Հոգեւոր Հովիվ- Արեւմտյան Եվրոպայի Հայրապետական Պատվիրակի փոխանորդ
N.B. La lettera è stata lòetta dalla nostra cara Amica Seta Martayan a Roma;
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Lettera Archimandrita Tovma Khachatryan all’appello dei patriarchi per fermare l?ISIS in Siria e Iraq
‘‘Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perchè grande è la vostra ricompensa nei cieli. Cosi infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi’’.
Matt: 5, 11

Quando pensavo a come parlare davanti a voi, quali parole ed espressioni scegliere per descrivere le sofferenze dei milioni di martiri armeni, qualcosa mi turbava: la mia etnia, poiché anch'io come questi miei connazionali e correligionari martirizzati, penso che l'incoronazione con la santa corona del martirio sia devozione.
“Chi mi rinnegherà davanti agli uomini, lo rinnegherò anch'io davanti al Padre mio che è nei cieli”. ll signore dice queste parole a tutti quelli che credono in Lui, quindi mentre scrivevo i miei pensieri, non parlava dentro di me l’amenità, bensì l’umanità. Porgo alla vostra attenzione solo qualche episodio delle centinaia di migliaia di storie. Come sapete, cent'anni fa il governo turco decise di eliminare il popolo ameno, proclamando “la Turchia ai turchi” e per dirla con le parole dei carnefici: "lasciare un solo Armeno al mondo, da mettere in un museo”. Con l’ordine governativo gli armeni vennero deportati verso il deserto siriano per il cosiddetto trasferimento temporaneo. Dalle migliaia e migliaia di deportati, pochissimi arrivarono a destinazione, gli altri morirono a causa degli stenti e delle atrocità. Guardando le foto ai temporanei si rimane esterrefatti davanti alla spaventosa ferocia dei turchi e delle etnie della stessa religione loro complici. Si racconta che nel deserto le donne armene avendo davanti ai propri occhi la morte dei parenti e nel cuore il Padre Nostro, battezzavano i neonati con la sabbia, non potendoli sottrare all’inevitabile morte, per lasciarli morire da cristiani. Ma perché erano le donne a battezzare? Perché i maschi, compresi gli ecclesiastici furono assassinati per primi. Un'altra storia narra di due donne armene, che invece di salvare i propri bambini, con grandissime difficolta, portarono a Echmiadzin, al centro spirituale armeno, un manoscritto della Bibbia, pesante alcune decine di chili. Un’altra testimonianza dice delle ragazze armene, che per non essere profanate dai mussulmani, si segnavano con la croce e si buttavano nelle gole e nei fiumi.
Sono passati cent'anni da quegli eventi. Quest'anno, in molti paesi, in molti luoghi gli armeni hanno fatto installare degli schermi giganti con la scritta: "1915 - 2015 MI RICORDO ED ESIGO’. Questi schermi visualizzati nei diversi angoli del mondo, stanno a significare la forza di rinascita e di resistenza del popolo armeno, il quale malgrado i terribili, devastanti avvenimenti della sua storia di un secolo fa, continua a testimoniare l'incrollabile fede che lo anima e con la forza data dalla verità, con tenacia e convinzione ESIGE GIUSTIZIA. Certo, non è facile comprendere questa fede, intatta persino davanti al piu grande dei crimini: il genocidio...:
Quando, in piena carneficina molti governi, pur di tradizione cristiana, in realtà, non hanno reagito con forza, con determinazione, e certi hanno cercato addirittura di coprire ciò che stava succedendo in Armenia occidentale.
Il popolo armeno non è soltanto oggi che ricorda il suo passato, non è solo ora che chiede giustizia e chiama il mondo a sostenerlo nella sua richiesta: per lunghissimo tempo, per cinquant'anni, il mondo lo ha costretto a tacere, lo ha spinto, inutilmente, a dimenticare, nonostante le innumerevoli voci di non-Armeni, che si erano levate per denunciare i misfatti, e ciò, soltanto per motivi di tornaconti politici ed economici.
In realtà, il 2015, come un anno di ricordo è necessario non solo all'armeno, ma all'umanità intera di questa terra che è malata di indifferenza!
Oggi, l’armeno, ricordando la sua storia di popolo sopravvissuto a ripetuti massacri e carneficine, non vuole che nessun altro popolo abbia a vivere una storia come la sua. Nei nostri giorni la richiesta armena vuole diventare l'autocoscienza e il risveglio del mondo da tutti i punti di vista sia della religione, sia della cultura e sia della politica. Un popolo, che secondo alcuni politicanti di un secolo fa doveva essere eliminato, oggi con il suo piccolo numero ma con il grande cuore sta al fianco del mondo e invita gli uomini a non dimenticare la coscienza dei popoli e a non lanciarsi in brutalità.
Con questa esperienza lo stesso Armeno chiede oggi ai popoli religiosi di mantenere la propria chiesa e la devozione verso Dio, quando grazie al Signore i bambini oggi nascono nelle fonti battesimali delle chiese. Si, e di nuovo con la sua esperienza richiede alle totalitarismo religioso islamico”popolazioni di amare e mantenere le proprie famiglie a qualsiasi costo.

Archimandrita Tovma Khachatryan
Member of the brotherhood of Mother See Holy Etchmiadzin
Responsible of the Armenia Apostolic Church of Italy
General Vicar of the Pontifical Delegate of the Armenian Apostolic Church of West Europe

Հայր Թովմա Վարդապետ Խաչատրյան
Մայր Աթոռ Սուրբ Էջմիածնի միաբան
Իտալիո Հայոց Հոգեւոր Հովիվ
Արեւմտյան Եվրոպայի Հայրապետական Պատվիրակի փոխանորդ
Հեռ. 00 39 340 950 85 33 /It/
00 374 77 839 539 /Arm/ Էլ. հասցե` hayrtovma@gmail.com
twitter@FatherTovma

v.v

 
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