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20 01 2007 - TURCHIA: UCCISO UN GIORNALISTA, LE PROTESTE DEGLI ARMENI
2007-01-19 14:20
ISTANBUL GEN - Alcune centinaia di persone, in prevalenza di origine armena si sono riunite davanti alla sede della rivista "Agos" nel quartiere di Sisli, nella parte eruopea di Istanbul, per protestare contro l'assassinio del direttore e proprietario della stessa rivista, il giornalista di
origini armene Hrant Dink, avvenuto oggi nello stesso punto ad opera di un giovane non ancora identificato, che è fuggito dopo il delitto. "Siamo tutti turchi ed armeni", "il governo assassino dovrà pagare", "la Turchia non è più un paese democratico", hanno gridato alcuni dei manifestanti, suscitando le proteste dei non armeni presenti, mentre sono presenti anche numerosi poliziotti, alcuni in assetto antisommossa. In seguito i manifestanti si sono spostati sulla piazza Taksim di Istanbul dove hanno iniziato un sit-in, invitando la popolazione di Istanbul a parteciparvi in nome della "lotta al fascismo".
Dink era nato a Malatya, nella Turchia oprientale, 52 anni fa ed era un cittadino turco di origine armena. Era stato processato due volte (e una volta condannato a sei mesi con la sospensione condizionale della pena) in base al controverso articolo 301 del codice penale (di cui l'Ue ha chiesto inutilmente l'abrogazione o una sostanziale modifica), che punisce le offese all' identità turca ed alla "turchita" ('turkciuluk'). Il giornalista aveva invitato sulla sua rivista gli armeni "a volgersi ora verso il sangue nuovo dell'Armenia indipendente" ed a liberarsi dell'eredità del sangue turco responsabile dei massacri degli armeni del 1915-16 compiuti dagli ultimi governi ottomani, e del peso della Diaspora armena che li aveva seguiti.

Come fanno tutti gli armeni, Dink definiva "un genocidio" i massacri, ma questa definizione viene rifiutata categoricamente dalla Turchia, che la considera un reato di offesa all'identità turca. Il giornalista armeno si era rifiutato tuttavia di legare il processo di adesione della Turchia all'Ue al riconoscimento del "genocidio degli armeni" ed aveva definito "un'imbecillità" la legge francese che criminalizza le opinioni di chi nega il carattere "genocidario" dei massacri. Dink era stato più volte minacciato ed invitato a lasciare la Turchia da alcuni gruppi di nazionalisti turchi, che in un' occasione gli sputarono addosso, ma si era rifiutato di emigrare perché si riteneva "un cittadino turco di sangue armeno".

V.V

 
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