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Intervento dell'On. Ministro Frattini alla Sessione Plenaria del Parlamento Europeo, in tema di moratoria universale sulla pena di morte nel quadro dell'ONU

Strasburgo, 22 Ottobre 2003

"Signor Presidente, il 10 Ottobre scorso, nella Giornata mondiale contro la pena di morte, io stesso, a nome dell'UE, ho adottato una dichiarazione pubblica nella quale si diceva con chiarezza: "l'Unione Europea invita gli Stati che ancora prevedono la pena di morte a introdurre quanto menouna moratoria delle esecuzioni quale primo passo verso la sua abolizione". Questa, ripeto, è la dichiarazione che io stesso ho adottato solamente alcuni giorni fa a nome dell'Unione Europea: un testo, quindi, concordato da tutti. Dico questo perchè, ancor prima, come rappresentante del Governo Italiano, posso dire che l'Italia è sempre stata fermamente convinta che la battaglia in favore dell'abolizione della pena di morte abbia un grande valore politico ed ideale, oltre a rappresentare un aspetto umanitario certamente significativo.

Credo che tutti noi Europei siamo convinti che il processo verso l'abolizione totale della pena di morte sia un processo irreversibile, ma anche che questo processo dovrà essere graduale. Ecco perchè dobbiamo chiederci come operare concretamente affinché il tributo di vite umane che inevitabilmente esso sta richiedendo si possa fermare, si possa interrompere. Queste sono le preoccupazioni che hanno indotto la Presidenza Italiana a raccogliere l'invito di questa Assemblea e di molti Parlamenti, tra cui quello del mio paese, a proporre ai governi dei paesi europei l'iniziativa di una risoluzione dell'Unione Europea sulla moratoria, risoluzione da presentare all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, in corso a New York.

In questo stesso senso aveva parlato il Presidente Berlusconi qui, in questo Parlamento, il 2 luglio scorso, e si tratta di un impegno fondato sulla piena condivisione delle preoccupazioni che sono riflesse nella relazione e nella risoluzione sui diritti umani nel mondo approvate dal Parlamento Europeo lo scorso 4 settembre. Nel dibattito interno all'UE è stato sollevato un grande problema etico ed una domanda. Ci è stato chiesto: "E' compatibile il perseguimento finale della messa al bando della pena di morte?". E' compatibile, ripeto, con un'iniziativa come quella della moratoria, che si basa sulla volontà dei Governi a non applicare di fatto la pena di morte nei loro paesi? E ci sono poi considerazioni piu' strettamente politiche. Esistono, ci è stato chiesto, margini di consenso adeguati perchè quella risoluzione venga approvata nell'Assemblea Generale? E il rischio della sconfitta, quanto potrebbe pesare sul futuro della campagna che vuole l'abolizione definitiva della pena di morte? Quindi, se è vero che i dati confermano una tendenza positiva verso un ampliamento del fronte aabolizionista, ci viene chiesto : è opportuno, già ora, affrontare il rischio di una bocciatura della risoluzione, di fronte quindi all'incertezza del risultato, oppure non è il caso di aspettare di consolidare meglio questa posizione? Ecco quali sono le domande che ci sono state rivolte.

La Presidenza Italiana ha avviato una riflessione su queste domande, che sono serie, perchè è evidente che l'Europa, su una materia importante e delicata come questa, non può e non deve presentarsi nè divisa, nè incerta. Abbiamo valutato i pro e i contro. Abbiamo impegnato tutta la nostra rete diplomatica per poter comprendere, avere diciamo così una stima delle tendenze di voto su una eventuale risoluzione per la moratoria. Il risultato di questo sondaggio, che  abbiamo fatto in tutte le Cancellerie, sembra indicare che un testo di risoluzione adeguatamente formulato potrebbe, pur con l'incertezza che è doverosa, essere approvato dall'Assemblea Generale. resta però il fatto che molti paesi, che per la loro storia dovrebbero essere favorevoli ad una risoluzione di questo genere, non hanno espresso, rispetto alla nostra domanda, la loro posizione, e non va trascurato il rischio che, in presenza di emendamenti al testo di una risoluzione di questo genere, il fronte dei paesi sostenitori al momento del voto possa subire delle defezioni anche importanti.

La Presidenza Italiana  e anche il Governo Italiano, a titolo nazionale, sente molto fortemente il richiamo di questo Parlamento, del Parlamento Europeo, come in sede nazionale sentiamo l'impegno che il parlamento Italiano ci ha dato per presentare una risoluzione sulla moratoria all'Assemblea Generale. D'altro canto, con assoluta chiarezza, sappiamo che, in seno a questa Unione europea, molti governi manifestano ancora diffuse peplessità, ci si interroga cioè ancora su come perseguire questo obiettivo, che tutti condiviamo, nel modo migliore.

Siamo convinti dell'opportunità politica e dell'alto valore morale di un'iniziativa Europea per la presentazione all'Assemblea Generale di una risoluzione e in questa direzione abbiamo già operato e stiamo operando, affinchè la questione continui a rimanere oggetto di esame e di riflessione da parte dei ministri degli Esteri. Sappiamo che le preoccupazioni di una sconfitta, al di là delle motivazioni favorevoli generali, prevalgono sulla propensione favorevole a presentare una risoluzione.

Noi, come Governo Italiano, da un lato, a titolo nazionale, manteniamo questo impegno, ma l'Italia, come Presidenza Europea, auspica tuttora che la riflessione giunga ad una decisione che sia coerente con l'impegno europeo contro la pena di morte. E' per questo che io sto ancora una volta sollecitando la riflessione. So bene che i tempi sono ristretti, so bene che la riflessione deve condurre in tempi brevi ad una decisione. Io auspico che ci sia o, come sarebbe assai meglio, una decisione comune di tutti i paesi europei di condividere insieme la reponsabilità della presentazione di una risoluzione  di questo genere, ovvero che vi sia una decisione Europea che indichi chiaramente una libera strada per eventuali iniziative nazionali di paesi europei, e in ipotesi del governo italiano a titolo nazionale, in questa materia. E' un'iniziativa che, se europea, avrà certamente più forza; se di governi di paesi europei, avrà certamente meno forza ma sarà ugualmente importante. sull'una o l'altra soluzione possibile, in tempi strettamente rapidi attendo ancora ma solleciterò il parere e l'opinione definitiva dei rappresentanti dei governi d'Europa.