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Lettera Al Sindaco Alemanno e al Pres. della Commissione _ Associazione Culturale Italo-Iraniana Alefba
On. Gianni ALEMANNO c.p.c On Giordano TREDICINE

Oggetto: Il Convegno dell’8 Ottobre
Signor Sindaco, Abbiamo volentieri partecipato, senza essere invitati, al convegno in epigrafe ma il programma gremito di interventi non ha lasciato spazio per un nostro intervento. Abbiamo discusso in seno alla nostra associazione Alefba(in italiano: Alfabeto) dei temi trattati nel convegno e desideriamo portare alla Sua conoscenza quanto ne è emerso.

1 – Integrazione
L’integrazione è la reciproca conoscenza e l’incontro tra la cultura dominante e quelle minoritarie. L’incontro che porta all’arricchimento non solo dell’immigrato ma anche della società ospitante. Tuttavia, questo incontro avviene solo se non vengono ignorate, o addirittura negate, le necessità di carattere culturale dell’immigrato. Considerare l’immigrato un soggetto passivo riduce l’opera degli organismi e dei servizi preposti all’accoglienza ed all’integrazione ad un assistenzialismo sterile e paternalistico il cui peso viene, alla fine, risentito dalla collettività. Un risentimento che porta, inevitabilmente, al rigetto dell’immigrato da parte della società civile. Altro che integrazione. L’integrazione è un processo lungo e complesso che avviene con la partecipazione e il continuo confronto tra valori e culture diverse. Non dipende solo dall’immigrato ma anche dall’ambiente in cui egli vive, dai mezzi e dallo spazio messi a sua disposizione e, soprattutto, dalle pari dignità che gli si riconoscono. In assenza di politiche atte a responsabilizzare l’immigrato, dell’assistenza non rimane che la carità e l’integrazione si riduce all’assimilazione.

2 - Associazioni italiane per gli immigrati
Le associazioni italiane, come le ONG, le cooperative e le istituzioni civiche e religiose operano nel campo dell’assistenza agli stranieri e cercano di supplire alle prime necessità materiali dell’immigrato, spesso spaesato dopo l’impatto con la nuova realtà che lo circonda. Il ruolo di queste associazioni è incontestabile, anche se possono sorgere dei dubbi sulla correttezza della loro gestione. Ma il problema non consiste nell’assistenza più o meno “pelosa” di qualche associazione italiana bensì nell’assenza totale di collegamento tra le associazioni degli immigrati, da una parte, e le associazioni italiane per gli immigrati, dall’altra. Inoltre, una cronica indifferenza delle istituzioni civiche nei confronti delle associazioni degli immigrati, una insensibilità in contrasto con le direttive europee recepite dall’Italia sin dal 1994, non facilita il dialogo e il confronto.

3 - Associazioni degli immigrati
Le associazioni degli immigrati sono viste dal parlamento europeo come lo strumento efficace per responsabilizzare l’immigrato, per canalizzare i suoi bisogni e le sue richieste, per formulare proposte operative atte alla propria evoluzione civica e per collaborare con le istanze pubbliche alla realizzazione di progetti d’integrazione. Esse costituiscono il luogo ideale all’esercizio della democrazia. Evolvono la coscienza civica dell’immigrato e lo avvicinano ai suoi diritti e doveri. Le regole della convivenza civile parte dal seno di queste associazioni per estendersi all’intera comunità. Togliere di mezzo queste associazioni è come togliere il bastone a uno zoppicante.

4 - Le istituzioni
Gli operatori istituzionali continuano ad ignorare il ruolo delle associazioni degli immigrati, quando non pretendono, addirittura, l’allineamento politico di esse sulle “posizioni di parte”. L’associazionismo e l’elettività, l’essenza delle democrazie moderne, sono regolarmente negate agli immigrati. Nell’invito a partecipare ai convegni pubblici, le associazioni degli immigrati, valide interlocutrici per le istituzioni, sono regolarmente discriminate.

5 – Rappresentanza
La storia dei quattro consiglieri aggiunti costituisce un imbarazzante operazione di facciata che mette a dura prova la coerenza delle istituzioni nell’affrontare le tematiche dell’integrazione. Ancora una volta, le istituzioni trattano l’immigrato da orfanello. Lo si considera incapace d’intendere e di volere e gli si procura un tutore (uno per continente!!). È, purtroppo, influente per le istituzioni se, nell’arco di tre anni, un consigliere aggiunto non trova il tempo per incontrare l’immigrato che rappresenta, a causa di “impegni istituzionali precedentemente presi!!”. In realtà queste “figure” imposte formano un insormontabile barriera al dialogo tra l’immigrato e le istituzioni …mentre i problemi si acutizzano.

6 – Proposte
- Non negare all’immigrato gli strumenti basilari della democrazia, cioè la rappresentanza elettiva e l’associazionismo;
- Interloquire con le associazioni degli immigrati sulle tematiche d’integrazione, invece di ignorarle;
- Favorire il colloquio tra l’associazionismo italiano e quello straniero, invece di contrapporli;
- Riconoscere all’immigrato le pari dignità e concedergli lo spazio e mezzi perché si organizzi e diventi protagonista di un dialogo strutturale con la società in cui vive;
- Adottando norme per responsabilizzare l’immigrato e considerarlo al rango del “cittadino”. In breve, rispettare ed applicare la Legge 203/94, in recepimento della direttiva europea del 5 feb. 1992, inerente al diritto di voto amministrativo dell’immigrato, invece di girare intorno al problema. Con la speranza di poter dialogare alla pari, al prossimo incontro.

In fede

Il Presidente dell’ALEFBA

Dott. Arch. A. Hatami
Via Santa Croce in Gerusalemme, 106 - 00195 Roma


C.F. 97509610586 Ns. rifer. 81 kd
Vs. rifer.
Roma, 22 Ott. 2010

On. Gianni ALEMANNO
Sindaco di Roma
Piazzale Campidoglio, 1
00186 Roma

c.p.c

On Giordano TREDICINE
Presidente Commissione Politiche Sociali e
Famiglia
Viale Manzoni, 16
00185 Roma

V.V