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Le mele dell'immortalità
Fiabe Armene
a cura di Sonya Orfalian

Ed. Guerini e Associati
Collana: Carte Armene

"Dal cielo cadano tre pomi; uno per chi ha narrato questa storia, uno per chi l'ha ascoltata e il terzo per il mondo intero".

Arthases Nazinian era un rinomato studioso di favolistica, famoso soprattutto per aver pubblicato, nel 1956, una raccolta dal titolo "Fiabe popolari Armene". Questa che ho letto è solo una piccola parte della raccolta, scritta per offrire ai lettori italiani un'idea generale del rapporto che lega il popolo armeno alle fiabe e alle loro antiche tradizioni; fin dai tempi del medioevo infatti, le fiabe hanno conservato un immenso valore artistico.

Durante le lunghe notti invernali, gli antichi usavano riunirsi nelle odà (i luoghi di ritrovo) ad ascoltarne la narrazione. Le fiabe presentano sovente una struttura complessa e trascinante, in cui ritroviamo l'eterna lotta dell'uomo contro i demoni che derubano e imprigionano le loro vittime; la situazione per il protagonista cambia spesso prospettiva, al punto che un breve racconto può durare anche diversi anni. In questo caso il messaggio che la fiaba vuol trasmettere è di buon auspicio, specie quando il personaggio principale, trovandosi in una situazione disperata, sembra ormai non trovare vie d'uscita: l'autore ci invita a non perdere mai la speranza neanche nelle situazioni più drammatiche.
In diverse fiabe si rievoca il Matagh, l'antica usanza di benedire e uccidere un animale da dare in pasto ai poveri e ai bisognosi. La fantasia in queste fiabe permette ogni cosa: bambini allevati da una mucca, boschi abitati da demoni, cavalli e capre sapienti, re e regine, principi e principesse. Eroi diventati tali grazie all'umiltà e a solidi principî. Ognuna di queste si conclude con la realizzazione di un desiderio e l'augurio che anche voi riusciate a realizzare il vostro.

I personaggi sono capaci di imprese straordinarie, che all'inizio del racconto appaiono sempre impossibili. Non stupitevi leggendo "C'erano e non c'erano una volta", si tratta di una formula tradizionale che suggerisce al lettore la fusione del mondo fantastico del possibile e impossibile.

Sonya Orfalian è nata in Libia da genitori Armeni. Figlia della diaspora, sin dall'inizio degli anni Settanta vive a Roma, dove ha coltivato la ricerca sulle proprie radici culturali. E' artista visiva ed espone i suoi lavori in Italia ed all'Estero. e-mail: sorfali@tin.it

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