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Chiesa di San Biagio della Pagnotta

Si invitano amici e fedeli a partecipare alla Santa Messa con rito armeno apostolico, presso la Chiesa di San Biagio, tutte le domeniche alle ore 11.00


Cenni storici sulla struttura dell'Ospizio della Nazione armena di San Biagio della Pagnotta di Via Giulia N° 60, 62, 64, sito tra la Via Bresciani, Via Cefalo e Vecchi palazzo del Tribunale su lungotevere. Palazzotto cinquecentesco commissionato dal Giulio II a Donato Bramante.

Sui resti del Torrione destro del palazzo dei Tribunali, che Giulio II Rovere commissionò a Donato Bramante, si erge il cinquecentesco palazzotto dell’Ospizio della Nazione armena situato all’ angolo di via Giulia e Via Cefalo.

Questo edificio unitamente alla chiesa confinante di San Biagio della Pagnotta e ex hotel Cardinale e ora S. Giorgio è di proprietà dei padri Levoniani.
Il complesso edilizio eterogeneo manomesso modificando nei secoli per assumere nell’ ottocento l’aspetto esteriore attuale, malgrado le modifiche sostanziali che tuttora,all’ interno dell’edificio, continuano inevitabilmente esistere.


Dal vecchio Palazzo dei Tribunali, mai portato a termine e successivamente quasi completamente abbattuto, rimangono visibili a tutt'oggi solamente i sedili, chiamati con il linguaggio popolare della zona “Il salotto di Via Giulia“.

Da alcune incisioni del ‘700 al posto dell’attuale edificio cinquecentesco si evidenziano due modeste case affiancate una a quattro ed una a tre pisani; queste costruitta ai tribunali a diversi acquirenti per ricavarne case di abitazione e rimediare, cosi, allo stato di abbandono in cui si trovavano i resti dell’ edificio.

 

Il Palazzotto cinquecentesco fu restaurato una prima volta alla fine del
‘600 ma assume il suo aspetto odierno grazie all’intervento di restauro effettuato nell'800 dall’arch. Filippo Navone, quando l’intero complesso venne assegnato ai Padri Armeni del Venerabile Ospizio di
Santa Maria Egiziaca.


L’edificio venne trasformato in convento, e divenne sede del Patriarca e della sua Corte.
Nel basamento, che ripropone le antiche bugne del progetto di Bramante, si inseriscono un portale sormontato da un timpano e le finestre del piano terra e del mezzanino; superiormente due ordini di finestre, architravate al primo ed incorniciate al secondo, sono compresi tra cornicioni e separati da un marcapiano.

La pianta odierna dell’edificio conserva ancora nei muri portanti la memoria delle due casette riprodotte nelle stampe settecentesche, è infatti evidente che l’attuale edificio è risultato dall’assemblaggio di due corpi distinti, uno con tre assui di finestre su Via Giulia fiancheggiante la chiesa e uno con soli due assi di finestre, nello stesso modo in cui apparivano nelle stampe citate.

5 Aprile 2009: Prima funzione della Chiesa armena di Roma nella sede di San Biagio della Pagnotta
Quadro donato da S.S. Kareghin II a S.S. Benedetto XVI