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24 04 2008 - 92 anni fa il genocidio degli Armeni
Il 24 Aprile le comunita’ armene di ogni parte del mondo celebrano la ricorrenza del 92° anniversario del genocidio del loro popolo avvenuto prima , durante e dopo la Prima Guerra Mondiale.
E’ un evento poco ricordato anche nelle manifestazioni del “ Giorno della Memoria” voluto per commemorare la Shoah ma che potrebbe trasformarsi in un momento di riflessione piu’ ampia sui molti eccidi di popolazioni avvenuti nel tempo, che accadono anche oggi in altre parti della Terra abitata dall’ uomo.
Quello Armeno è un popolo antico che un tempo visse nell’ l’ Armenia storica piu’ grande di circa dieci volte quella attuale sorta all’ indomani del crollo del regime sovietico.
Della loro esistenza si ha notizia a partire dal 1000°a.C.. Secondo gli storici greci essi erano imparentati con i Frigi, di stirpe indoeuropea, e si erano stabiliti sull’ altopiano dell’ Ararat,il mitico monte dove si sarebbe arenata, alla fine del biblico Diluvio Universale, l’ Arca di Noe’.
Diedero vita alla civilta’ dell’ Urartu.
Nei loroi tremila anni di vita subirono diverse invasioni e persecuzioni per cui poterono organizzarsi con una sovranita’ autonoma solo per periodi limitati. Tuttavia riuscirono a conservare una propria identita’ determinata da tre riferimenti fondamentali: la lingua,la religione, l’ alfabeto.
Diventarono cristiani intorno al 301 d.C ancor prima che l’ imperatore Costantino, con l’ editto del 313, proclamasse il cristianesimo religione ufficiale dell’ Impero Romano.
La loro lingua è di tipo indo europeo. L’ alfabeto fu inventato dal monaco Mesrop Mashtotz : egli affermo’ di essere stato ispirato da “una mano che, apparendo agli occhi dell’ anima, tracciava le lettere. Percio’ lo defini’ “Dono di Dio”.
Con il nuovo strumento interpretativo gli armeni furono in condizioni di tradurre dal greco e dal siriano i testi sacri tramandandoli per generazioni e anche ad altri popoli fino ai nostri giorni.
La loro presenza in Calabria risale,probabilmente, al IX secolo e in alcuni comuni ne esistono tracce molto note e studiate.A Brancaleone vi sono delle grotte artificiali, altre presenze si trovano a Ferruzzano e Bruzzano Zeffirio ( conosciuto come Rocca Armenia) .A Staiti sono stati rinvenuti diversi palmenti scavati nella roccia ed un abbeveratoio decorati con le tipiche croci armene.
In una pubblicazione anche gli abitanti di Samo vengono ipotizzati come di origine Armena.
Nella citta’ di Cosenza vi è una antica chiesa. Sono anche noti dei toponimi e dei cognomi come “Armeni”e “Trebisonda”. Tante permanenze fanno comprendere la profonda ecumenicita’della nostra Regione che con la sua collocazione addentrata nel Mediterraneo ha potuto accogliere popoli provenienti dalle sue diverse sponde.
La persecuzione degli Armeni in eta’ contemporanea inizio’ alla fine del XIX secolo col declino dell’ Impero Ottomano.
L’avvento al potere dei Giovani Turchi fu caratterizzato da nazionalismo e
Panturanismo. La conseguenza politica fu che ebbe inizio il primo genocidio del XX secolo le cui vittime furono un milione e mezzo di Armeni il cui atteggiamento, derivato dalla profonda formazione cristiana, era volto,invece, al perdono.
Il governo Turco temeva che potessero diventare un nemico interno alleato con i paesi dell’ Intesa ( Francia, Inghilterra, Italia e Russia) loro avversari nella Prima Guerra Mondiale.
Ma era solo un pretesto poiche’ in realta’ si voleva dare vita ad un popolo con un’ unica base etnica e religiosa: un po’ come avrebbe fatto Hitler proclamando la prevalenza della razza ariana.. Nella pianificazione furono presenti dei consiglieri tedeschi alleati dei Turchi nella GG.
Si inizio’ col disarmare tutti i soldati di etnia armena, col deportare la popolazione nei campi di concentramento a Sud del Paese e col negare qualsiasi diritto al lavoro ai suoi componenti.
I militari armeni vennero anch’ essi disarmati e trucidati.
Moltidi essi scampati alle stragi organizzarono la resistenza sui molti ed ebbero anche qualche successo come sul Musa Drag .
“Nell'autunno del 1918, quando le forze inglesi del generale Edmund Allenby dopo avere sconfitto i turco-tedeschi a Megiddo, occuparono la Palestina e la Siria, trovarono ancora in vita nei bordelli alcune decine di ragazze armene, tutte marchiate a fuoco dagli stenti e dalle malattie veneree. Sorte ancora peggiore toccò ai bambini armeni rinchiusi nei campi siriani. Gran parte di questi vennero infatti sottratti alle madri e inviati anch'essi in bordelli per omosessuali o in speciali orfanotrofi per essere rieducati come turchi musulmani da Halidé Edib Adivart, una mostruosa virago alla quale il governatore della Siria aveva affidato il compito di "raddrizzare la schiena alla ribelle gioventù armena".
Del milione e ottocentomila armeni ne sopravvissero 600.000
I principali responsabili del genocidio ,dopo la sconfitta, abbandonarono il Paese.Molti si rifugiarono in Germania. Nell'ottobre 1918 la Turchia si arrese alle forze dell'Intesa. Subito dopo i dirigenti piu’ importanti del partito dei Giovani Turchi e del Comitato di Unione e Progresso vennero arrestati dagli inglesi e internati a Malta.
Successivamente, come si legge nei testi,un tribunale militare turco condannò a morte, in contumacia, Enver Pascià, Ahmed Gemal e Nazim, accusati di avere architettato e portato a compimento, tra il 1914 e il 1918, l'olocausto armeno.
Nel 1919 a Costantinopoli sotto la direzione di Damad Ferid Pascià venne celebrato un processo a loro carico. Lo scopo non era quello di rendere giustizia al martoriato popolo armeno, ma di addossare le colpe dell'accaduto sulle spalle dei Giovani Turchi, discolpando al tempo stesso la nazione turca in quanto tale.
“Il risvolto pratico del processo fu minimo, in quanto, nei confronti dei condannati, non vennero mai presentate richieste di estradizione e successivamente i verdetti della corte vennero annullati.” L'importanza del procedimento sta comunque nel fatto che, durante il suo svolgimento, vennero raccolte molte testimonianze che descrivevano le varie fasi del genocidio anche da parte di chi ne era stato artefice.
La strage degli armeni è uno dei motivi che inducono la comunita’ europea a frenare l’ ingresso della Turchia dove oggi si perseguitano i curdi .
In Calabria Umberto Zanotti Bianco si occupo’ dell’ argomento e ne resta testimonianza nel suo libro “Tra la perduta gente”.
Il recente film dei Fratelli Taviani “La masseria delle allodole” costituisce un punto di riferimento importante perche’ quei tragici eventi non vengano dimenticati ma ricordati alla pari di quelli subiti dagli altri popoli vittime della barbarie dei nostri tempi.

Mario Sacca’

Mario Sciacca

 
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