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050424 - Anita Loriana Ronchi, Giornale di Brescia : Se ci fosse stata memoria
Il genocidio degli armeni, il primo della Storia INCONTRI E MOSTRE IN SAN GIUSEPPE PER IL 90° ANNIVERSARIO del GENOCIDIO
Il genocidio degli armeni, il primo della Storia
INCONTRI E MOSTRE IN SAN GIUSEPPE PER IL 90° ANNIVERSARIO
Un momento dell’inaugurazione della mostra sugli armeni
«Se ci fosse stata memoria dell’inferno di Des es Zor, in cui scomparvero un milione e mezzo di persone, forse non ci sarebbe stato l'inferno di Auschwitz e tutti gli altri che sono seguiti nel ventesimo secolo». Parole importanti, cariche di una verità troppo a lungo negata, quelle di mons. Georges Evian, vicario dell’Istituto del clero patriarcale di Bozmmar (Libano), ieri all’inaugurazione della mostra storico-divulgativa «Per non dimenticare», in visione nella Cripta della Chiesa di S. Giuseppe, fino a martedì 26 aprile. Sono in esposizione venti pannelli tratti dal lavoro del fotografo e intellettuale tedesco Armin T. Wegner, che parlano di un genocidio dimenticato, della disperazione di innumerevoli vittime votate ad un destino senza nome, ma non per questo meno tragico e devastante. Le immagini, scattate fra il 1915 e il 1916 , documentano la terribile vicenda degli armeni - uomini, donne e soprattutto bambini - deportati nei campi di sterminio dell'Impero ottomano. L'iniziativa è stata realizzata a Brescia in occasione del 90° anniversario del genocidio (il termine è usato qui a proposito e nel significato fatto proprio dall'Assemblea generale dell'Onu) del popolo armeno, per volere della Diocesi di Brescia, dell'Associazione Dms onlus e dell'Istituto del Clero patriarcale di Bozmmar (Libano), con il patrocinio del Comune e della Provincia e con lo scopo di tenere vivo, o ridestare il ricordo e perché «ciò che è avvenuto non accada di nuovo». «Questo genocidio pesa sulla coscienza dell'Europa - ha sottolineato mons. Ivo Panteghini, rettore della Chiesa di S. Giuseppe -. Perciò è doveroso un atto di giustizia, verso un popolo che per primo ha abbracciato il cristianesimo ed il cui aspetto costante, nella storia, è sempre stato il martirio». Di una «rimozione nell'ambito della cultura occidentale», dovuta alla «incapacità di sopportare il peso della colpa», ha detto anche il sindaco Paolo Corsini, intervenuto con l'assessore Carla Bisleri. «Dov'erano - è l'interrogativo posto dal sindaco - le potenze europee quando tutti questi individui sono stati massacrati o fatti morire di stento? E dove, vent'anni prima, quando altri 200mila sono stati assassinati in Turchia?»". «Metz Yegher», il Grande Male, è emblematicamente l’espressione con cui gli Armeni ricordano la loro tragedia. Anita Loriana Ronchi

Giornale di Brescia
Sabato 23 aprile 2005
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V.V

 
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